Matteo Salvini ha ancora molto da imparare da Marine Le Pen
(G.p) Il corpo elettorale francese chiamata domenica 6 dicembre al voto per il rinnovo dei consigli regionali ha scelto,senza se e senza ma, Marine Le Pen ed il Front National ed a far festa è anche l'italica destra. Da Giorgia Meloni, leader indiscussa di Fratelli d'Italia a Matteo Salvini si sprecano commenti entusiastici. Grande Marine Le Pen, viva il Front National, primo partito di Francia! Cambia la Franica, cambieranno anche l'Europa e l'Italia. Più sicurezza e più lavoro, con coraggio e onestà si può fare. Cosi scriveva su facebook il segretario della Lega Nord. In molti, ad onor del vero, considerano il felpato Salvini l'analogo della Le Pen in Italia. Al momento due sono le voci fuori da questo coro.
La prima è quella di Mario Colella, finissimo intellettuale partenopeo e conduttore del programma radiofonico Come pecore in mezzo ai lupi, la seconda è quella del giornalista transalpino Phillipe Ridet.
Voci fuori dal coro che pubblichiamo per intero.
La prima è quella di Mario Colella, finissimo intellettuale partenopeo e conduttore del programma radiofonico Come pecore in mezzo ai lupi, la seconda è quella del giornalista transalpino Phillipe Ridet.
Voci fuori dal coro che pubblichiamo per intero.
"Credo sia
assai difficile che Matteo Salvini possa diventare l'analogo della Le Pen in
Italia. In primis, gli manca la cultura e, ad esempio, non ha la capacità di
buttar giù un libro come "Pour que vive la France", con cui Marine
affascinò perfino un marxista come Costanzo Preve.
Salvini ha
lo stesso carisma del mio spazzolino per i denti. Fa guerra ad una parte del
paese con argomenti tutto sommato moralistici mentre Marine tende ad unire più
che dividere. Ma soprattutto cerca di mettere insieme delle paure ma senza dar
loro uno sbocco di critica radicale ad un sistema, che è quanto si trova invece
nella Le Pen.
Chi di costei ha letto qualcosa sa di cosa
parlo: un mix delle idee tradizionaliste della vecchia destra ed
anticapitalismo radicale che va oltre gli schieramenti (qui da noi lo chiamano
populismo o tirano fuori l'argomento dell'antifascismo senza capirci
naturalmente un tubo).
Ah, dimenticavo, non v'è traccia di
islamofobia nella francese, come di recente evidenziato da Buttafuoco
(l'articolo sulla destra italiana definita " bar dello sport"). Resta
nella Le Pen il tema della xenofobia, che dovrà chiarire in un senso o in un
altro. Dovesse scegliere l'idea del contingentamento dell'immigrazione ma
stemperando la paura dello straniero in quanto tale ed anzi arruolando immigrati,
occuperebbe anche ed ancor di più uno spazio a sinistra. Diventando il
referente di Putin in Europa, probabilmente la fine del vecchio bollito disegno
europeista a favore dell'idea francesissima dell'Europa delle patrie di De
Gaulle. Non mi entusiasma ma questo è."
"Alleato del
Front national (Fn) al Parlamento europeo, il leader della Lega nord Matteo
Salvini è stato tra i primi a festeggiare i risultati del primo turno delle
regionali del 6 dicembre in Francia: “Brava Marine! La Francia cambia, presto
toccherà all’Europa e all’Italia”. In risposta, la presidente del Fn gli ha
augurato “lo stesso successo” alle “prossime elezioni”.
Al di là di
queste classiche smancerie tra alleati, occorre notare che la situazione delle
due formazioni politiche è molto diversa. Marine Le Pen e Matteo Salvini
giocano in due campionati diversi, con regole differenti: sistema presidenziale
a doppio turno da una parte, sistema parlamentare dall’altra, anche se la nuova
legge elettorale approvata in Italia dovrebbe spianare la strada a un
ballottaggio alle elezioni legislative da cui dipende la scelta del primo
ministro.
Inoltre, se
il Front national rimane ampiamente ostracizzato e non controlla nessuna
amministrazione locale a parte qualche municipio, la Lega nord comanda da tempo
in centinaia di comuni, una decina di province e due regioni, la Lombardia e il
Veneto, grazie all’alleanza stretta nel 1994 con i diversi partiti guidati da
Silvio Berlusconi. Alcuni esponenti della Lega hanno regolarmente avuto
incarichi nei governi presieduti dal magnate delle telecomunicazioni.
C’è
un’altra differenza. Mentre l’Fn è ormai pienamente radicato su tutto il
territorio francese (fatta eccezione per la Bretagna, la Corsica e
l’Ile-de-France), la Lega non è ancora riuscita a conquistare posizioni al di
fuori dell’Italia settentrionale, nonostante gli sforzi dei suoi leader che
hanno progressivamente abbandonato le loro aspirazioni secessioniste. Il
Mezzogiorno resta per la Lega una terra di frontiera. Marine Le Pen è
presidente di un “Fronte nazionale”, Matteo Salvini dirige invece un fronte
regionale.
Inoltre, se
Le Pen in Francia incarna da sola (o quasi) la retorica populista approfittando
della paura, Salvini deve affrontare la concorrenza del Movimento 5 stelle,
ugualmente antieuropeo e molto reticente sulla questione dell’accoglienza ai
migranti. Beppe Grillo, che è spregiudicato quanto Salvini, si è sempre
presentato come un argine alla deriva dell’Italia verso l’estrema destra. E per
ora gli eventi gli danno ragione.
Ultima precisazione:
mentre il partito di Le Pen sfiora il 30 per cento dei voti ed è ormai il primo
partito francese, la Lega nord vive ancora delle promesse di successo che le
attribuiscono i sondaggi, secondo cui sarebbe il primo partito di destra in
Italia con il 15 per cento delle intenzioni di voto. Ma il suo miglior
risultato nazionale resta il 10,8 per cento ottenuto alle legislative del 1996,
quasi vent’anni fa."
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