Labocetta: "Vi racconto quella telefonata tra Fini e Napolitano per far fuori il Cav"
(G.p)Amedeo Laboccetta storico esponente partenopeo del Movimento Sociale Italiano prima di Alleanza Nazionale poi, un tempo vicino a Gianfranco Fini, ultimo segretario di An, nel libro intitolato "Almirante, Berlusconi, Fini, Tremonti, Napolitano. La vita è un incontro, edito dalla casa editrice Controcorrente, traccia un bilancio degli ultimi anni della storia politica aprendo il sipario su presunte manovre ordite da Gianfranco Fini e da Giorgio Napolitano per estromettere il premier Silvio Berlusconi da palazzo Chigi.
Il collega Mario Valenza, dalle colonne de Il Giornale, con un interessante articolo che proponiamo per intero, ci descrive il presunto golpe bianco orchestrato ai danni del premier Berlusconi, che porterà alla nascita del governo tecnico guidato da Mario Monti.
“Almirante, Berlusconi, Fini, Tremonti, Napolitano. La vita è un incontro” traccia la storia degli ultimi anni della storia italiana e apre uno squarcio sulle presunte manovre di palazzo ordite da Fini e Napolitano per estromettere il Cav da palazzo Chigi. Come racconta a Libero, "il culmine della vicenda è il 22 aprile 2010, all’auditorium della Conciliazione (potere dei nomi) a Roma, direzione nazionale del Pdl. Ma sì, il famoso 'Che fai, mi cacci?' scagliato da Fini da sotto il palco a Silvio. Una sceneggiata. Qualche ora dopo, appartamento di Fini a Montecitorio. Laboccetta lo ha raggiunto per farlo ragionare, ricordargli che se il Msi e lui stesso sono usciti dal recinto dei paria, sono arrivati al governo e alle più alte responsabilità, lo devono a Berlusconi. La replica è tranchant. "Lui fu spietato: “Berlusconi va politicamente eliminato. E Napolitano è della partita... Ma lo vuoi capire che il presidente della Repubblica condivide, sostiene e avalla tutta l’operazione?”. A riprova, Fini chiama il Quirinale e mette in viva voce. E questa è la trascrizione che fa Laboccetta di quanto si dicono, come due vecchi amiconi, "Giorgio" e "Gianfranco". ”Caro Presidente, come avrai visto abbiamo vissuto una giornata campale...”. “Più che campale - rispose Napolitano - direi una giornata storica...”. “Ovviamente, caro Giorgio, continuo ad andare avanti senza tentennamenti”. “Certamente. Fai bene ma fallo sempre con la tua ben nota scaltrezza”. Amedeo Laboccetta annota: "Avevo assistito - in diretta - all'organizzazione di un golpe bianco orchestrato dalla prima e dalla terza carica dello Stato...".
In realtà il progetto è cominciato prima. "Fini lo stava coltivando forse fin dal post-elezioni del 2008" è la convinzione di Laboccetta: "Della sua ambizione e della sua personalissima sfida contro il Cavaliere, ha approfittato Giorgio Napolitano che ha saputo blandirlo e utilizzarlo per liberarsi dell’ingombrante presenza di Berlusconi, salvo poi abbandonarlo al suo destino a missione fallita".
Il collega Mario Valenza, dalle colonne de Il Giornale, con un interessante articolo che proponiamo per intero, ci descrive il presunto golpe bianco orchestrato ai danni del premier Berlusconi, che porterà alla nascita del governo tecnico guidato da Mario Monti.
“Almirante, Berlusconi, Fini, Tremonti, Napolitano. La vita è un incontro” traccia la storia degli ultimi anni della storia italiana e apre uno squarcio sulle presunte manovre di palazzo ordite da Fini e Napolitano per estromettere il Cav da palazzo Chigi. Come racconta a Libero, "il culmine della vicenda è il 22 aprile 2010, all’auditorium della Conciliazione (potere dei nomi) a Roma, direzione nazionale del Pdl. Ma sì, il famoso 'Che fai, mi cacci?' scagliato da Fini da sotto il palco a Silvio. Una sceneggiata. Qualche ora dopo, appartamento di Fini a Montecitorio. Laboccetta lo ha raggiunto per farlo ragionare, ricordargli che se il Msi e lui stesso sono usciti dal recinto dei paria, sono arrivati al governo e alle più alte responsabilità, lo devono a Berlusconi. La replica è tranchant. "Lui fu spietato: “Berlusconi va politicamente eliminato. E Napolitano è della partita... Ma lo vuoi capire che il presidente della Repubblica condivide, sostiene e avalla tutta l’operazione?”. A riprova, Fini chiama il Quirinale e mette in viva voce. E questa è la trascrizione che fa Laboccetta di quanto si dicono, come due vecchi amiconi, "Giorgio" e "Gianfranco". ”Caro Presidente, come avrai visto abbiamo vissuto una giornata campale...”. “Più che campale - rispose Napolitano - direi una giornata storica...”. “Ovviamente, caro Giorgio, continuo ad andare avanti senza tentennamenti”. “Certamente. Fai bene ma fallo sempre con la tua ben nota scaltrezza”. Amedeo Laboccetta annota: "Avevo assistito - in diretta - all'organizzazione di un golpe bianco orchestrato dalla prima e dalla terza carica dello Stato...".
In realtà il progetto è cominciato prima. "Fini lo stava coltivando forse fin dal post-elezioni del 2008" è la convinzione di Laboccetta: "Della sua ambizione e della sua personalissima sfida contro il Cavaliere, ha approfittato Giorgio Napolitano che ha saputo blandirlo e utilizzarlo per liberarsi dell’ingombrante presenza di Berlusconi, salvo poi abbandonarlo al suo destino a missione fallita".
Ma possibile che Fini sia stato così stolto? Eppure bastyava restare a fare ciò che stava facendo.... ovvero il grillo parlante dentro il Pdl! Dopo pochi mesi col rsultato negativo delle elezioni e le inchieste sulle donne .....sarebbe stata automatica la sostituzione al vertice del partito e Fini si sarebbe rotrovatop a capo del più garnde partito italiano con tutti i coonnelli vicino e col cav depotenziato a occuparsi dei propri processi. Avrebbe lasciato la presidenza della camera per andare a sedersi a palazzo chigi e con uno scenario di quel genere ora la politicaitaliana sarebbe stata ben diversa
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RispondiEliminaBhè che quelli antropologicamente " de' destra " in Italia siano dei cretini non è cosa nuova.
Quella testa di Fini ricordiamoci che fu scelta da Donna Assunta Almirante tra una rosa di menti e personaggi tra cui spiccavano altre teste come Marco Tarchi e Almerigo Grilz. Fu scelto Fini perchè era quello piu' innocuo per la gerontocrazia del partito.
Solo che i cretini sono tutt'altro che innocui e spesso fanno danni incalcolabili anche solo respirando per gli altri e per se stessi.
Se volessimo essere piu' profondi ed articolati dando una chance al " demente "diremo che forse Fini cercava di creare un posizionamento di destra alla Sarkozy , alla Aznar alla Cameron.
Ma questo significa che i cretini oltre ad essere pericolosi per gli altri e per se stessi, mancano anche delle piu' elementari basi di studio delle scienze politiche ben sapendo che in Italia quel tipo " di destra " non è mai esistita , un partito di massa "conservatore" non c'è mai stato e non ci sarà mai, e che la plebe destra in Italia ha bisogno di derive nazional-populiste, plebiscitarie.
Ma questo per quella testa di Fini era troppo articolato da capire.
Pino Romualdi in tempi non sospetti definì Gianfranco Fini da Montecarlo, con una frase lapidaria:"dietro gli occhiali il nulla!". Fini un pusillanime, un fallito!.
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