Il Fronte mondialista unito blocca l’avanzata della Marine Le Pen considerata un “pericolo per le oligarchie di potere
(G.p)Il collega Luciano Lago, dalle colonne del sito controinformazione.info, di cui consiglio una attenta ed approfondita visione, propone una lettura diversa del secondo turno delle elezioni regionali francesi, in virtù della quale, la sconfitta del Front National era di facile previsione.
Il successo ottenuto dal Front National al primo turno e l'eventuale conquista del governo di 2 regioni francesi rappresentava per le oligarchie di potere un pericolo e doveva essere bloccato a tutti i costi.
Sinistra socialista e centro destra francese, al di là delle apparenti differenze, si sono unite, al fine di conservare il loro potere ed il sostegno delle oligarchie dominanti dando vita ad "fronte dell'emergenza democratica, una specie di patto del Nazareno in salsa francese.
Il Fronte mondialista unito bloccata l'avanza della Marine Le Pen considerata un "pericolo per le oligarchie di potere"
Marion) e l’eventuale conquista del governo di alcune importanti regioni francesi, rappresentava un pericolo per le oligarchie di potere e doveva essere bloccato a tutti i costi e così è accaduto che sinistra e destra, al di là delle apparenti differenze, si sono unite nella determinazione di conservare il loro potere ed il sostegno delle oligarchie economiche dominanti.
Hanno deciso concordemente, sulla base degli interessi comuni, ed hanno quindi creato il fronte unito dell'”emergenza democratica” dove sono saltati dentro tutti, dagli esponenti della grande finanza, ai grandi media, i docenti ed intellettuali della “gauche a la cart” (a prezzi di listino), ai circoli del “Grande Oriente” di Francia , ecc. In pratica hanno costituito un vero patto elettorale e politico per fermare l’avanzata del Front National (un “Patto del Nazareno” in salsa francese).
Il risultato è stato quello di aver tolto, nel ballottaggio fra i candidati, ogni possibilità al Front National di conquistare il governo di alcuna delle macroregioni francesi. Si è considerato che ci sarà tempo poi per infiltrarlo, per diffamare e screditarne i leaders e togliere al Front National l’iniziale mordente di presa sull’elettorato. I grandi potentati conomici ed i loro fiduciari politici, disponendo del mega apparato mediatico di giornali e TV, della forza economica e dei servizi di intelligence, sanno di poter manipolare l’opinione pubblica come meglio vogliono, dunque solo questione di tempo.
Esiste però un’altra lettura meno scontata: il fronte mondialista che riunisce partiti di sinistra e di destra in Europa, partiti di governo e di finta opposizione, al cospetto del nuovo fenomeno della insorgenza di movimenti trasversali di contestazione alle politiche di asservimento ai dogmi neoliberisti, imposti dalle oligarchie europee, si coalizzano fra di loro per bloccare il passo alle forze popolari autonome in modo da impedire qualsiasi deviazione sul percorso tracciato dalle oligarchie di potere che dirigono la politica europea.
Quanto accaduto in Francia è il medesimo copione (con le dovute differenze) di quanto era prima accaduto in Grecia e di quanto dovrà accadere in Spagna e probabilmente anche in Italia. Tutti paesi dove le centrali di potere oligarchico operano in modo da neutralizzare la crescita di una opposizione popolare, essenzialmente con due sistemi: fare fronte comune, come in Francia, invocando l'”emergenza democratica” o, nel caso di Grecia, Spagna e Italia, più agevole acquisire il controllo delle principali forze di opposizione, che si chiamino “Siriza” (in Grecia) o “Podemos” (in Spagna) o” 5 Stelle” (in Italia) per infiltrarle e pilotarne le scelte verso linee di politica sostanzialmente innocue per le questioni essenziali , dal dominio finanziario, al sistema dell’euro, all’insindacabilità dei trattati europei, all’adesione alla NATO, tutte questioni centrali che non devono essere messe in contenzioso, piuttosto si lascia ampio spazio alla demolizione delle varie caste politiche nazionali ed alle questioni marginali (sprechi, privilegi e corruzione) senza arrivare agli interessi delle vere oligarchie sovranazionali che dirigono il sistema.
La stessa Marine Le Pen aveva fiutato la trappola ed aveva dichiarato che “le forze politiche non si dividono piu’ in destra e sinistra ma in mondialisti e patrioti. I mondialisti vogliono la dissoluzione della Francia e del suo popolo nel grande magma mondiale, i patrioti credono che la nazione costituisce il patrimonio e la protezione del popolo francese”.
L’affermazione della Le Pen si concretizza nel rifiuto di applicare le categorie imposte dal sistema (destra/sinistra, conservatore o progressista) rilanciando la sfida a differenziare il confronto fra chi sta in alto (elites finanziarie e tecnocratiche) e coloro sono in basso (forze popolari-patriottiche- identitarie), obbligando ad una scelta di campo.
Questa della Francia costituisce una lezione da apprendere anche per gli altri partiti identitari, sovranisti ed antieuro appartenenti ad altri paesi europei: un caso di studio come lo è stato quello della Grecia e lo potrà essere a breve quello della Spagna.
Il sistema di potere è troppo forte e dispone di mezzi enormi, non può essere scalfito dai dilettantismi e dalle improvvisazioni. Chi lo fa, pensando di sentirsi forte di un vasto consenso popolare, se non opera con azioni innovative, viene sbranato dal sistema delle oligarchie dominanti e si può trasformare anche in un patetico burattino. Questo è stato l’esempio fornito da Alexis Tsipras in Grecia o vedi anche l’esperienza del Portogallo, dove neanche la vittoria alle elezioni ha consentito al leader della formazione di oppposizione popolare, Antonio Costa, di ottenere l’incarico di governo.
Le oligarchie trovano sempre un pretesto, che sia quello dell'”emergenza democratica” o quello del “giudizio dei mercati” (lo “spread” in rialzo), per bloccare l’avanzata di coloro che contestano il sistema.
Qualora poi la situazione dovesse apparire molto critica per le oligarchie di potere, il malcontento molto forte e con esso il desiderio di cambiamento, ricordiamoci che esiste sempre la manipolazione degli episodi di terrorismo che richiamano alla mobilitazione, al clima di paura, a situazioni di emergenza democratica. A qualcuno il terrorismo può fare molto comodo, indovinate a chi. Un clima di emergenza che diventa favorevole per le elite di potere che possono decretare la temporanea “sospensione delle garanzie democratiche” e costituzionali. Anche in questo caso la Francia fa testo, come sempre è avvenuto nella Storia dell’Europa.
Esiste però un’altra lettura meno scontata: il fronte mondialista che riunisce partiti di sinistra e di destra in Europa, partiti di governo e di finta opposizione, al cospetto del nuovo fenomeno della insorgenza di movimenti trasversali di contestazione alle politiche di asservimento ai dogmi neoliberisti, imposti dalle oligarchie europee, si coalizzano fra di loro per bloccare il passo alle forze popolari autonome in modo da impedire qualsiasi deviazione sul percorso tracciato dalle oligarchie di potere che dirigono la politica europea.
Quanto accaduto in Francia è il medesimo copione (con le dovute differenze) di quanto era prima accaduto in Grecia e di quanto dovrà accadere in Spagna e probabilmente anche in Italia. Tutti paesi dove le centrali di potere oligarchico operano in modo da neutralizzare la crescita di una opposizione popolare, essenzialmente con due sistemi: fare fronte comune, come in Francia, invocando l'”emergenza democratica” o, nel caso di Grecia, Spagna e Italia, più agevole acquisire il controllo delle principali forze di opposizione, che si chiamino “Siriza” (in Grecia) o “Podemos” (in Spagna) o” 5 Stelle” (in Italia) per infiltrarle e pilotarne le scelte verso linee di politica sostanzialmente innocue per le questioni essenziali , dal dominio finanziario, al sistema dell’euro, all’insindacabilità dei trattati europei, all’adesione alla NATO, tutte questioni centrali che non devono essere messe in contenzioso, piuttosto si lascia ampio spazio alla demolizione delle varie caste politiche nazionali ed alle questioni marginali (sprechi, privilegi e corruzione) senza arrivare agli interessi delle vere oligarchie sovranazionali che dirigono il sistema.
La stessa Marine Le Pen aveva fiutato la trappola ed aveva dichiarato che “le forze politiche non si dividono piu’ in destra e sinistra ma in mondialisti e patrioti. I mondialisti vogliono la dissoluzione della Francia e del suo popolo nel grande magma mondiale, i patrioti credono che la nazione costituisce il patrimonio e la protezione del popolo francese”.
L’affermazione della Le Pen si concretizza nel rifiuto di applicare le categorie imposte dal sistema (destra/sinistra, conservatore o progressista) rilanciando la sfida a differenziare il confronto fra chi sta in alto (elites finanziarie e tecnocratiche) e coloro sono in basso (forze popolari-patriottiche- identitarie), obbligando ad una scelta di campo.
Questa della Francia costituisce una lezione da apprendere anche per gli altri partiti identitari, sovranisti ed antieuro appartenenti ad altri paesi europei: un caso di studio come lo è stato quello della Grecia e lo potrà essere a breve quello della Spagna.
Il sistema di potere è troppo forte e dispone di mezzi enormi, non può essere scalfito dai dilettantismi e dalle improvvisazioni. Chi lo fa, pensando di sentirsi forte di un vasto consenso popolare, se non opera con azioni innovative, viene sbranato dal sistema delle oligarchie dominanti e si può trasformare anche in un patetico burattino. Questo è stato l’esempio fornito da Alexis Tsipras in Grecia o vedi anche l’esperienza del Portogallo, dove neanche la vittoria alle elezioni ha consentito al leader della formazione di oppposizione popolare, Antonio Costa, di ottenere l’incarico di governo.
Le oligarchie trovano sempre un pretesto, che sia quello dell'”emergenza democratica” o quello del “giudizio dei mercati” (lo “spread” in rialzo), per bloccare l’avanzata di coloro che contestano il sistema.
Qualora poi la situazione dovesse apparire molto critica per le oligarchie di potere, il malcontento molto forte e con esso il desiderio di cambiamento, ricordiamoci che esiste sempre la manipolazione degli episodi di terrorismo che richiamano alla mobilitazione, al clima di paura, a situazioni di emergenza democratica. A qualcuno il terrorismo può fare molto comodo, indovinate a chi. Un clima di emergenza che diventa favorevole per le elite di potere che possono decretare la temporanea “sospensione delle garanzie democratiche” e costituzionali. Anche in questo caso la Francia fa testo, come sempre è avvenuto nella Storia dell’Europa.
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