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Cinque anni dopo Paolo Signorelli/3.Delle Chiaie, la candidatura di Signorelli alle politiche del 1963: una bomba in parlamento

(G.p) Nell'aprile del 1693 si tennero le elezioni politiche ed Avanguardia Nazionale presentò una propria lista. Una loggia massonica, interessata a far perdere voti al Movimento Sociale Italiano era disposta a finanziare sia la presentazione di liste di An in tutta Italia sia l'intera campagna elettorale.
Di fronte alla proposta massonica Stefano Delle Chiaie, leader indiscusso di Avanguardia Nazionale decise di ritirare la liste e di appoggiare, senza se e senza ma, il Movimento Sociale Italiano, pur rimanendo contrario al coinvolgimento di Avanguardia Nazionale nel Msi, in quanto poteva sembrare un abbandono della via rivoluzionarie e una scelta utilitaristica.
Stefano Delle Chiaie, in prima persona, si adoperò nella ricerca di un candidato che potesse rappresentare, nel migliore dei modi possibile,  tutta l'area extraparlamentare.
Pensò quindi a Paolo Signorelli.
A pagina 34 de l'Aquila ed il Condor Stefano Delle Chiaie scrive :" Pensai allora a Paolo Signorelli. Allontanatosi da Ordine Nuovo, che era in crisi, aveva continuato a gravitare in quell'ambiente, dove era stimato ed apprezzato dall'intera militanza ordinovista. Poteva rappresentare il personaggio in grado di favorire, su un obbiettivo concreto, una convergenza tra Avanguardia e Ordine Nuovo.
Con Strippoli andai da Paolo a Tivoli. Gli spiegai la situazione e gli rivelai ciò che mi aveva convinto a stringere un patto momentaneo con il Msi. Cosi ottenni la sua disponibilità.
Venne affisso un manifesto per comunicare il ritiro di Avanguardia dalle elezioni e la decisione di appoggiare Signorelli nella lista missina. Costituimmo un nuovo comitato elettorale e, con pochi fondi, ma con tanto entusiasmo, demmo il via alla campagna elettorale.
I nostri militanti girarono Roma e provincia con le loro auto, tenendo comizi volanti e mostrando lo slogan Vota Msi Paolo Signorelli n 33 Una Bomba in Parlamento.
Il dinamismo e l'originalità della nostra attività spinse altri candidati, tra i quali Pino Romualdi e Luigi Turchi a chiedere di abbinare il proprio nome a quello di Signorelli. Mi opposi decisamente, perché la mia intenzione era verificare la reale forza dell'extraparlamentarismo e sondare quale potenziale consenso ci fosse nell'area missina. Ciò non sarebbe stato possibile se avessimo ceduto a cordate con personaggi di diverso orientamento. Come avevo già detto a Formisano, la nostra doveva essere considerata semplicemente una scelta tattica per sventare l'incauto e scellerato tentativo di dirottare le nostre istanze a favore di altri pezzi del sistema.
Il Msi ottenne circa un milione e mezzo di voti e 27 deputati; Avanguardia, malgrado il ritiro della propria lista, fu scelta da circa mille elettori, Signorelli conseguì un ottimo risultato, ma non fu eletto per pochi voti. Ordine Nuovo mi rimproverò di aver compromesso la sua elezione avendo rifiutato l'abbinamento con Turchi e Romualdi; e i due movimenti ancora una volta si distanziariano.

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