Cinque anni dopo Paolo Signorelli/1. Silvia: a mio padre
Ciao papà sono passati 5 anni ma per
me non è passato neanche un giorno. Tu sei qui con me tutti i
giorni, il mio primo pensiero la mattina e l’ultimo alla sera. Sei
il mio faro di vita, tutto quello che so e conosco lo devo a te e a
mia madre. La tua onestà intellettuale mi ha reso forte e fragile
allo stesso tempo, mi hai cresciuto insegnandomi la dignità,
l’onore, il rispetto, il rigore morale e la fedeltà.
Tutto quello che sono lo devo a voi, al
vostro amore per la vita e per le cose importanti. Ogni orpello è
inutile, la bellezza esteriore è un riflesso di quella dell’anima,
la grazia la coerenza, l’essere sono ancora per me alla base di
ogni rapporto umano e divino.
Tutta la sofferenza e la ignominia che
abbiamo sopportato non ci hanno cambiato, anzi hanno rafforzato le
nostre idee e la nostra unione sia nella famiglia che con gli altri.
I rapporti veri restano e si solidificano nel tempo attraverso le
avversità e i dolori che la vita porta con sé ma anche tramite la
gioia che puoi conoscere davvero solo se soffri, se sei capace di
toccare il fondo.
Abbiamo sempre rialzato la testa, il
nostro onore è cresciuto e maturato, la dignità e la signorilità
sono il nostro credo, la generosità il nostro modo di essere anche
quando non possiamo, anzi specialmente quando non possiamo! Io so che
sono una donna fortunata perché ho avuto un padre enorme e una madre
speciale e ne vado fiera. Non ho soldi, non ho case, non ho nulla di
quello che oggi la gente cerca, ma ho molto, tutto. Un uomo simile a
te, una famiglia speciale come la nostra, un nipote che porta il tuo
nome che aspetta una bimba che aspetta con tutto l’amore che un
padre può avere verso una figlia.
Spero, e sono sicura che lo sarà, che
Flaminia sia altrettanto fortunata come lo sono stata io e fiera del
suo “Paolo Signorelli”.
Il mio non è un
ricordo padre, ma la certezza di averti a fianco anche grazie alle
nostre piccole ritualità come l’aperitivo al sole rivolto a te,
guardando il monte Soratte, dove tu ogni sera con il sorriso so che
mi osservi credo con un pizzico di orgoglio.
Grazie papà, grazie di essere stato e
di continuare ad essere un uomo scomodo, ribelle, diverso e mai
scontato. Grazie a mio padre Paolo Signorelli
Francesco Mancinelli
RispondiEliminaHo qui tra le mani, il suo libro di disegni in inchiostro di china , poesie e scritti vari, lettere, ( FORZA UOMO ) , tutto composto quasi clandestinamente nei bracci di Rebibbia tra il 1982 ed il 1984. Da quel libro, con alcuni Camerati di Viterbo, tra cui i nipoti, ricavammo dei poster su carta filigranata di pregio, che facemmo stampare e che distribuimmo a centinaia di copie ( … altrettanto clandestinamente ) in tutta Italia. Era l’unico modo che avevamo per contrubuire alla lotta per la Sua liberazione, anche perchè mentre sulle Sue spalle piovevano condanne all’ergastolo, e le procure inquisitrici di Bologna, Firenze e Roma si sbizzarivano per avviarlo ad ulteriori pene, l’ambiente istituzionale codino “di destra ” lanciava le campagne per la doppia pena di morte" …. Ricordo le veglie di fronte al carcere di Parma, i Solstizi incardinati e dedicati alla Sua detenzione, i manifesti siglati da tutte organizzazioni dell’antagonismo nazional-rivoluzionario , lo sciopero della fame del 1987 attuato insieme ai Radicali, gli interventi nelle assemblee pubbliche, tra gli sguardi increduli dei compagni, per cercare proprio con loro, “un dialogo” costruttivo sul tema della giustizia giusta.
Poi ricordo la Sua liberazione, le cene a casa di Claudia, e Paolo piu’ giovane e ardito che mai, ributtarsi giu’ nella battaglia; aggirarsi curioso tra gli stand della Festa del Fronte della Gioventu’ a Siracusa nel 1990, nelle conferenze dei circoli culturali di area , nelle presentazioni di libri in tutti Italia, nei ripetuti ed inutili tentativi di natura ” partitica “.
La casa di Marta, (…là dove la Terra è Rossa), meta di pellegrinaggi di almeno due-tre generazioni, per andare a parlare con il ” Signor Ideologo ” il Professore Nero, e farci dare qualche buon consiglio. E tutto finiva tra risate , canti e vino a volontà , perchè per Paolo l’unico vero progetto era solo nel Radicamento della Comunità, nella Sua Gente.
Ricordo la presentazione di un libro su Drieu la Rochelle organizzato dal gruppo di AR, e Freda vedendo entrare Paolo , si alzo’, lo saluto e gli diede in modo gentile e signorile il posto centrale al tavolo degli oratori. In sala presenti Giano Accame e il Prof. Giuliano Borghi.
Paolo ha bruciato l’alloro in segno propiziatorio, alla mia Festa ” Pagana ” di pre-matrimonio, in una serata magica ed indimenticabile.
Non ha mai mollato, neanche durante la sua malattia, e sempre con “il disincanto” adamantino della Sua Forza , sbeffeggiando la consuetudine .. è andato avanti fino a due-tre giorni ad allertare, ad incazzarsi, ad indicare a tutti la perfetta via.
Fino alla fine.
Riporto per chiudere la Sua invocazione finale tratta dal libro “Forza Uomo” …
Speriamo di poter esser almeno degni delle Sue parole.
” .. Non puoi avvertire imbarazzo dinanzi ad alcuni miei scritti che rappresentano una proiezione impoverita di taluni stati d’animo che sono umani , Claudia.
Nessun limite è stato travalicato.
La riappropiazione dell’umano costituisce la meta che si vuole raggiungere, una riappropiazione dovuta, dopo la devastazione disumanizzante operata dagli adoratori del vitello d’oro….Il Viaggio è al termine ? No, Claudia, non vedo dietro alle mie spalle cio’ che un tempo vedevo: sono sul ciglio dell’Abisso, ma non c’è in me vertigine, non c’è pericolo di precipitare.
Posso guardare al cielo e al sole senza timore alcuno per la tenebra che è in fondo al precipizio.
Io vedo ormai, come Tu vedi, solo ” riflessi luminosi “. E questo, come Tu dici è il segno della Vittoria.
…. No, non si possono imprigionare il sole e l’aria ed il vento.
Lo si gridi con forza, senza timore, con determinazione fideistica, cosicchè l’eco ampli il grido affidandolo alla Storia …
CIAO PROFESSORE !!