Forza Nuova dichiara guerra alle moschee : zona islamica occupata
Forza Nuova dichiara guerra alle moschee : zona islamica occupata
(fonte Milano Today)
I cartelli affissi nottetempo anche sui portoni di chiese cattoliche vicine alle aree delle future moschee, in questo caso con il motto «si vis pacem para bellum». L'opzione per Putin e Assad di Forza Nuova.
Azione anti-moschee da parte di Forza Nuova a Milano e nel resto d'Italia, con cartelli affissi nottetetmpo che recitano «war zone - islamic occupied area» (zona di guerra - area islamica occupata). I cartelli sono stati apposti presso la moschea di Segrate nonché presso le aree di via Esterle (vicino a via Padova) e dell'ex Palasharp (Lampugnano), destinate ad ospitare luoghi di culto islamici secondo il bando del comune di Milano.
Ma non solo: sui portoni di chiese cattoliche vicine a questi centri sono stati affissi cartelli con il motto latino «si vis pacem para bellum» (se vuoi la pace, prepara la guerra).
«La nostra provocazione illustra i due principi su cui Forza Nuova costruisce la lettura della sfida legata al presente», si legge in una nota ufficiale del movimento di estrema destra. Il primo principio è quello di archiviare «ogni pulsione buonista ed integrazionista», lottando contro il multiculturalismo. Per Forza Nuova, le moschee in Italia sono «simbolo del lassismo morale e pragmatico della politica italiana», che abuserebbe di concetti (accoglienza, tolleranza e solidarietà) «presenti nell'animo e nell'azione quotidiana del popolo italiano».
Ma c'è dell'altro: il secondo principio richiamato da Forza Nuova è «dare una scossa al mondo cattolico», che deve «capire che la sfida islamista si vincerà solo risvegliando la nostra identità cattolica».
La guerra di cui si parla, sempre stando al comunicato di Fn, è quella militare (e qui l'estrema destra non nutre dubbi: «Al fianco della Russia di Putin, della Siria di Assad, di Hezbollah, del popolo curdo e delle milizie iraniane», ma anche quella culturale, contro le moschee, «perché la sola presenza di una di esse segna la cessione territoriale e morale di un pezzo della nostra terra ad un Islam che incuba in sé il germe indissolubile dell'aggressione».
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