"Servello non rinnegò il fascismo". Per l'Anpi non merita l'Hall of fame a Milano
"Franco Servello non rinnegò mai il fascismo", e per questo la sua iscrizione al Famedio è accolta "con stupore" dall'Anpi. Ex consigliere comunale a Milano, deputato e senatore dell'Msi e poi di An, Servello è morto un anno fa a 93 anni. "Pur manifestando il nostro sentimento di rispetto per i defunti - dice il presidente dell'associazione partigiani Roberto Cenati - ci preme evidenziare che al Famedio vengono iscritte le personalità più significative ed importanti che hanno dato lustro a Milano, città Medaglia d'oro della Resistenza".
Il giorno del funerale di Servello alla chiesa di Sant'Eufemia ci fu anche qualche saluto romano, oltre alle bandiere della fiamma tricolore e dell'Inter (altra passione dell'esponente della destra). Servello partecipò "e fu tra gli organizzatori, con altri esponenti dell'Msi, della manifestazione neofascista del 12 aprile 1973, vietata dalla questura di Milano. Nel corso della manifestazione e degli incidenti provocati dai neofascisti - aggiunge Cenati - venne ucciso Antonio Marino, guardia di pubblica sicurezza, insignito il 5 maggio del 2009 dalla presidenza della Repubblica della Medaglia d'oro al merito civile". La manifestazione è entrata nella storia come il "giovedì nero" di Milano. Alcuni estremisti di destra lanciarono una bomba a mano contro gli agenti, molti rimasero feriti mentre Marino perse la vita. La magistratura teorizzò la connessione fra missini e le frange più dure della piazza, tentò di incriminare Servello il quale però venne salvato dal Parlamento, che negò l'autorizzazione a procedere.
Il giorno del funerale di Servello alla chiesa di Sant'Eufemia ci fu anche qualche saluto romano, oltre alle bandiere della fiamma tricolore e dell'Inter (altra passione dell'esponente della destra). Servello partecipò "e fu tra gli organizzatori, con altri esponenti dell'Msi, della manifestazione neofascista del 12 aprile 1973, vietata dalla questura di Milano. Nel corso della manifestazione e degli incidenti provocati dai neofascisti - aggiunge Cenati - venne ucciso Antonio Marino, guardia di pubblica sicurezza, insignito il 5 maggio del 2009 dalla presidenza della Repubblica della Medaglia d'oro al merito civile". La manifestazione è entrata nella storia come il "giovedì nero" di Milano. Alcuni estremisti di destra lanciarono una bomba a mano contro gli agenti, molti rimasero feriti mentre Marino perse la vita. La magistratura teorizzò la connessione fra missini e le frange più dure della piazza, tentò di incriminare Servello il quale però venne salvato dal Parlamento, che negò l'autorizzazione a procedere.
Fonte: Repubblica.it
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