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Lega e Casapound, il filo nero che li lega al Cremlino: l'inchiesta dell'Espresso
Lega e Casapound, il filo nero che li lega al Cremlino: l'inchiesta dell'Espresso
(G.p)Lo storico settimanale l'Espresso, questa settima propone ai suo lettori una inchiesta firmata dalla collega Alessia Candito sul filo nero che unisce la Lega Nord per l'indipendenza della Padania, Casa Pound ed il Cremlino. Secondo Alessia Candito, l'italica destra scopertasi a trazione leghista, avrebbe appaltato a Casa Pound il difficile compito di tessere legami con il Cremlino, segno evidenti di come la nuova faccia della destra radicale italiana, fan dello "zar" Putin piaccia a Mosca.
Lega e Casapound, il filo nero che li lega al Cremlino.
Prende corpo il flirt tra il Carroccio e i fascisti del terzo millennio. A cui Salvini sembra aver voluto affidare la gestione routinaria dei rapporti con la Russia. E la nuova faccia dell'estrema destra italiana piace a Mosca.
di Alessia Candito
Abbandonata “la diplomazia del lettone” di berlusconiana memoria, la destra riscopertasi a trazione leghista, sembra aver appaltato a Casa Pound il compito di tessere i legami con il Cremlino. Anche grazie a pontieri come Fabrizio Fratus, esponente storico della destra milanese e pioniere nell’operazione di cooptazione di intere fette della galassia nera nella Lega, il flirt fra il Carroccio e i “fascisti del terzo millennio” è ormai divenuto qualcosa di decisamente più serio. E a loro Salvini sembra aver voluto affidare la gestione routinaria di quei rapporti con la Russia che oggi - complice forse anche l’operazione di restyling che ha spedito in soffitta celtiche e braccia tese- sembrano essere diventati più istituzionali. La nuova faccia dell’estrema destra italiana piace Mosca, se è vero che sarà Rossotrudnichestvo - ente di quel ministero degli Esteri russo, da almeno un decennio feudo incontrastato del fedelissimo di Vladimir Putin, Sergej Lavrov – a benedire la conferenza “Italiani in Crimea” prevista per venerdì 23 ottobre al Centro russo di scienza e cultura di Roma.
E LAVROV CHE DICE? Astuto e inflessibile volto della Russia al burrascoso tavolo delle trattative con Europa e Stati Uniti, Lavrov è sempre stato ben attento a non mettere in piazza simpatizzanti impresentabili. Eppure è stato proprio l’Ente controllato dal suo ministero a schierare fra gli oratori non solo la figlia del direttore, Irina Osipova, studentessa moscovita leader dell’associazione italo-russa Rim, che sta collaborando al lancio di Sovranità, nuova costola di Casa Pound, ma anche vecchi e nuovi nomi della galassia nera, come Luca Bertoni e Andrea Bonazza. Voce e anima di «Lombardia-Russia» e «Lombardia-Crimea» - organizzazioni di fronte cui la Lega nazional popolare di Salvini sta cercando di radicarsi su tutto il territorio della penisola – Bertoni è ormai un nome abbastanza noto negli ambienti della destra russa, dei quali più volte è stato gradito ospite. Ancor più di lui, sembra apprezzato Andrea Bonazza, consigliere comunale di Casa Pound a Bolzano e volto della onlus Solidarieté Identité, divenuto noto per le sue dichiarazioni di amore e stima nei confronti di Hitler e Mussolini.
GLI SCIVOLONI DI BONAZZANon più tardi di qualche mese fa, Bonazza – appena eletto consigliere comunale – si è guadagnato un’interrogazione parlamentare e una denuncia per apologia del fascismo, per aver sostenuto che «ci sono leggi e strutture del fascismo che funzionano sicuramente meglio delle castronerie fatte oggi. Se ci fosse Mussolini in Italia le cose andrebbero assolutamente molto meglio e alla grande». Contrariamente alla Cassazione che lo ha condannato a due mesi per aver fatto il saluto romano, il pm della procura di Bolzano non sembra aver ravvisato un reato nelle parole del consigliere comunale di Cpi e il 29 settembre scorso ha chiesto l’archiviazione del procedimento. Da parte sua Bonazza non si è mai mostrato preoccupato, così come ha respinto al mittente le obiezioni su Popoli, l’associazione “solidarista” con cui la sua Solidarité Identités lavora in Birmania orientale a sostegno dei Karen, minoranza etnica dal 1948 in lotta armata per l'indipendenza. BIRMANIA ARMATA Per la Procura di Verona, il fondatore di Popoli Franco Nerozzi ai Karen non si limitava a fornire medicine. Arrestato per terrorismo internazionale perché accusato di aver utilizzato la Birmania come campo di addestramento di un gruppo di volontari reclutati per realizzare un golpe alle isole Comore, Nerozzi – pur proclamandosi vittima di un equivoco – ha patteggiato un anno e dieci mesi ed è tornato in Birmania. Dove continua a lavorare in tandem con Casa Pound. L’ultima “missione” - informa il sito Sol.id – si è conclusa qualche giorno fa. E’ probabile che Bonazza, oratore di punta al convegno di Rossotrudnichestvo, non si intrattenga più di tanto sul punto, ma il silenzio sull’argomento potrebbe non riuscire a rendere più presentabile il personaggio, finito al centro delle cronache bolzanine anche per diversi episodi di violenza. FASCISTI A PIETROGRADO Ma Bonazza non è certo l’unico personaggio ingombrante che la Russia si ritrovi fra i suoi sostenitori. Il gran lavorio internazionale dell'ideologo del neo-eurasismo russo Aleksandr Dugin ha dato i suoi frutti e adesso sono in tanti i simpatizzanti più o meno dichiarati della destra fascista o nazista a guardare con ammirazione allo “zar” Putin. Nel marzo scorso, ospiti del primo “Forum conservatore russo internazionale”, organizzato dal partito nazionalista Rodina, guidato dal vicepremier Dmitriy Rogozin e fondato da Aleksey Zhuravlev, noto deputato del partito “presidenziale” Russia Unita, si sono presentati a San Pietroburgo l’europarlamentare neonazista Udo Voigt, l’ex leader del partito anti-immigrazione British National Party, Nick Griffin, due europarlamentari del partito neonazista greco Alba Dorata, Elefterios Sinadinos e Georgios Epitidios, più lo svedese Stefan Jacobsen, del neonazista Partito degli Svedesi e il leader del partito razzista di estrema destra bulgaro Ataka. Non sono mancati gli italiani. AMBASCIATORI MA NON TROPPO Per Forza Nuova, si è presentato all’appuntamento Roberto Fiore, mentre «la Lega Nord ha declinato il nostro invito - ha detto il vice-capo del comitato organizzatore del Forum Yuri Liubomirski- perché i suoi rappresentanti erano impegnati in Italia”, ma c’era Luca Bertoni per l’associazione Lombardia-Russia. La sua partecipazione al forum però si è trasformato in un piccolo giallo politico. Dopo una dura imbeccata di Luca Savoini, fondatore di Lombardia – Russia e storica firma della Padania, Bertoni ha affermato di aver partecipato solo a titolo personale. Peccato però che il suo nome campeggiasse fra gli oratori. Magari quella fra Carroccio e estrema destra è una coppia di fatto, ma per l’ufficialità del matrimonio bisognerà attendere ancora un po’. |
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sabato, ottobre 24, 2015
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