Centinaio(Lega) "a Bologna tutti meno le prime donne di Casa Pound e Fitto
I presupposti della manifestazione, secondo Casa Pound non sono quelli tipici del nuovo corso di Salvini, di un fronte identitario e sovranista ma assomigliano molto di più ai connotati della vecchia Lega Nord e del vecchio centro destra.
La collega Lucia Bigozzi, per il portale Intelligo news intervista Gianmarco Centinaio, capogruppo della Lega Nord per l'indipendenza della Padania al Senato e commissario di Noi con Salvini per Roma ed il Lazio che replica alle accuse di Simone Di Stefano, vice presidente di Casa Pound Italia
Cosa risponde alle critiche di Casapound che non sarà l’8 novembre a Bologna? Il suo invito a Berlusconi ha fatto scoppiare un casino…
«Penso sia una scusa, perché se Casapound si attacca al fatto che Gianmarco Centinaio ha risposto solo a una domanda dell’Adnkronos... Io non ho detto no a Casapound, ho detto se vengono bene, ma non saranno i protagonisti di quella piazza perché a Bologna ci saranno tante altre associazioni. Io non ho mai detto non li voglio e aggiungo: se Casapound ha sempre detto che Salvini è l’unico leader ma cosa gliene frega di quello che dice Centinaio? Penso sia una scusa, dovevano attaccarsi a qualcosa visto che non saranno i protagonisti e siccome loro ambiscono alla ribalta in ogni cosa che fanno ecco la scusa: attaccare Centinaio accusandolo di essere berlusconiano quando è vero esattamente il contrario e questa cosa che vanno dicendo fa letteralmente ridere i polli. Io sono quello che attacca Fi un giorno sì e l’altro pure; quindi se mi etichettano come berlusconiano vuol dire che non sanno cosa sia la politica».
Però su Roma Casapound si è spesa molto per la Lega e il consenso a Salvini. Adesso lei non può liquidare la pratica dicendo è un problema loro, non trova?
«No, non dico questo ma affermo che la Lega e Noi con Salvini sono una cosa diversa da Casapound; c’è una bella differenza tra noi e loro, di conseguenza non posso pensare che per un’affermazione fatta su un’agenzia loro si mettono a contestare e a fare le prime donne. Mi dispiace, ma non mi prendo gli insulti da Di Stefano con un comunicato stampa che sembrava la Divina Commedia. Gianmarco Centinaio, per il bene della Lega e per i rapporti con Casapound sta in silenzio e infatti non sono più intervenuto, ma prendermi gli insulti da loro mi fa veramente sorridere».
L’obiezione di Casapound sul piano politico è che su quel palco ci saranno Berlusconi e la Meloni, cioè la riproposizione aggiornata dello schema Casa delle Libertà. E’ così?
«Assolutamente no. Vede qual è il problema? E’ una questione di palco, anche in senso figurato. Lei sta parlando di centrodestra: la Lega è un movimento che nonostante molti giornalisti dopo la manifestazione di Roma abbiamo definito di estrema destra, non ha questa natura. Io sono in Lega dal ’90 e nel nostro Movimento ci sono persone che vengono dall’estrema destra come dall’estrema sinistra; in Lega e in Noi con Salvini ci sono persone che sono iscritte alla Cgil che risposta diamo loro?».
La risposta è Berlusconi o Meloni?
«No, la risposta è quello che Casapound e Fitto non hanno capito. La Lega e Matteo Salvini hanno detto che chiunque desideri essere in quella piazza a Bologna è il benvenuto. Berlusconi ha accettato, Casapound aveva accettato poi si è sfilata; la Meloni ha accettato fin da subito. Salvini non ha invitato Berlusconi, non ha invitato la Meloni, non ha inviato nessuno. Lui ha invitato tutti le associazioni e i movimenti disponibili a partecipare. Le faccio un esempio: Francesco Storace sarà presente ma non sarà sul palco. Con una mail mi ha detto che sarà a Bologna con il suo Movimento perché vuole far parte di quell’Italia che non si riconosce in Renzi. Se poi Casapound e Fitto si sfilano perché c’è Berlusconi che è brutto, sporco e cattivo, è un problema loro».
Al netto delle critiche di Di Stefano, c’è il rischio che la forte spinta identitaria di Salvini e il grande lavoro sul territorio che sta facendo da mesi venga depotenziato dall’evergreen Berlusconi pronto a rifare il leader del centrodestra?
«Penso che il fatto di avere invitato tutti compreso Berlusconi, sia proprio perché siamo certi della forza delle nostre idee. Per quanto ci riguarda a Bologna può venire anche il presidente Mattarella, perché noi contrariamente ad altri, non abbiamo paura».
Gliela metto giù così: come fate a evitare che con la ridiscesa in campo di Berlusconi, Salvini corra il rischio di diventare Fini, cioè l’eterno delfino?
«Lo eviterà la piazza ed è per quello che è giusto che ci sia Casapound indipendentemente dalla loro presenza sul palco».
Lei è commissario del Movimento Noi con Salvini a Roma e nel Lazio. Oggi si è aperta la caccia al 25esimo consigliere per far cadere Marino. Voi siete della partita o no?
«Le dico di più: il nostro consigliere Pomarici è andato dai colleghi del Pd a dire loro che era disponibile a mettere la firma sulle dimissioni dei consiglieri comunali ma il Pd ha detto di no».
Perché se da soli i dem non hanno i numeri?
«Perché non vogliono che Noi con Salvini venga affiancato al Pd in un unico documento. Le dico una cosa: nel momento in cui ci sono i venticinque consiglieri, ci sarà anche il vetiseiesimo che è il nostro consigliere e lo farà da solo con un nostro documento. Voglio che passi alla storia il fatto che noi siamo stati tra quelli che hanno mandato a casa Marino. Mi fa abbastanza sorridere un Pd che non ha le firme sufficienti e non voglia quelle degli altri: la dice lunga sullo stato di confusione del partito di Renzi a Roma».
La Meloni potrebbe essere il candidato sindaco del centrodestra?
«E’ un interlocutore, uno dei possibili nomi ma non vi nego che noi stiamo facendo pressing su alcuni personalità romane per capire se sono disponibili a candidarsi con noi. In questo momento abbiamo il nostro candidato lanciato da Salvini che è Souad Sbai, una persona pulita e soprattutto legata al mondo del volontariato romano perché a mio giudizio bisogna ripartire da lì. Io non voglio partire da mister diecimila preferenze, bensì dai romani che in passato hanno delegato ai personaggi che conosciamo ma adesso devono essere loro i protagonisti e devono metterci la faccia. Sto facendo incontri con le categorie cittadine per dire a tutti la stessa cosa: voglio un tassista candidato, un’insegnante candidata, persone normali disposte a impegnarsi con noi».
Fi, invece, sta facendo pressing su Marchini. Opzione interessante per voi?
«Vale per Marchini lo stesso ragionamento che ho fatto per la Meloni. Il punto non è tanto il nome ma cosa c’è dietro, quale progetto e chi è disposto a ragionare sui problemi e a tirare fuori le soluzioni concrete. Se arriva il candidato sindaco bello, bravo e intelligente ma poi non ha voglia di confrontarsi con la periferia romana, a cosa ci serve? L’amico dei salotti buoni se lo tengano gli altri; io voglio portarlo in periferia a promettere cose che si possono mantenere. Noi non prendiamo in giro la gente: meglio qualche voto in meno ma con promesse concrete».
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