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Lega Nord, Bossi condannato a un anno e mezzo per vilipendio a Napolitano

di Giuseppe Parente
 
Umberto Bossi è stato condannato, in primo grado, a 18 mesi dal tribunale di Bergamo per una sua dichiarazione del 29 dicembre del 2011 durante un pubblico comizio.
In quell'occasione il senatur attaccò Giorgio Napolitano e Mario Monti facendo il gesto delle corna. Napolitano omen nomen, terun.
I militanti leghisti, presenti in sala, avevano indirizzato dei vaffanculo a Monti e Bossi ridacchiando disse: magari gli piace anche. Di questa uscita politica del senatur esiste un video grazie al quale è scattata una denuncia.
In primo grado Umberto Bossi è stato condannato a 18 mesi di reclusione. Ed è stato molto fortunato perché i giudici hanno respinto la richiesta del pubblico ministero dell'aggravante della discriminazione etnica prevista dalla Legge Mancino.
Esistono, nel nostro ordinamento giuridico, reati come l'offesa all'onore ed al prestigio del Presidente della Repubblica ed il vilipendio delle istituzioni che sembrano distanti, quasi di un'altra epoca.
Il vilipendio nei confronti del Presidente della Repubblica sa di lesa maestà ed è un reato con confini instabili. Deriva dal codice Zanardelli del 1889 ed esiste ancora  perché non è stato possibile abrogarlo. Questo reato non comporta nessun pericolo sociale, ma non è di facile definizione. Infatti non è semplice stabilire quale e quanto grave debba essere un'offesa verbale affinché il fatto sia ritenuto compiuto.

 ll contesto storico politico in cui Bossi avrebbe compiuto il reato non è stato giustamente considerato. Bossi era ad un pubblico comizio, organizzato dalla Lega Nord, partito politico di cui era il leader indiscusso, Berlusconi era stato sostituito grazie ad una manovra di palazzo da Mario Monti e nel corso dell'intervento ha arringato il suo elettorato padano.
Nell'esercizio della sua funzione di parlamentare e leader di partito, dopo 4 anni viene condannato a 18 mesi. Umberto Bossi non è stato sicuramente il primo rappresentate politico ad essere condannato per vilipendio sicuramente non sarà l'ultimo.
 In un recente passato, Francesco Storace, leader de la Destra, è stato condannato, in primo grado, a sei mesi di reclusione per il reato di offesa all'onore e al prestigio del presidente della Repubblica. Una vicenda che nasce nell’ottobre del  2007 e che si è conclusa nel novembre del 2014 con una sentenza di primo grado. All’epoca  l’ex ministro della Sanità e presidente della Regione Lazio rivolse un attacco alla senatrice a vita Rita Levi Montalcini sostenendo, in sintesi, che rappresentava una sorta di “stampella” del governo allora presieduto da Romano Prodi. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano intervenne a difesa del premio Nobel e venne a sua volta attaccato dal leader de La Destra, che definì “indegno” il comportamento del Quirinale
Il prossimo, salvo sorprese, sarà Giorgio Sorial deputato del movimento cinque stelle, indagato per vilipendio. L'esponente grillino, nel corso dell' espletamento della sua funzione, ha detto le seguenti parole: il boia Napolitano vuole cucire la bocca alle opposizioni.

In Italia c'è un brutto clima. La sensazione che tutti devono stare attenti alle parole che pronunciano. Principio davvero democratico, che vale per tutti. Anche ad un leader politico come Umberto Bossi come ad un deputato grillino.. Quanti altri Bossi e Sorial verranno condannati per parole e pensieri sconvenienti iSenza dover citare per forza Voltaire mi auguro nessuno

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