CasaPound, fervono i lavori nella tensostruttura. I militanti non si curano della revoca del sindaco di Castano Primo
(Gp) E' giallo sulla festa nazionale di Casa Pound che questa sera dovrebbe cominciare in una tensostruttura del comune di Castano Primo, a 50 chilometri da Milano. Infatti fervono i lavori per i militanti del movimento per sistemare la tensostruttura. Il condizionale è necessario in quanto il sindaco Giuseppe Pignatiello nel pomeriggio di giovedì ha revocato l'autorizzazione adducendo il cambio di destinazione d'uso e la capienza iandeguata, ma Gianluca Iannone, presidente di Casa Pound Italia è pronto ad una dura battaglia, per cui se le autorità vietano a Casa Pound di svolgere il proprio raduno dove avevano deciso di farlo, sono pronti ad occupare la piazza del Duomo.
Il Corriere della Sera nella sua versione on line racconta la sfida dei militanti di Casa Pound pronti a far cominciare nella giornata di oggi Direzione Rivoluzione, la festa nazionale del movimento.
CasaPound, la sfida dei militanti: «L’evento nazionale si farà»
Vertice sulla sicurezza in prefettura. Bussolati: giusto respingere chi ha valori contrari alla CostituzioneNeanche il tempo di annunciarla, e subito è sfumata. O forse no. È giallo sulla festa nazionale di CasaPound che stasera dovrebbe aprire in una struttura del Comune di Castano Primo, a 50 chilometri da Milano. Il condizionale è d’obbligo perché giovedì pomeriggio l’associazione di estrema destra si è vista revocare l’autorizzazione dal sindaco Giuseppe Pignatiello.
In teoria restava quindi col cerino in mano, senza un luogo dove accogliere gli «oltre 3 mila simpatizzanti attesi da tutta Italia». In pratica però, fino a tarda sera, una ventina di attivisti erano lì. Ad allestire il palco e distribuire volantini per la tre giorni di kermesse. Beffardo il presidente del movimento, Gianluca Iannone, alzava le spalle con il boccale di birra in mano: «La nostra festa è qui, la facciamo comunque». Qualche carabiniere vigilava giovedì sul raduno, in attesa della decisione finale del prefetto. Che non è arrivata, neanche col buio.
Per venerdì, però, Francesco Paolo Tronca ha convocato un nuovo comitato. La festa, con tanto di dibattiti, spettacolo di burlesque e torneo di box e calcetto, comincerebbe alle 18. Poi gli interventi della Lega (Gianluca Buonanno, Raffaele Volpi e Paolo Grimoldi), di Forza Italia (Giulio Gallera e Lara Comi) e di Scelta Civica (Stefano Dambruoso).
L’alternativa? Piazza Duomo
Come ricostruisce lo stesso sindaco, eletto in una lista civica e appoggiato dal Pd, La Focosa (il cui presidente è poi Massimo Trefiletti, anche responsabile milanese di CasaPound) ad agosto aveva chiesto il permesso per un programma «interessante con convegni su vari aspetti dello sport», che era stato autorizzato. Giovedì la scoperta: «Veniamo a sapere solo adesso che dietro c’è l’associazione di estrema destra e addirittura per la sua festa nazionale. Siamo a dir poco sbigottiti. Macché CasaPound, qui», aveva chiuso (in teoria) la porta il sindaco poche ore dopo la conferenza stampa in cui la location, non a caso tenuta segreta fino all’ultimo, era stata svelata. Con la presenza a sorpresa di Vittorio Feltri, che si era scagliato contro il Comune di Milano.
«Le polemiche che hanno accompagnato questa festa lasciano basiti e arrabbiati - ha detto Feltri -. La sinistra mostra la solita ostilità preconcetta nei confronti di un movimento che si muove e fa politica nel rispetto del codice». E Iannone: «Decidere chi può o non può parlare è brutalità, e chi lo fa è un talebano». E se alla fine dovesse arrivare il divieto alla festa? «Semplice, andiamo in piazza Duomo in tremila - ha risposto Iannone ad Affaritaliani -. Magari occupiamo anche quello, così viviamo al meglio la città».
«Le polemiche che hanno accompagnato questa festa lasciano basiti e arrabbiati - ha detto Feltri -. La sinistra mostra la solita ostilità preconcetta nei confronti di un movimento che si muove e fa politica nel rispetto del codice». E Iannone: «Decidere chi può o non può parlare è brutalità, e chi lo fa è un talebano». E se alla fine dovesse arrivare il divieto alla festa? «Semplice, andiamo in piazza Duomo in tremila - ha risposto Iannone ad Affaritaliani -. Magari occupiamo anche quello, così viviamo al meglio la città».
Ragioni di sicurezza
La decisione del sindaco, «doverosa di fronte a quelle che sono risultate false dichiarazioni», è anche dovuta a ragioni di sicurezza, si barcamena Pignatiello: «Non potevo dare autorizzazione a occupare una struttura che contiene duecento persone per una manifestazione che ne radunerebbe molte di più».
Ora la parola passa al prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca. Con Casa Pound non solo decisa a esserci ma anche ad uscire allo scoperto: «Negli ultimi mesi i passi con la Lega ci hanno dato più visibilità - conclude Iannone -. Cerchiamo il confronto. Per chi non lo vuole capire Casa Pound è un movimento che esiste».
Ora la parola passa al prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca. Con Casa Pound non solo decisa a esserci ma anche ad uscire allo scoperto: «Negli ultimi mesi i passi con la Lega ci hanno dato più visibilità - conclude Iannone -. Cerchiamo il confronto. Per chi non lo vuole capire Casa Pound è un movimento che esiste».
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