Salvini bloccato su Facebook per aver usato la parola “zingari”
ROMA – Il leader del carroccio è stato bloccato da facebook per “presunto razzismo” dopo aver usato in un post la parola “zingari”, anche se in Italia gli zingari da sempre vengono chiamati “zingari”. Salvini potrà risultare simpatico o meno ma, senza voler entrare nel merito della questione, è innegabile che col suo modo di parlare diretto e “senza peli sulla lingua” spesso dice quello che molti italiani pensano e che in alcuni casi non hanno il coraggio di dire.
Di certo il suo “politicaly scorrect” spiazza ancora oggi una platea assuefatta e narcotizzata da anni di finti moralisti e imbonitori politici che, dietro false ipocrisie e utilizzando un gergo “politicamente corretto”, hanno costruito carriere personali decennali portando il Paese nelle condizioni attuali. Ma non sarà certo un sinonimo come Rom o nomadi a far accettare queste popolazioni agli italiani, da sempre conosciute per vivere al di fuori dalla legge come evidenziano quasi quotidianamente le cronache nazionali.
«Facebook mi ha bloccato per 24 ore perché ho usato la parola zingari che usava mia nonna». Ha commentato in diretta il segretario della Lega Nord Matteo Salvini durante la trasmissione Omnibus su La7. «Radere al suolo è razzista, la ruspa è razzista, non si può dire zingari. Troveremo dei sinonimi. E’ politicamente scorretto dire zingari? Mia nonna – ha aggiunto Salvini – mi ha educato in maniera politicamente scorretta, perché parlava di zingari quando avevo due anni…».
Salvini non si è scomposto più di tanto ed ha risposto al colosso social così, nel suo stile ironico e provocatore, a quella che lui stesso ha definito una censura di facebook:
Intanto sulla vicenda si registrano i primi commenti. Fabio Sabbatani Schiuma, già consigliere comunale di Roma Capitale e segretario nazionale del Movimento Riva Destra dichiara sull’argomento: «Piena solidarietà a Matteo Salvini per il blocco ricevuto da Facebook. I gestori del social network farebbero bene a modificare le regole. Oggi, infatti, basta ricevere delle segnalazioni in numero cospicuo e il profilo viene bloccato automaticamente e questo non è possibile. Siamo pronti a boicottare Facebook per protesta, anche dalla nostra pagina di Riva Destra che raggiunge oltre un milione di profili a settimana».
Antonio Cacace
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