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Galmozzi: la distruzione delle targhe espressione di un antifascismo tracotante e pavido

A costo di farmi un sacco di nemici voglio tornare su quella che pare stia diventando una moda: la distruzione di targhe. Alcuni compagni hanno mosso validamente una serie di rilievi etici contro queste pratiche ma io penso che non ci sia solo questo. Nel vuoto politico e identitario sì va affermando da tempo un antifascismo sgangherato e gaglioffo, applicato a obiettivi riprovevoli e risibili, un antifa in cui la tracotanza verbale è pari solo alla pavidità pratica. Ai propositi sanguinari esibiti consegue soltanto che negli ultimi dieci anni, per dire, non ricordo una sola, una sola, sede fascista chiusa o un solo, un solo, fascista che abbia preso uno schiaffo. Anzi, ogni volta che si sono incontrati per caso i balenti antifa le hanno prese. Allora viene spontaneo un consiglio ai ragazzi del CS : una canna e una birretta e lasciate stare le cose serie.

Così Enrico Galmozzi, fondatore di Prima Linea, commenta su facebook l'episodio di Genova, il corteo antileghista nel corso del quale è stata distrutta le due targhe della strada dedicata a Ugo Venturini, il primo missino ucciso in scontri di piazza negli anni '70.
Il gesto è stato rivendicato, a mezzo social network, dal collettivo universitario Re Up: «Il perché per noi è semplicissimo - si legge sulla pagina Facebook - stiamo subendo una neutralizzazione del passato o una sua criminalizzazione volta a rendere docile una parte di storia che ha ancora molto da insegnare. Questo riguarda la lotta partigiana così come le lotte degli anni '70. Quella targa era per noi una provocazione e doveva essere tolta» .
 CasaPound ha chiesto in una nota «che la storia di Ugo Vetturini venga ricordata, e la targa riposizionata al più presto», attaccando il rettore di Genova sul fatto «che l’università continui a dare in uso una sua aula pubblica al collettivo, che si vanta di simili azioni nella totale impunità».

1 commento:

  1. Mah ... che la distruzione delle targhe, in verita ampiamente praticata anche in senso inverso, sia una ignobile cazzata, lo penso anche io ... anche se nello specifico la morte di Ugo Venturini fu più un caso di "malasanità" che non un omicidio politico ... però anche in questo caso, e forse per questo a maggior ragione ancora, la distruzione della targa sempre una ignobile cazzata rimane ...

    Detto però da Galmozzi, le cui frequentazioni fascistoidi in essere ormai da molti anni sono note ... e che, se ben ricordo, è l'assassino materiale di Enrico Pedenovi, non propriamente "un picchiatore ed uno squadrista" dell'epoca .... ma un semplice ed innocuo politicante locale trovatosi casualmente nel Msi a seguito della fusione coi monarchici da cui proveniva ed assolutamente fisicamente estraneo al clima da "guerra civile strisciante" in atto a Milano in quegli anni ..... direi che al cosa suscita una notevole perplessità ... a volte il silenzio ed un minimo di umiltà sarebbero d'obbligo .... e invece ...

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