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I primi patimenti di Matteo Salvini nella crociata per conquistare il Sud

di Giuseppe Parente e Ugo Maria Tassinari

Sfatiamo subito un mito. Matteo Salvini, che ha iniziato giovedì il suo tour meridionale per presentare Noi con Salvini, costola centromeridionale della Lega Nord per l’indipendenza della Padania, non si è inventato nulla: ha solo colto l'occasione offerta dal collasso della destra “nazionale” e dall'evidente prateria aperta sul mercato politico a un progetto identitario, sovranista, antieurocratico.
L’idea forza di portare la Lega al Sud, però, è di Umberto Bossi. Ora la Lega ci riprova, partendo da piccoli feudi, serbatoi di voti già alle ultime Europee, da nuovi e vecchi democristiani riciclati nel Movimento per le Autonomie, nell’Unione di Centro, nei Popolari di Italia domani, da nostalgici del vecchio Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale ed orfani della destra europea e democratica incarnata da Alleanza Nazionale. E la lentezza con cui il “comunista padano” procede, ancora incerto sull'opportunità di imbarcare o meno tanti “rottami” del vecchio ceto politico, può essere una delle ragioni che spiega l'improvvisa inversione di tendenza nei sondaggi: dopo una marcia trionfale che l'ha portato a contendere il primato del centrodestra a Berlusconi, ora la Lega perde bruscamente un paio di punti. Ed è di tutta evidenza che la forza del brand e del progetto non ha nulla da guadagnare dal riciclaggio di personale logoro. Il successo di Grillo alle regionali siciliane di tre anni fa dimostra che anche al Sud un progetto forte può prescindere da una rete clientelare per la conquista del voto.

Oggi Matteo Salvini approda in Sicilia, precisamente a Palermo, per una pubblica manifestazione presso la sala convegni dell’hotel delle Palme. Già nel 2006 la Lega Nord per l’indipendenza della Padania e il Movimento per le Autonomie, guidato da Raffaele Lombardo siglarono un accordo federativo tra i 2 movimenti denominato Patto per le Autonomie.

La Lega ed il Mpa si presentarono insieme alle elezioni politiche sotto il simbolo unito di Alberto da Giussano con la spada sguainata che sovrastava la palombella bianca simbolo degli autonomisti siciliani. Una alleanza elettorale sicuramente contro natura che andò benino almeno per quanto riguarda il movimento di Raffaele Lombardo che, grazie all'apperentamento nazionale e al radicamento territoriale, conquistò ben 5 deputati e 2 senatori. Poi, grazie alle continue e costanti giravolte di Lombardo ed al repentino cambio di linea politica del senatur, il patto per le autonomie si ruppe.
Dopo le buone affermazioni elettorali alle ultime regionali in Emilia Romagna ed alle Europee, dove nel collegio elettorale Centro Italia è stato eletto Mario Borghezio all’europarlamento la Lega ci riprova. Qualche benpensante potrebbe dire che Mario Borghezio è stato eletto, in un collegio elettorale diverso dal suo, grazie ai consensi conquistati nel variegato mondo della destra radicale italiana, soprattutto tra i fascisti del terzo millennio di Casa Pound. In realtà Mario Borghezio, nel collegio Centro Italia ha conquistato poco più di 5 mila preferenze, giungendo secondo dietro al segretario nazionale Salvini che superò le 30mila preferenze per poi optare in un altro collegio. Segno evidente di come il brand Salvini tiri moltissimo. Il merito reale della militanza “nera” è stato di rendere possibile una campagna elettorale aggressiva, con incursioni di Borghezio in tutti i luoghi della tensione razziale delle periferie romane e importanti ritorni di visibilità mediatica. Un terreno questo su cui lo stesso Salvini ha dimostrato di sapersi spendere bene.

D’altronde, Matteo è un politico di razza, piace alla gente e nei sondaggi, grazie ad una costante e continua presenza nei maggior talk show dell’italica tivù, è stato a lungo premiato: da settembre a dicembre, sull'onda emotiva dell'allarme immigrazione gestito con gran clamore ed efficace movimentismo, la Lega ha quasi raddoppiato i consensi passando dal 6.9 al 13.3 per poi calare a gennaio al 13% e a febbraio all'11.3. Ci sono oggi sul mercato elettorale milioni di voti in libera uscita, di elettori delusi dal Movimento cinque Stelle di Beppe Grillo, da Forza Italia e dalla scelte contro natura del suo leader carismatico Berlusconi, vedi Patto del Nazareno, ed esiste un variegato mondo culturalmente di destra che è orfano di un partito a cui offrire il proprio contributo sia in termini militanti che in termini squisitamente elettorali. Matteo Salvini, diversamente dalla precedente tappa in Abruzzo, dove ha riempito la sala senza particolari contestazioni, a Palermo avrà una accoglienza calda. Infatti i Siciliani non hanno dimenticato le uscite infelici della Lega contro i meridionali. Per questo motivo, in concomitanza con il suo arrivo nel capoluogo siciliano è stata organizzata la “Giornata dell’orgoglio terrone”. Sui manifesti, affissi in tutta la città, si legge Salvini…Palermo non perdona. Gli organizzatori della giornata dell’orgoglio terrone, in una nota, diffusa alla stampa, hanno dichiarato:” Salvini & co. stanno provando a sbarcare sull’intero scenario nazionale, e a utilizzarci come stupidi elettori. Non siamo disposti a mangiare al banchetto di chi ci ha sempre insultato e discriminato! Prepariamo un’adeguata accoglienza a chi pensa di poter sfruttare la popolazione siciliana per gli interessi del suo partito”.
Anche a Napoli, del resto, non dimenticano, il “vecchio” Salvini. E così, sulle stesse note di “Mamma che puzza scappano li cani sono arrivati i napoletani”, improvvidamente cantata dal giovane leader a una Berghem fest di qualche anno fa, oggi gli ultras azzurri intonano poco elegantemente: “Ecco Salvini pensa che gioia mentre tu parli Isoardi fa la troia”. Quanto al tentativo di appropriarsi di un pezzo famoso del pop trash napoletano come inno per la nascente formazione per il CentroSud, a Salvini ha detto male, l'autore Nino d'Angelo non consente alla cessione dei diritti (che non hanno neanche chiesto): “Hanno parlato per anni di 'Roma ladrona' ma ora mi pare che anche loro siano un po' ladri”. 
A raccontare e ad animare le contestazioni ci pensa anche il gruppo Facebook Salvini, il Sud ti odia, forte di più di 11mila seguaci...

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