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Anni di Piombo o Anni di Merda? Il massacro del Circeo e l'assassinio dell'Idroscalo nelle memorie di un sanbabilino


1976. Esattamente 39 anni fa. Olga Julia Calzoni, per chi la conosce bene solo Julia, viene barbaramente uccisa a 16 anni da due ragazzotti della Milano bene, Giorgio Invernizzi e Fabrizio Demichelis. Olga è una ragazzina di buona famiglia, liceale del Volta. Si innamora di un balordo. Un giorno di marzo, del lontano 1976, questo balordo con un suo compare decidono d’inscenare un rapimento così, per gioco, per fare uno scherzo ai genitori, dicono a Julia.
A caldo, a pochi mesi dal delitto del Circeo, l'omicidio stupido e feroce sembrò la proiezione su scala milanese della "violenza fascista": dai Parioli a San Babila.

Cominciava così il post dedicato sei anni fa a uno dei delitti che hanno segnato quell'epoca. Oggi quel post è il primo che google propone se si digita il nome della vittima. E quindi colgo l'occasione per riproporvi invece un bel testo di Johanna Litzen e Nicola Guerra sulla discussione innescata dalla lettera di un sanbabilino che riflette sull'orrore dei due delitti. Ci sono interventi forti e non reticenti di due leader del rango di Cesare Ferri e Maurizio Murelli

Il pubblico di battito
Recentemente un membro del gruppo facebook Years of Lead (Anni di Piombo - https://www.facebook.com/groups/292073480964370/) ha condiviso un articolo dal titolo “Bullismo Settanta: una storia di sconclusionata violenza “ (http://antonella.beccaria.org/2006/12/11/bullismo-settanta-una-storia-di-sconclusionata-violenza/). Un pezzo che ricostrusce l´omicidio di Olga Julia Calzoni nella Milano del 1976 legandolo nel titolo ad un termine oggi al centro delle cronache nazionali, “bullismo” appunto. L´articolo relativo all´omicidio della giovane Olga non è passato inosservato ed ha raccolto numerosi commenti e riflessioni sull´ambiente sanbabilino bazzicato dai due assassini e sull´estrema destra in senso più largo con considerazioni riguardanti anche il massacro del Circeo del 1975. Un dibattito che ha toccato anche il rapporto tra neofascismo e nichilismo e sfiorato, in modo meno palese, anche nodi irrisolti del neofascismo degli anni di piombo quali la questione femminile e quella gerarchica.
Mario Galletti, militante sanbabilino, ancora inorridisce per l´assassinio di Olga e scrive: “questa e' gente che non solo ha tradito la fiducia di una persona e si e' macchiata di un'orrendo crimine ma che solo per respirare la nostra stessa aria ha danneggiato la nostra area politica. Questi, al pari di quelli del Circeo avremmo dovuto giustiziarli noi”. Successivi commenti spostano pero´ il discorso sul rapporto tra neofascismo e nichilismo e Maurizio Murelli, figura carismatica di San Babila, afferma: “Vedo che si apre un dibattito sul nichilismo e siccome qui in questa discussione ho introdotto io il termine, faccio sommessamente notare che quando tratto di certi argomenti uso il bilancino del farmacista e infatti ho testualmente scritto "QUEL nichilismo" [quel sottolineato con il maiuscolo]. NON HO DETTO che l'espressione criminale dei due autori è espressione del nichilismo. Cosa che invece ha fatto ben altra persona per la figura di Izzo e grazie alla sua autorità fatto accettare alla camerateria coatta, da Mario Tuti fino a Nico Azzi contraddicendo la mia personale avversione. Questo per dovere di cronaca. E sempre per dovere di cronaca, devo dire che l'accettazione di quella condizione mi pesa a tutt'oggi e non per questioni di "morale". Punto.” E´ evidentemente e comprensibilmente ancora forte il disdegno in Murelli per l´accettazione di Izzo, uno dei massacratori del Circeo, all´interno della fascisteria. Una accettazione che sembra dovuta a quel principio di rispetto della gerarchia tanto caro al neofascismo italiano prima dell´esperienza spontaneista dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), per certi versi piu´ definibile come anarcofascista. Un principio di gerarchia troppo sovente considerato dai neofascisti ante-NAR come parte integrale dell´ideologia fascista e come tale irrinunciabile sia a livello organizzativo sia come selezione. Una tematica questa che indubbiamente richiederebbe maggiori attenzioni e studi e ci offre ad oggi un quadro irrisolto e confuso del rapportarsi neofascista con la gerarchia. Un quadro dicotomico tra gerarchismo ante-NAR e spontaneismo NAR. Chi era la persona che fece accettare Izzo alla “camerateria coatta”? Lo vedremo piu´ avanti.
Cesare Ferri, figura storica della San Babila, di quegli anni precisa: “Intanto diciamo che gli assassini di Olga Calzoni non erano propriamente dei camerati e dei frequentatori assidui di San Babila, prova ne sia che chi stava quasi sempre in quella piazza, come il sottoscritto e alcuni altri, quei due li conosceva davvero poco. In secondo luogo, all'epoca più che di deriva nichilista è forse opportuno parlare del pensiero evoliano espresso in Cavalcare la tigre. Fermo restando però che analisi sociologiche o di altra natura riguardanti il luogo e i ragazzi che là stavano, sono state sempre fatte a posteriori e quindi caricate di significati spesso poco attinenti con la realtà. Ma se a tutti i costi si vuol parlare di nichilismo, per come ho conosciuto io l'ambiente (e l'ho conosciuto bene), devo dire che ognuno c'è arrivato e l'ha vissuto come meglio ha preferito. Ma è una tesi tirata per i capelli: a venti anni o poco più discettare di nichilismo a ragion veduta, avrebbe fatto sorridere. I problemi erano altri. Quelli che hanno ammazzato Olga Calzone non sono nichilisti ma assassini. E ha ragione Mario (Galletti): sapendolo, avremmo dovuto fare giustizia noi. Ma non lo sapevamo e non potevamo saperlo”. Ferri in un sol colpo cancella l´ipotesi nichilista, costrutto effettivamente adottato a posteriori e anche abusato nelle ricostruzioni del complesso mondo neofascista. Una ipotesi, quella di un malinteso nichilismo, che anche nelle ricostruzioni piu´ dettagliate finisce per svilire la complessita´ politologica del neofascimo e la natura dei rapporti intercorsi tra esso e la criminalita´comune. Un tema questo che proprio Maurizio Murelli affrontera´ nel suo romanzo autobiografico di prossima uscita. Ed e´ proprio Maurizio che in un successivo post mette in risalto la necessita´ di uno studio piu´ articolato sulla complessita´ della San Babila neofascista: “San Babila era un luogo di transito di diversi clan. Non lo spazio geopolitico di UN clan. E se c'erano contiguità tra alcuni clan questo non significa affinità elettiva tra TUTTI i clan. Che poi la faccenda Olga J. Calzoni è una faccenda della san Babila del 1974, quando cioè la San Babila caratterizzata ANCHE politicamente era defunta. E di fatto è la San Babila descritta da Avene selvatiche per altro con stravolgimenti dei residuati effettivamente politici. Quindi le cose sono molto più complicate e complesse di come vengono oggi descritte dagli agiografici e dai denigratori.”
Il pullulare di commenti nascosti da pseudonimi che rincarano la pista del nichilismo spinge Maurizio Murelli ad una netta precisazione sentita anche a livello emotivo: “Sarebbe bene che a questo tipo di discussioni si astenessero quanti usano pseudonimi e non mandano avanti anche la loro biografia. Perché poi non si capisce a che titolo parlano e dove attingono certezze sui fatti e sulle evoluzioni antropologiche di una ambiente ben circoscritto nello spazio e nel tempo. Le opinioni possono anche essere proposte anonimamente, certo... ma chi poi manda avanti nome e faccia (come il sottoscritto) vorrebbe capire da dove ricava le certezze di fondo per le opinioni espresse chi si cela nell'anonimato. Non si sta qui parlando di dottrina e filosofia, ma di tragedie, di morti ammazzati, di devastazioni biografiche, di itinerari di vita.... Quindi non è troppo pretendere rispetto per le tragedie e il vissuto pagato anche a caro prezzo. Io su queste cose ci sono con i sogni dei mie 18 anni ma anche con un immenso dolore per le perdite di amici e camerati, che furono nel giusto, che equivocarono, che sbagliarono, che erano troppo avanti o troppo indietro. Passati oltre 40 anni dai fatti le prospettive sono molteplici anche da parte di chi c'era. I sedimentati diversamente elaborati. Ma lo spartiacque tra chi c'era e l'entomologo o l'anatomopatologo resta.. Quindi anche certe spiritosaggini qui non sono gradite”. Mario Galletti, rivolgendosi a Murelli, specifica con fermazza “Capisco il tuo risentimente ma allo stesso tempo spero che tu ritenga che i sogni dei tuoi 18 anni siano stati offesi e traditi specialmente da criminali assassini come i due in questione che hanno tolto la vita ad una ragazza che si era innamorata per la prima volta.Nessuna compassione e/o comprensione per costoro: il loro atto criminale non puo' essere ridotto a camerati che hanno sbagliato”.
  1. La lettera col cuore
Non vi è dubbio che l´assassinio di Olga Julia Calzoni e il massacro del Circeo ancora oggi rappresentino un tema sensibile nelle e delle memorie neofasciste e che essi tocchino una molteplicita´ di tematiche irrisolte da studi che sino ad oggi hanno avuto il merito di aver ricostruito la storia degli eventi ma che dovranno al piu´ presto essere affiancati da ricerche che approfondiscano le ragioni di quegli eventi. E proprio ad aiutare, quasi come un grido di richiesta di approfondimento, mi e´ giunta una mail in privato di un militante sanbabilino dell´epoca. Un militante che con forza, dolore e rabbia introduce una tematica soltanto sfiorata dai commenti precedenti ma che appare centrale. Il rapporto tra neofascismo e questione femminile. Scrive il miltante sanbabilino:
Buongiorno, Nicola. Scusa se ti disturbo in privato, ma non voglio entrare troppo nella discussione sull'omicidio di Olga Julia Calzoni perché non ho voglia di litigare con nessuno. Fu una cosa abominevole, come era stato abominevole il delitto del Circeo l'anno prima. Naturalmente ci fu qualche emerita testa di cazzo che cercò di giustificare entrambe le cose: per il Circeo, "erano soltanto delle borgatare", "così imparano a andare a scopare in giro", "però gli piaceva andare con i fascisti, eh?", "erano di razza inferiore" e amenità simili (sentite con le mie orecchie); per Olga Julia Calzoni, "il fine giustifica i mezzi", "i due prodi avevano bisogno di soldi per fare la rivoluzione", "se lei stava buona non le succedeva niente" eccetera (pure queste sentite con le mie orecchie). Il problema fu che per il Circeo fu nientemeno Freda che si scomodò a sdoganare Izzo, certo non giustificando quello che aveva fatto con i suoi compari, ma insomma riconoscendogli una sorta di status politico che lo elevò da quella merda che è al rango di persona meritevole di rispetto se non altro per rispetto di Freda, allora assai carismatico nel c.d. ambiente. Una cosa assurda e criminale. Quando successe il fatto di Olga Julia Calzoni, il fatto che vittima e assassini fossero della Milano-bene scatenò da una parte e dall'altra le peggiori partigianerie - ho sentito anche cose tipo "bene, finalmente si ammazzano fra di loro". A ripensarci ora, anni di merda, altro che anni di piombo. Buona giornata!”
  1. Le riflessioni del caso
Non vi e´ alcun dubbio che anche gli eventi piu´ foschi del neofascismo restino ancora ad oggi non studiati a dovere nei loro presupposti storici, culturali, politici e sociali. E indubbiamente tutto da capire e´ cio´che riguarda il neofascismo e il suo rapportarsi con la figura femminile. Il neofascismo che da un lato ci ha offerto giovanili e romantiche storie d´amore, come quella tra Alessandro Alibrandi e Claudia Serpieri, durature relazioni, come quella tra Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, uniti nell´amore e nella rivoluzione, ci ha pero´ lasciato come macchia nera da studiare due storie, quella del Circeo e quella di Olga (lasciando per il momento a parte il caso di Ludwig), che riguardano il suo rapportarsi con la figura femminile, la gerarchia, la violenza e quella tentazione fascista, ricostruita dal professore “fascistologo” finlandese Tarmo Kunnas, che pero´ non ha attratto ovviamente solo intellettuali ma anche qualche vero e proprio “spostato”, per usare un termine ultimamente citato dal professor Marco Tarchi. Sempre che pero´ si possano equiparare una “tentazione fascista” ed una “tentazione neofascista”, anche questo tema assai interessante.
Nicola Guerra e Johanna Litzen
University of Turku

5 commenti:

  1. Nel titolo si parla anche dell'Idroscalo ma nel testo non ne trovo traccia.

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  2. L'omicidio della Calzoni fu consumato all'Idroscalo
    http://fondazionerrideluca.com/download/1979/11_1979/LOTTA-CONTINUA_1979_11_11_12_248_0006.pdf

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  3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  4. Concordo pienamente con i commenti di Maurizio Murelli e Cesare Ferri: se dobbiamo dire le cose facciamolo a viso scoperto e con nomi e cognomi. Parlare dietro identità posticcie non fa bene a nessuno... e personalmente a me non risulta che fu Freda a sdoganare Izzo... e poichè ho passato quattro anni della mia vita nella Sezione di Massima Sicurezza del carcere di Novara, insieme a molti altri di Destra, penso di saperne anch'io qualcosina in più di chi non c'era!

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  5. Non capisco perché non appaia il mio nome nel commento soprastante, visto che in altre occasioni ho scritto altri commenti.... giusto per evitare congetture sono Enrico Caruso. E confermo IN TOTO quantosopra esposto: non fu Freda a sdoganare Izzo bensì uno del gruppo di Quex, che in un attima fi follia totale (e sono gentile... ) se ne uscì dicendo che " nessuno si doveva permettere di giudicare Izzo!". E quando il sottoscritto gli rispose che questa cosa era totalmente folle,mi scrisse pubblicamente, dicendomi "... non hai capito un cazzo, fatti la tua inutile galera!" . Spero che un giorno di incontrarlo... e non è detto che quel giorno nn arrivi presto, visto che va in giro a fare il "mercatino dei libri", vero???

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