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Con la presunta tresca tra la direttrice (rimossa) e il carcerato (Ciavardini) Mafia Capitale vira sulla commedia sexy

L'onda lunga di Mafia Capitale, l'inchiesta che sta smantellando un pezzo del sistema affaristico-criminale romano, continua a far danni. Ora è la volta della ex direttrice del carcere di Frosinone, finita nel tritacarne e rimossa dal suo attuale incarico (Sulmona) per un pettegolezzo di due anni fa tra Riccardo Brugia e un suo amico "imprenditore". I due commentano malignamente la relazione intima della donna con un "suo" detenuto in semilibertà, Luigi Ciavardini. Il ruolo giocato da quest'ultimo nelle narrazioni della maxinchiesta è interessante. Pur non essendo nemmeno indagato, infatti, si trova per la seconda volta, in pochi giorni, a occupare la scomoda casella della "notizia del giorno". Era già successo una settimana fa, quando il Fatto Quotidiano aveva divulgato l'informativa dei Ros sulla nascita dell'inchiesta, partita appunto da un pedinamento di Ciavardini. Questa "velina" ricostruiva una rete di contatti personali della fascisteria romana, più o meno collegata con il "ramo di strada" della "Terra di Mezzo". Vediamo come Il Centro, quotidiano abruzzese del gruppo L'Espresso, racconta lo scandalo. Torneremo poi a parlare del rapporto tra Brugia e l'amico imprenditore:  
SULMONA . Repentino e inaspettato cambio alla guida del carcere di Sulmona. Venerdì pomeriggio la direttrice Silvia Pesante è stata sostituita dall'ex direttore Sergio Romice. La Pesante, prima di venire a Sulmona, nel 2012 guidava il carcere di Frosinone. La Pesante sarebbe stata sostituita per una intercettazione nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale. L’ex direttrice di Sulmona sarebbe stata l’amante di Luigi Ciavardini, terrorista nero condannato in via definitiva per la strage di Bologna. La Pesante avrebbe cominciato la relazione con l’ex Nar (Nuclei armati rivoluzionari), quando questo era detenuto nel carcere di Frosinone. Silvia Pesante compare in un'intercettazione ambientale di una conversazione in un bar a Roma, allegata agli atti dell'inchiesta Mafia Capitale, tra l'imprenditore Mario Zurlo e il braccio destro di Massimo Carminati, Riccardo Brugia. Massimo Carminati, ritenuto il boss della Cupola capitolina, era presente all'incontro avvenuto il 7 febbraio del 2013. Nella telefonata non viene mai pronunciato il nome della Pesante ma si fa esplicito riferimento ad una «bionda direttrice del carcere di Frosinone». Zurlo dice a Brugia che «l'altro giorno è passato Luigi (Ciavardini precisa dopo, ndr) per farmi gli auguri e stava con una bionda in macchina, rideva». Brugia chiede «ma che era un trans?» e Zurlo risponde: «no è il direttore del carcere di Frosinone, se la stava portando a casa... gli ho detto di stare attento perchè il giorno che non te la porti più a casa più questa te fa leva la semilibertà... perchè quella è un dipendente del Ministero degli interni». I due fanno anche alcuni apprezzamenti sull'aspetto fisico della donna («non male, è carina») poi Zurlo rivela a Brugia che Ciavardini «con la sua cooperativa sociale sta facendo tutti i lavori intorno al carcere, gli pulisce l'erba... c'ha tutto il verde esterno». Luigi Ciavardini, ex Nar già condannato a 30 anni per essere stato ritenuto esecutore materiale della strage alla stazione di Bologna, è dal 2009 in stato di semilibertà. "È una enorme falsità, una mascalzonata e basta, serve solo a gettare polvere su di me o sul volontariato. Io con la '29 giugnò non ho mai lavorato e mai avuto nulla in comune", ha dichiarato all'Ansa l'ex direttore del carcere di Sulmona. La Pesanti era direttrice in quel periodo del carcere di Frosinone. "Sono pronta a querelare chiunque segua illazioni del genere - spiega decisa - certi accostamenti sono vergognosi. Ho avuto contatti con certa gente, per via del mio lavoro, ma so anche che si tratta di un 'certo tipo di gentè, mentre per fortuna la buona parte del volontariato che opera coi detenuti è sana. Sono strutture con le quali, dove ho lavorato, mi sono trovata bene. Il mio avvicendamento a Sulmona poi fa parte delle disposizioni: lì ero provvisoria, in attesa di altro incarico, così come chi mi ha sostituito. Si è trattato di un normale passaggio di consegne", chiude la Pesante. 

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