Carminati riscrive la storia: la Banda della Magliana erano quattro cialtroni e io non ne facevo parte
Ho cominciato a leggere le carte, cioè l'ordinanza di custodia, di #MafiaCapitale, mentre colleghi più organizzati già sono al lavoro sui due rapporti dei Ros (3mila pagine) che hanno alimentato il blitz giudiziario. I dubbi sollevati nel primo articolo per il Garantista sono oramai quasi solide certezze: l'associazione mafiosa non supererà il vaglio del giudizio di merito. Ci sono infatti una serie di episodi di recupero crediti con metodo violento e, tranne in un caso, di importo assai modesto (in due occasioni addirittura di poche centinaia di euro) ma tutto il core business dell'associazione criminale (che esiste) non ha bisogno né della violenza né dell'intimidazione (che è spesso evocata nelle argomentazioni del gip come una realtà fisica incombente). Basta citare un solo esempio: Mafia Capitale nasce, secondo i Ros, nell'autunno del 2012, in occasione di una cena nella villa di Sacrofano mentre l'affare con cui decolla imprenditorialmente il network delle cooperative sociali che fanno capo a Buzzi è la raccolta differenziata dei rifiuti a Roma. Una gara che, secondo il gip, la 29 giugno si aggiudica nel 2008, corrompendo Panzironi (nella foto), che va a busta paga e poi incassa anche compensi a percentuale (per un singolo appalto da quasi 5 milioni una bustarella da 120 mila euro). Appalti che secondo il "tecnico democristiano" erano stati assegnati correttamente: per un "colpo di fortuna" Daniele Autieri, l'autore di "Alemagno" lo aveva intervistato giusto nell'ultimo weekend da libero e aveva avuto modo di chiedergli se sapeva di "inchieste in corso sulle gare pubbliche"...
Una coop rossa con un glorioso passato (tra i soci fondatori ci sono la moglie di Ingrao e quel sant'uomo di monsignor Di Liegro) che fa il botto appena il "fascista" Alemanno conquista il Campidoglio dovrebbe far riflettere su questo maleodorante intreccio che non sarà mafia ma certo è un bel cocktail di malapolitica, malaffare e malavita...
Il gip si sofferma anche su alcune considerazioni storiche, sui legami tra i protagonisti "fascisti" e il loro passato. E così sappiamo che già trent'anni fa Carminati e Brugia, pur "facendo cose" con i militanti dei Nar, erano più banditi che guerriglieri, poiché erano contrari all'uso 'politico' del provento delle loro rapine. Io personalmente lo sapevo già, ma credo che sia interessante fissare il punto.
Molto più intrigante, invece, e dalle conseguenze imprevedibili è un'altra rivelazione. Raccontando del suo passato a un complice, infatti, Carminati nega di aver mai fatto parte della Banda della Magliana. Aveva un rapporto organico solo con Giuseppucci, l'unico capo che ha riconosciuto, mentre dopo la sua morte ha rifiutato l'arruolamento propostogli, perché li giudicava "quattro cialtroni". E qui scatta il panico tra scrittori e sceneggiatori (bisognerà rimaneggiare Romanzo criminale: la serie) mentre in parecchi si dovrebbero decidere a chiedere scusa ai pochi illuminati (magistrati ma anche un giornalista coi fiocchi come Pino Nicotri) che qualche dubbio lo hanno coltivato in tempi non sospetti...
Una coop rossa con un glorioso passato (tra i soci fondatori ci sono la moglie di Ingrao e quel sant'uomo di monsignor Di Liegro) che fa il botto appena il "fascista" Alemanno conquista il Campidoglio dovrebbe far riflettere su questo maleodorante intreccio che non sarà mafia ma certo è un bel cocktail di malapolitica, malaffare e malavita...
Il gip si sofferma anche su alcune considerazioni storiche, sui legami tra i protagonisti "fascisti" e il loro passato. E così sappiamo che già trent'anni fa Carminati e Brugia, pur "facendo cose" con i militanti dei Nar, erano più banditi che guerriglieri, poiché erano contrari all'uso 'politico' del provento delle loro rapine. Io personalmente lo sapevo già, ma credo che sia interessante fissare il punto.
Molto più intrigante, invece, e dalle conseguenze imprevedibili è un'altra rivelazione. Raccontando del suo passato a un complice, infatti, Carminati nega di aver mai fatto parte della Banda della Magliana. Aveva un rapporto organico solo con Giuseppucci, l'unico capo che ha riconosciuto, mentre dopo la sua morte ha rifiutato l'arruolamento propostogli, perché li giudicava "quattro cialtroni". E qui scatta il panico tra scrittori e sceneggiatori (bisognerà rimaneggiare Romanzo criminale: la serie) mentre in parecchi si dovrebbero decidere a chiedere scusa ai pochi illuminati (magistrati ma anche un giornalista coi fiocchi come Pino Nicotri) che qualche dubbio lo hanno coltivato in tempi non sospetti...
Si, vabbè, Ugo, mò non esagerare col "revisionismo" ... in un' altra intercettazione, con due poliziotti che sono andati ad avvisarlo a Corso Francia della inchiesta in corso nei suoi confronti, Carminati dice tutto il contrario ... dice che il libro di De Cataldo ed il film di Placido, a differenze dal serial di Sky, si avvicinano molto alla realtà sulla Magliana ... anche io penso che sulla Magliana si sia "romanzato" molto e ben prima del libro di De Cataldo ... penso soprattutto ai libercoli della Kaos ed a certe ricostruzioni strumental/politiche di marca Pci ... addirittura gli inesistenti legami con la vicenda Moro ecc. ecc. .... però gli stretti rapporti del "Nero" con Abbruciati e De Pedis, largamente successivi alla uccisione di Giuseppucci, sono una realtà più che acclarata .... quindi Carminati non raccontasse cazzate .... poi che si trattasse di una specie di "battitore libero", utilizzato in alcuni momenti, e non di un membro organico della Banda ... così come era un "battitore libero" pure rispetto al giro dei Nar e dello "spontaneismo armato" .... è un altro discorso ... ma appunto non esageriamo con uno strumentale "revisionismo" ....
RispondiEliminaper me era chiaro che ragionavo sul piano delle narrazioni essendo la verità giudiziaria fissata da una sentenza di condanna
RispondiElimina