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Aquila nera/9. Gli indagati si difendono: non sapevo, non c'ero e comunque cazzeggiavo

Non so, non c'ero e se c'ero mica ho capito quello che volevano fare. E' questa la linea su cui si sono attestati molti degli indagati per "Aquila nera", la face-banda che faceva capo a Manni, l'ex carabiniere deciso a dar vita a un intenso programma stragista ma privo delle risorse per comprare un minimo di armamento. Il Messaggero Veneto ci offre le deposizioni di due dei sospettati friulani, entrambi militanti della Fiamma, uno passato per l'esperienza dei Forconi, uno transitato nella Lega

Cristian Masullo, cameriere di 41 anni, molto conosciuto a Udine proprio per la sua attività. Da più di un anno lavora infatti in un noto locale del centro, a due passi dal municipio. Iscritto alla Fiamma tricolore, Masullo ha anche aderito al movimento dei forconi che il 9 dicembre dello scorso anno ha paralizzato l’Italia. Ma chi lo conosce, leggendo il suo nome nell’elenco degli indagati, è rimasto a dir poco sorpreso. Così come lo stesso Masullo, raggiunto dai carabinieri del Ros nella sua abitazione alle tre del mattino. I militari gli hanno sequestrato cellulare e computer che saranno passati al setaccio dagli investigatori. Da quanto si è appreso la sua iscrizione nel registro degli indagati è stata strumentale proprio all’esecuzione della perquisizione. «Ho idee di destra - si giustifica - e non le nascondo, ma questo non vuol dire che vado in giro ad ammazzare la gente. Ho conosciuto Stefano Manni e anche Marina Pellati (ritenuti ai vertici del movimento eversivo, ndr) ma non li sento da più di un anno e non era a conoscenza di questa struttura e tanto meno dei loro obiettivi da cui mi dissocio completamente. Su Facebook si fanno tanti “bla bla” ma da lì a fare qualcosa di concreto ce ne passa». Dando un’occhiata al profilo Fb di Masullo però alcuni post lasciano a dir poco perplessi: «Dibattito con mia risposta inclusa: cosa fareste voi con 145 mila euro??? Io farei un investimento ci comprerei: pistole, mitragliatori, fucili di precisione, munizioni e tritolo...!» scrive per esempio il 24 giugno dell’anno scorso. E prima e dopo non mancano saluti romani e altri commenti “borderline”. «Mi rendo conto che chi non mi conosce leggendo questi post può farsi un’idea sbagliata - spiega -, ma la verità è che sono soltanto degli sfoghi. Sono provocazioni che restano tali. Non ho mai preso parte ad alcuna azione né l’ho pensata o progettata. In passato sono stato contattato da Valerio Ronchi per scrivere alcuni post sulla pagina Facebook di Federazione nazionalista. Commentavo le notizie senza ricevere alcun compenso, poi, più di un anno fa citai una frase di Renato Zero e venni criticato perché è un’icona gay. Poco dopo mi esclusero perché in una questione interna di cui non sapevo nulla non presi le difese dei fedelissimi di Manni. E questo è tutto. Nei miei post non ho mai offeso nessuno, penso solo che Mussolini abbia fatto anche cose positive, ma non ho mai fatto male a nessuno e non ce l’ho con i neri o gli ebrei».
Maurizio Gentile è sempre stato di destra, dice. Per questo aveva militato nel Msi-Fiamma tricolore ed aveva pure ricoperto il ruolo di coordinatore comunale. Poi circa un anno aveva lasciato la Fiamma per la Lega Nord. «Sì, sono di destra - afferma - ma non ho mai avuto idee sovversive e con questa vicenda non c’entro nulla. No so da dove siano uscite queste minchiate». Eppure, suo malgrado, Maurizio Gentile si ritrova indagato assieme all’altro goriziano Giovanni Amorelli nell’inchiesta “Aquila nera”. È accusato di avere lavorato per reperire armi provenienti dai Paesi balcanici. Per questo incarico avrebbe avuto rapporti con Franco Grespi (braccio destro di Stefano Manni, uno dei leader del gruppo neofascista) e con la sua compagna Ornella Garoli, titolare di un negozio a Gorizia. Grespi e la Garoli sono finiti in manette. «Personalmente - dichiara Gentile - ho visto e parlato un paio di volte con Grespi, mentre ho conosciuto prima su Facebook e poi di persona la Garoli. Certo, abbiamo parlato anche di politica come fanno tanti, ma da qui a dipingermi come uno che acquistava armi in Slovenia ce ne passa. Ma le sembra che se quelli avessero voluto acquistare armi si sarebbero rivolti proprio a uno come me? Non so neppure come si monta un’arma. Con loro di questo non ho mai parlato e neppure loro con me». Quando la mattina del 22 dicembre sono stati effettuati 14 arresti in varie regioni italiane e perquisizioni a carico di altri 31 indagati, i carabineri dei Ros alle tre del mattino sono piombati a casa sua. «Mi hanno chiesto se avessi delle armi e ovviamente ho detto di no. Anzi, ho esibito la mia licenza di Pubblica sicurezza - dice ancora - perché fino a due anni fa facevo recupero crediti. Davvero non so come sono finito in questo polverone. Io con Amorelli ci parlavo, ma poi non so se lui avesse altri giri. Succede a tutti di parlare con tanta gente ma mica sai tutto di loro. Se io bevo un caffè con lei mica posso sapere se lei è un pericoloso sovversivo. La cosa triste è che adesso devo chiamare tutti gli amici che mi conoscono per giustificarmi, ma non so davvero da che cosa». Gentile avrebbe voluto fare a meno del legale, soprattutto per problemi di costi. Alla fine ha ceduto e adesso si è rivolto a un avvocato per farsi difendere. «Cosa penso di questa vicenda? davvero non saprei cosa dire – aggiunge -; forse si tratta di cose ben più grandi. Credo che probabilmente il Grespi e la sua compagna avessero tentato di utilizzarmi a mia insaputa.- No, sono finito in un calderone senza sapere nulla». Intanto, la Lega Nord che il giorno stesso in cui si è saputo della vicenda lo ha sospeso dal partito, attende gli sviluppi. della vicenda. (9. continua)

1 commento:

  1. L'impressione che se ne ricava è che queste persone siano state messe in galera perchè chattavano su facebook. Naturalmente non è così. Gli inquirenti sono serissimi, nessun dubbio.
    Cosa sia faceb lo sanno tutti: www.facebook.com/records/x/login
    e quindi le vere domande vanno fatte non a questi poveracci ma a chi ha fatto questa inchiesta:
    - quanti soldi avete speso ?
    - quante risorse sono state tolte alla prevenzione di reati che riguardano i cittadini per essere destinate a questa indagine?
    - quante persone sono state condannate per il 270bis ?
    - per i reati minori (depenalizzati 1 mese fa) quante condanne pensate di ottenere?
    - chi è la parte offesa ?

    Questa inchiesta mi sembra aver superato quella storm front e quella holywar. Inchieste che sono iniziate per alcuni reati e poi sono finite con la diffamazione (vedi le richieste di indennizzo da parte dell' on.luca cefisi, ex ministro andrea riccardi, i signori giudici antonella consiglio, giuseppina di maida, filippo serio, dott enrico sassoon, il giornalista marco pasqua, la comunità ebraica nella persona del suo portavoce riccardo pacifici, la dott.ssa carla di veroli, la sindaco di lamedusa dott.ssa giuseppina maria nicolini, tutte parti civili nel caso storm frontII e III)

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