La marcia delle periferie: la destra cavalca la rivolta di Tor Speranza, ma la borgata non c'era
Saluti romani, militanti di Casapound, cori contro i centri di accoglienza per stranieri e contro i rom. Infine la presenza dell'ex sindaco Gianni Alemanno e di esponenti di Fratelli d'Italia. L'Huffington post ci racconta il tentativo della destra romana di cavalcare la tigre della rivolta popolare di Tor Sapienza ma la gente della borgata non ha partecipato al corteo anti-Marino
Che la Marcia delle periferie fosse un appuntamento poco spontaneo e sostanzialmente organizzato dal centrodestra romano contro Ignazio Marino era evidente fin dai manifesti che si erano moltiplicati dopo la rivolta di Tor Sapienza: "Basta Marino! Rivogliamo la nostra città" è l'urlo di richiamo. Ma oggi al corteo fino a piazza Venezia dal quartiere al centro delle cronache nazionali sono arrivati in cinque: Roberto Torre, diventato ormai il volto televisivo della borgata in rivolta contro i disservizi e gli immigrati, e quattro vicini di casa che in questi giorni sono stati spesso intervistati dalle telecamere.
"Il comitato di quartiere Ponte di Nona è quello che ha chiesto il permesso per la manifestazione ma soltanto di facciata. Dietro c'è tutta la galassia di destra romana", conferma un esponente di Casapound che lavora come portavoce di Mario Borghezio. Fratelli d'Italia ha lavorato attivamente per il corteo contro il Campidoglio e lo dimostra l'arrivo di Gianni Alemanno (vedi intervista-video) e del capogruppo alla Camera Fabio Rampelli. E basta girare intorno ai comitati di quartiere per accorgersi che gli striscioni utilizzati per gli slogan non sono altro che poster di FdI riciclati.
Durissimi gli slogan contro il sindaco che ha scippato Roma proprio ad Alemanno: "Marino assassino!", scandiscono i ragazzi in bomber che sventolano centinaia di tricolori mentre dal camioncino l'inno d'Italia viene sparato a tutto volume. "Il centro d'accoglienza non lo voglio, tutti i rom al Campidoglio", cantano i cittadini di Settecamini dove però non sorge alcuna struttura per stranieri. "Siamo pieni di palazzi abusivi occupati dagli zingari e dagli immigrati", spiega un signore attivissimo con il fischietto. Accanto, manifesta un distinto signore del quartiere Trieste, zona vicina ai Parioli: "Da noi non c'è un problema di sicurezza ma chiediamo più volanti della polizia e più rispetto per gli agenti".
Le richieste si mescolano nei cartelli. C'è chi vorrebbe vietare l'alcol dopo le 22, chi chiede regole certe per il commercio, chi vuole autobus più frequenti o eliminare le "botticelle" romane e cioè le carrozze trainate dai cavalli che Ignazio Marino non sta abolendo. Ma quello che unisce i partecipanti è l'intolleranza nei confronti dei campi rom "fuori controllo" e "l'immigrazione incontrollata". "Ma questo non è razzismo", spiega Alemanno, "è che Marino ha alzato le mani e lasciato che tutto esplodesse". La corsa ai voti dell'esasperazione è già cominciata.
Fonte: Huffington post
Che la Marcia delle periferie fosse un appuntamento poco spontaneo e sostanzialmente organizzato dal centrodestra romano contro Ignazio Marino era evidente fin dai manifesti che si erano moltiplicati dopo la rivolta di Tor Sapienza: "Basta Marino! Rivogliamo la nostra città" è l'urlo di richiamo. Ma oggi al corteo fino a piazza Venezia dal quartiere al centro delle cronache nazionali sono arrivati in cinque: Roberto Torre, diventato ormai il volto televisivo della borgata in rivolta contro i disservizi e gli immigrati, e quattro vicini di casa che in questi giorni sono stati spesso intervistati dalle telecamere.
"Il comitato di quartiere Ponte di Nona è quello che ha chiesto il permesso per la manifestazione ma soltanto di facciata. Dietro c'è tutta la galassia di destra romana", conferma un esponente di Casapound che lavora come portavoce di Mario Borghezio. Fratelli d'Italia ha lavorato attivamente per il corteo contro il Campidoglio e lo dimostra l'arrivo di Gianni Alemanno (vedi intervista-video) e del capogruppo alla Camera Fabio Rampelli. E basta girare intorno ai comitati di quartiere per accorgersi che gli striscioni utilizzati per gli slogan non sono altro che poster di FdI riciclati.
Durissimi gli slogan contro il sindaco che ha scippato Roma proprio ad Alemanno: "Marino assassino!", scandiscono i ragazzi in bomber che sventolano centinaia di tricolori mentre dal camioncino l'inno d'Italia viene sparato a tutto volume. "Il centro d'accoglienza non lo voglio, tutti i rom al Campidoglio", cantano i cittadini di Settecamini dove però non sorge alcuna struttura per stranieri. "Siamo pieni di palazzi abusivi occupati dagli zingari e dagli immigrati", spiega un signore attivissimo con il fischietto. Accanto, manifesta un distinto signore del quartiere Trieste, zona vicina ai Parioli: "Da noi non c'è un problema di sicurezza ma chiediamo più volanti della polizia e più rispetto per gli agenti".
Le richieste si mescolano nei cartelli. C'è chi vorrebbe vietare l'alcol dopo le 22, chi chiede regole certe per il commercio, chi vuole autobus più frequenti o eliminare le "botticelle" romane e cioè le carrozze trainate dai cavalli che Ignazio Marino non sta abolendo. Ma quello che unisce i partecipanti è l'intolleranza nei confronti dei campi rom "fuori controllo" e "l'immigrazione incontrollata". "Ma questo non è razzismo", spiega Alemanno, "è che Marino ha alzato le mani e lasciato che tutto esplodesse". La corsa ai voti dell'esasperazione è già cominciata.
Fonte: Huffington post
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