Salvini sfonda la barriera del Sud: Moffa aderisce, la Poli Bertoni invoca la fusione
Dopo il successo indiscusso della manifestazione del 18 ottobre, Matteo Salvini ha affermato prepotentemente la sua leadership in una destra altrimenti in caduta libera. Il primo dirigente di area missina a cogliere la profonda rottura politica ma al tempo stesso l'opportunità che si è determinata è Adriana Poli Bertone. Per l'ex ministro del I governo Berlusconi e poi sindaco di Lecce, che non ha caso da qualche anno ha dato vita a un movimento sudista, Io Sud, oggi confluito in Fratelli d'Italia
sarebbe importante pensare ad una grande destra nella quale possano confluire Fdi-An, la Lega, Casapound e altri movimenti di destra". Lo sottolinea in una nota precisando che questo dovrebbe accadere "in attesa che Renzi e Berlusconi trovino la formula giusta per dar vita insieme al Partito della Nazione, lasciando a destra e sinistra spazi politici importanti.A tal proposito è interessante l'analisi di Marzio Brusini per l'Huffington post dove si riflette sulla partita giocata da Salvini lungo i tre assi dell'eurasiatismo, del neonazionalismo italiano e del fascismo padano:
Gran dispendio di inchiostro su Matteo Salvini dopo la manifestazione del 18 ottobre contro l'immigrazione. Già ampiamente descritto, narrato e pubblicizzato il Capitano, come lo chiamano i suoi sostenitori, è vittima però di una certo pressapochismo quando si parla di strategia e contenuti. Non sua si intende, ma di chi ne parla e scrive. Di volta in volta viene raffigurato come nazionalista, fascista, antieuropeista, populista ecc. Tutti termini che anziché chiarire tendono inevitabilmente a confondere. A banalizzare concetti e argomenti che, piacciano o meno, ne fanno un segno distintivo. Che ci sia dolo in questo tipo di argomentazioni poco importa. Ma rimane una superficialità di interpretazione che forse merita un chiarimento.
Intanto il deputato della Lega Nord Raffaele Volpi ha rivelato le prime adesioni alla Lega dei Popoli, la proiezione centromeridionale del partito di Salvini: l’ex parlamentare Pdl Barbara Mannucci (già berlusconiana paracadutata in parlamento nel collegio pugliese ma con una mamma collaboratrice storica del fondatore del Msi Pino Romualdi), l’ex assessore della Giunta Alemanno Enrico Cavallari ma soprattutto l’ex rautiano Silvano Moffa, già presidente della provincia di Roma, una lunga militanza a destra segnata anche da una breve adesione allo strappo finiano di Futuro e Libertà.
Se la destra badogliana e tutte le "destre nuove" approdano nella Lega dei Popoli sputtanano il progetto prima che parta, cooptandolo verso il centro dello schieramento politico e non verso la disintegrazione del centro.
RispondiEliminaQuello che serve è un blocco sociale compatto dei ceti assediati dalla globalizzazione, serve una variabile che "impazzisca " fondendo istanze della destra e della sinistra radicale lungo l'asse euroasiatica e CONTRO l'OCCIDENTE in tutte le sue variabili politiche, economiche e culturali.
Se anche pochi destri entrano ed inquinano il progetto
si finisce ostaggi della " moderazione " e dei soliti paraculi.
Neofascismo docet .....
E' il momento per Salvini di accelerare senza più poter tornare indietro ....
Speriamo che si comporti da vero Leninista pragmatico e senza scrupoli nella prassi e nel pensiero .....