Retata contro gli ultras laziali per il raid al pub inglese: tre arresti. Nessuna traccia di antisemitismo
Altri tre arresti, con l'accusa di lesioni e danneggiamenti, per il violentissimo raid in un pub inglese di Campo de' Fiori, la sera del 22 novembre scorso, in occasione di Lazio-Tottenham, in cui restarono feriti sette stranieri, di cui uno gravissimo per una coltellata all'aorta. Le manette sono scattate per due ultras laziali, senza precedenti, di età tra i 25 e i 30 anni, e un rumeno. Stamattina la Digos, supportata da agenti del commissariato Trevi, hanno effettuato anche 9 perquisizioni domiciliari nei quartieri dell'Alberone e dell'Aurelio, nelle abitazioni di noti ultras. Nei giorni immediatamente successivi al raid, inizialmente classificato come violenza antisemita (la squadra inglese è radicata nella comunità ebraica di quello spicchio di Londra) e poi derubricato a rappresaglia per l'insolenza dei tifosi britannici, erano stati arrestati due tifosi romanisti, incastrati da riprese video. Le indagini particolarmente accurate su questo aspetto hanno escluso qualsiasi movente razzista o di pregiudizio etnico-religoso. Alla spedizione punitiva, partita da un pub dell'Appio ritorovo della tifoseria biancazzurra, parteciparono un centinaio di persone molto ben organizzate, con una cinta di sicurezza che isolò il pub teatro delle violenze. Gli indagati sarebbero in tutto una ventina. Tra i nove perquisiti c'è anche un pregiudicato schedato come estremista di destra, con numerosi precedenti per reati comuni. Ci sono alcuni testimoni oculari ad accusare gli indagati.
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