Header Ads


La disfatta della Destra: Vattani ringrazia Storace, Jonghi si consola con la dipartita di Fini



di Giuseppe Parente
Per il movimento de la Destra di Storace, alleato ritenuto serio ed affidabile del centro destra guidato dall’ex premier Berlusconi, tanto da meritare l’onere e l’onore della candidatura alla carica di governatori regionali di Sicilia e Lazio, del vice segretario nazionale Musumeci e del segretario nazionale Francesco Storace,le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio costituivano la grande occasione per il ritorno in parlamento. E ci stavano quasi riuscendo nonostante i pochi voti conquistati.
Avendo la coalizione di centro destra superato il 20% dei consensi, bastava che il movimento Fratelli di Italia, Centro Destra Nazionale, guidato dai “cugini” La Russa e Meloni conquistasse il 2% dei voti e non l’1’95% in modo da ottenendo il quorum ordinario liberando il bonus migliore lista perdente per la Destra di Storace, consentendo il ritorno in parlamento per 4 suoi esponenti.
Il bonus come migliore lista perdente non è scattato e la Destra di Storace, per la seconda volta nella sua breve ma intesa vita è fuori dal Parlamento Italiano.
Il console Mario Vattani, capolista al Senato per la Destra in Campania, con una nota diffusa alla stampa, ha commento il voto delle elezioni politiche appena concluse.
“In un contesto generale - afferma Vattani - dove l’antipolitica ha raggiunto quasi il 50%, voglio innanzitutto esprimere la mia sincera gratitudine ai quasi 20.000 elettori che in Campania hanno sostenuto le nostre liste, ai rappresentanti de La Destra e ai militanti che si sono prodigati in questa intensa e difficile campagna elettorale. Certamente, esiste un margine di frustrazione tra l’impegno militante e il risultato, ma anche questo è il senso di far parte di uno schieramento. Non possiamo non guardare al quadro generale: con uno sforzo sovrumano il centrodestra è riuscito a rivoltare un risultato che sarebbe stato disastroso per il nostro paese. E’ stata fermata l’azione del partito dei tecnici che, alleato con una sinistra irresponsabile, rischiava di portare l’Italia sull’orlo del declino e del sottosviluppo".
"Dobbiamo essere grati - prosegue Vattani - al nostro Segretario Francesco Storace che con coerenza e determinazione ci ha reso parte attiva di questa coalizione. Noi abbiamo fornito i contenuti più qualificanti al programma del centrodestra, e riteniamo che la nostra linea improntata alla priorità dello stato sociale e alla sovranità nazionale abbia significativamente contribuito al risultato della coalizione. Il partito ha dovuto reggere l’onda d’urto della forte sfiducia verso tutto il quadro politico italiano, e credo che siamo riusciti a distinguere il valore di coerenza del nostro simbolo, ottenendo in alcuni comuni delle percentuali ben più alte della media nazionale. Abbiamo mantenuto le posizioni grazie al nostro radicamento sul territorio e alla credibilità delle nostre proposte. Noi siamo stati sempre contrari alla frammentazione della destra italiana in liste e listarelle, di cui paghiamo oggi lo scotto.  Noi siamo la destra sociale, siamo la continuità con la nostra tradizione politica e ideale, e lo abbiamo dimostrato, anche stavolta, con chiarezza, coerenza e determinazione. Ora non dobbiamo pensare a cosa fare, ma a come farlo. Perché adesso occorre rispondere a ciò che ci chiede la nostra gente: bisogna avviare subito un percorso unitario per riformare un’unica forza politica di destra sociale e nazionale".
Di diverso tono e di tutt'altro stile, pur nel comune richiamo, alla battaglia per l'unità dell'Area il commento di un altro candidato indipendente deluso dall'esito elettorale: "Il risultato de La Destra - scrive Roberto Jonghi Lavarini - è stato, senza mezzi termini (che non mi appartengono), pessimo. Il partito di Francesco Storace, nel quale mi sono candidato come indipendente, alla camera dei deputati, ha subito un tracollo, finendo con le altre...“destre terminali” dello zero virgola. La colpa di questo risultato è mia, nostra, di tutta una comunità umana e politica che non ha raccolto il grido d’allarme e l’appello unitario lanciato, da tempo, ben prima delle elezioni, da Marcello Veneziani e Renato Besana. Divisi non andiamo da nessuna parte: prendiamo solo i voti dei militanti, di parenti e amici. Questa e la tragica realtà: diamoci una svegliata, ed uniamoci, prima di scomparire definitivamente dalla scena politica italiana ed europea. Noi non siamo culturalmente democratici, non giudichiamo affatto la validità dei nostri Valori e delle nostre Idee, dai voti presi ma se partecipiamo ad una competizione elettorale, dobbiamo farlo per vincere, almeno per provarci, e, comunque, per fare una figura decente, per ottenere una minima e degna rappresentanza politica nelle istituzioni. Invece, divisi, manco riusciamo a presentare le liste, come avvenuto in regione Lombardia. Facciamo, quindi, tutti, una seria autocritica, riprendiamo subito in mano il progetto Itaca, torniamo a fare buona Politica, anche perché, con questo parlamento, così diviso, si tornerà presto a votare e, questa volta, dobbiamo farci trovare preparati. Per quanto mi riguarda, a prescindere dai risultati elettorali, sono assolutamente sereno, perchè ho fatto il mio dovere, combattendo, dalla parte giusta, una buona battaglia politica, culturale ed ideale. Ora "mi lecco le ferite" ed analizzo attentamente i dati, domani brinderò alla "morte politica" dell'infame traditore Fini, e dopodomani sarò, nuovamente in campo, pronto a nuove sfide: boia chi molla!"

Nessun commento:

Powered by Blogger.