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Il giovane Rossi (Pdl): io con Forza nuova? Una bufala. Ma Provenzale ricostruisce il lungo flirt



E' giallo sul dirigente provinciale di Giovane Italia di Palermo Marcello Rossi. Una bufala, come sostiene il giovane o una spudorata inversione di rotta per un pressante richiamo all'ovile, come argomenta il coordinatore regionale Giuseppe Provenzale? Sentiamo le due campane.
[Adnkronos] Dopo un comunicato arrivato sabato scorso in cui si annunciava l'abbandono del giovane del Pdl per approdare a Forza Nuova con parole non certamente tenere nei confronti del partito di Berlusconi ("Tronco ogni legame con la classe politica che permise colpevolmente l'ascesa del senatore Mario Monti, che ora finge di avversare per recitare il proprio ruolo in campagna elettorale, per aderire all'assoluta purezza politica di Forza Nuova, che non ha alcun legame con la mendace paura imposta alla nazione dall'Europa dei poteri forti finanziari"), arriva oggi la smentita del diretto interessato. "Smentisco categoricamente la notizia trapelata, nelle ultime ore, su alcune testate giornalistiche, di una mia uscita dal Popolo della Libertà con annesse dichiarazioni e dimissioni dal mio incarico, di cui sono orgoglioso e fiero. Rinnovando il mio impegno di sempre, rimanendo al mio posto, lavorando per e con il Popolo delle Libertà sin dalle sue origini, che proprio in questi giorni mostra il suo naturale e ritrovato vigore grazie anche all'impegno del Presidente Berlusconi verso la vittoria elettorale". Due dichiarazioni diametralmente opposte. "Non capisco cosa sia accaduto", spiega Rossi all'Adnkronos. "Forse è stato uno stupido scherzo, certo di pessimo gusto. Oggi pensavo a uno scherzo, invece poi ho scoperto che era tutto vero. Io sto preparando l'arrivo di Berlusconi a Palermo a metà mese e non posso perdere tempo con questi scherzi assurdi". E quindi chi l'ha mandaato il comunicato di sabato con le dichiarazioni di Rossi in cui annuncia l'abbandono del partito, e anche con tono polemico. "Non ho idea - dice Rossi - tra l'altro una parte del comunicato corrisponde a una parte di un discorso che avevo fatto a un convegno, quella su Monti. Ma mi creda che non so altro e non riesco a spiegarmi cosa sia potuto accadere. Io sconosco Forza nuova".

Invece Forza nuova lo conosce bene e lo smentisce clamorosamente, citando testimoni, luoghi, circostanze nel dettaglio.

[Ufficio stampa Forza nuova Palermo] "Nella patetica vicenda che riguarda Marcello Rossi, dirigente provinciale giovanile del PdL, che prima annuncia fiero l'adesione a Forza Nuova e poi smentisce dicendo di non conoscere il nostro Movimento, c'è sì un "giallo", certamente un B movie, - dichiara Giuseppe Provenzale segretario regionale di FN - ma la trama è completamente diversa; ed è per questo che mi preme intervenire, cosa che avrei volentieri evitato di fare di fronte agli squallidi contenuti di questa vicenda, visto che noi una dignità ce l'abbiamo e non ci piace esser presi per bugiardi o burloni"."L'assassino, infatti, non è solo il maggiordomo Rossi - ha proseguito Provenzale - comunque colpevole nel suicidio assistito della propria dignità di uomo, ma la segreteria regionale del PdL che, esercitando su di lui fortissime pressioni dalle tipiche modalità mafiose, lo costringe pateticamente a smentire, fino al punto di negare ogni rapporto con noi, contrariamente a quanto aveva fatto a botta calda ieri mattina su Facebook; conserviamo ovviamente copia del messaggio suddetto".
"Peccato, per Rossi e per i suoi padroni, che le prove di queste relazioni siano numerose, così come numerosi sono i testimoni delle sue 4 visite nella nostra sede di Palermo, l'ultima delle quali domenica 3 febbraio, il giorno successivo all'uscita del misconosciuto comunicato, in occasione della conferenza stampa di Roberto Fiore che il signor Rossi ha atteso, in compagnia di un amico, per più di un'ora, rinunciando ad incontrarlo lì solo a causa del ritardo del volo, per poi vederlo comunque, intorno alle 14:30, insieme a me e ad altri quattro testimoni, tra cui il magistrato dott. Paolo Ferraro, all'interno di un noto ristorante palermitano pieno di avventori".
" Numerose sono pure le telefonate, i messaggi su Facebook e gli sms che Rossi ha scambiato con me nell'ultimo mese e mezzo, che scandiscono la sua decisione di lasciare quel partito, fino all' e-mail che mi inviava per fornirmi la fotografia da lui scelta a corredo di quel comunicato che oggi definisce come una manipolazione o uno "scherzo"o la bozza dello stesso comunicato, già pronto da tempo, che un suo amico del cuore aveva vergato per lui".
"Troppe prove ha lasciato in giro il maggiordomo... per essere il colpevole numero 1... Ma questa è un'altra storia - quella delle pressioni di tipo mafioso e delle offerte a cui non si può rinunciare - che vede nel ruolo di principale responsabile l'apparato regionale PdL che detta i comunicati di smentita del ricattato burattino Rossi, in un momento della sua vita segnato da vicende personali, quali la nascita di una figlia, di cui parlo qui solo perché lo fa lui stesso nella nota che avremmo manipolato essendo evidentemente a conoscenza di particolari della sua vita privata che sconosciuti non potrebbero certo sapere, pur tacendo, tuttavia, di molte altre confidenze che il poveraccio ha fatto a me e ad altri in questo periodo".
"Sul resto, quindi, preferisco non approfondire - ha concluso l'esponente di Forza Nuova - perché l'arma utilizzata dalla segreteria regionale del PdL per costringere Rossi a rinnegare se stesso - come anche i meno smaliziati potranno facilmente intuire, mettendo insieme i pezzi del puzzle - è un'arma impropria che non lascia tracce certe come gli sms, e che finirebbe per togliere al poveretto l'oggetto stesso del penoso scambio che lo ha portato ad accettare di consegnarsi mani e piedi ad un sistema da cui aveva detto, fino a 3 giorni fa, di essersi con orgoglio liberato. Un sistema di cui siamo orgogliosi come FN di non aver mai fatto parte e di cui mai faremo parte, qualunque cosa accada, anche a costo di perdere i voti e le adesioni di quei tanti signor Rossi di cui è pieno il mondo meschino e squallido delle clientele di partito".
[segnalazione di Giuseppe Parente]

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