Dopo i funerali, l'editore Fabio de Fina nel ricordo di Blondet, Vassallo e Fiore
di Giuseppe Parente
Si sono svolti oggi pomeriggio, alla Chiesa di Proceno a Viterbo i funerali di Fabio de Fina, l'editore di Effedieffe, figura di spicco del cattolicesimo integrale.
De Fina si è spento ieri mattina alle 5 all’ospedale di Acquapendente dopo aver lottato strenuamente per più di 1 anno contro il cancro. Nel renderlo noto, Lorenzo De Vita ha voluto ringraziare il direttore del giornale on line della casa editrice, Maurizio Blondet «che questa stessa notte, mentre Fabio moriva, era in preghiera a vegliare per gli agonizzanti. Maurizio, le tue preghiere hanno accompagnato Fabio all’incontro con il Signore. E ti ringraziamo per tutto quello che hai fatto per Fabio in questi 20 anni di amicizia; il dottor Di Bella che per un anno ha assistito Fabio in amicizia e sapienza. Ha fatto quanto ha potuto per la salvezza del suo corpo, irrimediabilmente corroso dal cancro che lo aveva colpito; il nostro parroco, don Marius, che per mesi si è recato nella nostra casa a portare i Sacramenti a Fabio, fino all’ultimo».
Per ricordarlo De Vita invita a pregare, a leggere tutti i suoi articoli disponibili sul sito della casa editrice e a ricordarne la massima: «Una casa senza libri è come una fortezza senza armi» che riassume la sua vocazione.
Commosso il ricordo di Blondet: «All’alba di mercoledì delle Ceneri, Fabio De Fina, l’editore e l’amico, ha compiuto il suo transito, munito dei sacramenti. Da tempo era malato. Aveva subito l’amputazione di una gamba, senza che ciò arrestasse il tumore, che anzi s’era manifestato nei polmoni. Soffriva molto. È stato lucido fin quasi all’ultimo. Lunedì, brevemente (era diventato laconico) mi ha detto al telefono: “Mi sto preparando”. Ho capito che voleva dirmi di aver superato tutte le fasi inevitabili alla nostra povera carne umana – la rabbia, il rifiuto, la disperazione, e infine anche la paura – ed ora accettava il passo più difficile, deliberatamente, con coraggio. È andato da bravo soldato, e come tale lo saluto: sull’attenti».
Per Piero Vassallo, intellettuale di punta dell'area intransigente de Fina fu «testimone e studioso cattolico ed editore refrattario alle suggestioni della mondanità. Fu intrepido sostenitore e propagandista delle idee rifiutate e perseguitate dai signori del palcoscenico politicante e filosofante sul quale si recita la commedia del regresso al paganesimo ed alle barbarie. La sua strenua attività di editore ha sfidato la destra inesistente e viva solamente nell’intenzione di censurare ed offendere le idee che potrebbero donarle l’essere.
Il catalogo dei libri e delle riviste firmate dal suo coraggio e dalla sua generosità sono patrimonio dei cattolici fedeli alla tradizione».
Del suo impegno più direttamente politico parla l’onorevole Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova, che ricorda in Fabio de Fina «un grande amico, un grande camerata, vicino a Forza Nuova, fin dalle origini, con il suo impegno nell’organizzazione del video concerto di Massimo Morsello “Scusate ma non posso venire”, fondatore di una delle migliori case editrici alternative in Italia. Ricercatore e diffusore di verità scomode per il politicamente corretto. Un Uomo che ha combattuto fino all’ultimo la buona battaglia».
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