Cutonilli: qualche punto fermo nel mistero della Skorpion usata ad Acca Larentia e dalle ultime Brigate rosse
di Valerio Cutonilli
Un interessante articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 4 febbraio scorso - che trae spunto dalla coraggiosa battaglia di verità condotta da Lorenzo Conti, figlio di Lando Conti l’ex sindaco di Firenze ucciso dalle Brigate Rosse-PCC nel 1986 – fa tornare d’attualità il mistero tragico e bizzarro della pistola mitragliatrice Skorpion usata nella strage di Acca Larentia.
Mi limito a fornire tutti i tasselli del mosaico, il lettore più attento riuscirà a intravedere finalmente un’immagine nitida. Un’immagine molto brutta.
Nel 1978 la Skorpion viene usata dal commando dell’ultrasinistra (che per l’occasione utilizza una denominazione “usa e getta”) che a Roma uccide Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta. Nonostante i testimoni riferiscano di un’arma che sparava a raffica, i periti giudiziari non capiscono che è stata usata una Skorpion.
Nel 1985, sempre a Roma, le BR-PCC uccidono il sindacalista Ezio Tarantelli. I periti giudiziari s’accorgono che l’omicidio è stato commesso con una Skorpion ma non mettono in relazione l’arma con l’eccidio del 1978.
Nel 1986 la Skorpion uccide per la prima volta fuori dalla capitale. Viene impiegata a Firenze per assassinare Lando Conti, ex sindaco della città. I periti giudiziari s’accorgono subito che è stata impiegata una Skorpion e aggiungono che la stessa arma è stata utilizzata nell’omicidio Tarantelli del 1985 e prim’ancora nella strage di Acca Larentia del 1978.
Nel 1988 la Skorpion uccide a Forlì il senatore Roberto Ruffilli e poco dopo viene sequestrata nel covo milanese delle BR-PCC in via Dogali.
Nel libro scritto assieme a Luca Valentinotti, dedicato all’eccidio di Acca Larentia, viene affermato che una diligente analisi del percorso effettuato dalla Skorpion, dal 1971 al 1977, avrebbe portato a risolvere un mistero che a ben vedere troppo mistero non è.
Nel libro si riferì una notizia inspiegabilmente rimasta inedita per tre decenni. A inizio degli anni ottanta, la Skorpion usata nella strage di Acca Larentia era nella disponibilità di un brigatista rosso il quale nel gennaio ’78 abitava proprio nella strada dell’eccidio, a pochi metri dalla sezione missina. Questo brigatista utilizzava la Skorpion nelle vicine grotte della Caffarella per iniziare le reclute del partito armato al mestiere delle armi.
Poco dopo l’uscita del libro, Tommaso Della Longa pubblicò due articoli, il primo sul Riformista il secondo su Libero, nel quale rivelava notizie clamorose. Da anni era noto che la Skorpion fosse stata acquistata nel 1971 dal cantante Jimmy Fontana. Della Longa scoprì però che Fontana, durante l’inchiesta sull’omicidio Moro (1979), aveva dichiarato di averla ceduta nel 1977 (pochi mesi prima della strage di Acca Larentia) al dottor Cetroli commissario di pubblica sicurezza del quartiere Tuscolano, ossia la stessa zona in cui l’arma venne impiegata per uccidere Ciavatta e Bigonzetti.
Il commissario Cetroli, con una lettera di servizio del 18 maggio 1979, negò sdegnato le circostanze dichiarando per iscritto all’ufficio istruzione presso il Tribunale di Roma: “AFFERMO CON PERENTORIA ASSOLUTEZZA DI NON AVER MAI CONOSCIUTO LO SBRICCOLI NE’ PRESSO L’ARMERIA NE’ ALTROVE, DI NON AVER MAI DATO I MIEI NUMERI DI TELEFONO A PERSONE CHE NON CONOSCO, DI NON ESSERE UN COLLEZIONISTA D’ARMI”
L’onorevole Francesco Biava, sulla base del libro e degli articoli suddetti, presentò un’interrogazione parlamentare chiedendo ai competenti ministeri se i fatti denunziati rispondessero a verità e, in caso affermativo, per quale ragione non vennero condotti adeguati approfondimenti. Era evidente infatti, ad avviso del deputato, che uno tra Fontana e Cetroli avesse detto il falso. Ed era verosimile ritenere, aggiungeva il parlamentare, che in ragione dell’estrema vicinanza temporale dei fatti il bugiardo tra i due avesse messo la Skorpion nelle mani degli assassini di Acca Larentia.
Nella risposta all’interrogazione parlamentare, il sottosegretario De Stefano premetteva, senza neppure utilizzare i condizionali (e probabilmente senza aver letto il libro da me scritto insieme a Luca Valentinotti dove i condizionali erano d’obbligo) che l’eccidio di Acca Larentia era opera di un gruppo eversivo che operava a Roma dall’autunno 1975 utilizzando diverse nomenclature per confondere le acque. Il sottosegretario menzionava come riconducibile a tale sodalizio armato la sigla SAP che nel periodo in questione firmò cinque azioni nella provincia romana contro obiettivi del MSI. Il dottor De Stefano, in altri termini, rispondeva all’onorevole Biava che andando a verificare i nomi dei responsabili delle cinque azioni rivendicate a Roma con la sigla SAP troverebbe i responsabili dell’eccidio di Acca Larentia.
Ma la risposta all’interrogazione parlamentare conteneva un’altra notizia, ancora più clamorosa. Il 21 settembre 1988, dinnanzi alla Procura della Repubblica di Firenze che indagava sull’omicidio Conti, il dottor Cetroli smentì le precedenti dichiarazioni rese a Roma nel 1979.
A dire del dottor De Stefano, infatti, il dottor Cetroli in tale seconda occasione ammise un generico e iniziale interesse, come collezionista, per la Skorpion di Sbriccoli, presentatogli in effetti dalla Ciani (proprietaria dell’armeria Bonvicini di via Oslavia in Roma). L’interesse sarebbe venuto meno dopo la classificazione della Skorpion come arma da guerra.
Eppure ai magistrati romani che nel 1979 indagavano sull’omicidio Moro il commissario Cetroli aveva affermato con perentoria assolutezza di non aver mai conosciuto Sbriccoli, di non essere un collezionista di armi e di non essersi mai interessato alla Skorpion.
E’ davvero questo un mistero impenetrabile? Era materialmente impossibile capire chi fosse il bugiardo tra i due? Nel 1979 Sbriccoli disse ai magistrati romani che l’arma gli era stata pagata nel 1977 con effetto bancario. Perché non venne effettuato un semplice, banale controllo sui conti bancari di Sbriccoli per stanare tra i due il bugiardo?
Lorenzo Conti, come tutti noi, è convinto che questo mistero è impenetrabile solo per chi lo vuole tale e ha deciso giustamente di chiedere una più accurata spiegazione ai rappresentanti delle istituzioni. E’ arrivata l’ora di fare i conti con il passato, in modo sereno ma onesto. Cinque vittime innocenti, diverse per appartenenza politica ma unite da un unico destino, attendono da anni che venga loro restituita la Verità.
"A inizio degli anni ottanta, la Skorpion usata nella strage di Acca Larentia era nella disponibilità di un brigatista rosso il quale nel gennaio ’78 abitava proprio nella strada dell’eccidio, a pochi metri dalla sezione missina."
RispondiEliminaIn effetti costui non era un brigatista rosso ma un esponente di Guerriglia Comunista, pluri-pregiudicato all'epoca per reati comuni ... e mi sembra che Della Longa ne faccia anche il nome ...
E dovrebbe trattarsi della stessa persona cui Cetroli rivendette l'arma, sempre ovviamente in nero.
E' realistico che il poliziotto Cetroli ( che comunque dirigeva all'epoca il commissariato Tuscolano, competente per zona anche su Via Acca Larenzia) non fosse a conoscenza anche del ruolo "politico" del tizio cui ha rivenduto l'arma, anche se questo non cambierebbe granchè la sua grave responsabilità.
Comunque Cetroli nel frattempo è morto e non può più parlare ...
Ma non credo che fare chiarezza sul passaggio dell'arma da Cetroli al tizio di Guerriglia servirebbe minimamente a fare chiarezza sull'omicidio di Conti a Firenze ben 8 anni dopo ...
Nessuno sa come quell'arma sia finita da Guerriglia Comunista alle Brigate Rosse ... passaggio di militanti con relativo armamento da un gruppo all'altro ? Ma dalle inchieste non risultano passaggi di questo tipo, nemmeno uno ...
Più realistico si sia invece trattato di ulteriore compravendite, ovviamente clandestina ... e realisticamente chi ha poi usato quell'arma contro Conti otto anni dopo non sapeva nulla dei precedenti dell'arma medesima ...
Sapere di più del passaggio tra Cetroli al tizio di Guerriglia sarebbe invece utilissimo per svelare la responsabilità dell'attentato di Via Acca Larenzia ....
E' non è troppo malevolo pensare che le indagini in questo senso si siano arenate proprio perchè si era arrivati al coinvolgimento, sia pure indiretto, di un importante funzionario di polizia come Cetroli ... cosa che ha consigliato stoppare tutto ...
Ma il tizio di Guerriglia Comunista a cui il poliziotto ha ceduto la skorpion è vivo o morto? Se si vuol veramente far emergere la verità su quegli omicidi, da lui si dovrebbe partire. Non credo che ci sia la volontà politica di fare luce su Acca Larentia!
RispondiEliminaIl tizio si chiama Giuseppe Nori ed all'epoca abitava effettivamente nelle immediate vicinanze di Via Acca Larenzia.
RispondiEliminaInquisito e condannato per Guerriglia Comunista, so che fu arrestato in Spagna molti anni dopo.
Ignoro se sia ancora vivo.