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In un'intervista a Fanpage le mie riflessioni sul blitz contro CasaPound: non c'è la banda armata

(umt)Una mia intervista radiofonica a Fanpage sul blitz napoletano contro CasaPound è stata così sintetizzata dal giornale online:
“Sono sconcertato per questa iniziativa giudiziaria perché i fatti risalgono a un anno e mezzo fa. E hanno colpito una realtà che non è più quella oggetto dell'indagine”. Si sente forte e chiaro il disappunto di Ugo Maria Tassinari, intervistato da Fanpage.it sull‘arresto dei militanti di estrema destra: alcuni di essi fanno parte (o hanno fatto parte) di Casapound. Ma lo storico e giornalista, autore di numerosi saggi sulle nuove destre, vuole subito fare dei distinguo: “È indiscutibile che si siano consumati episodi di violenza – afferma – Ma quei singoli episodi sono stati messi insieme e sommati per dimostrare l'esistenza di una banda armata, di un'associazione sovversiva. Ho molti dubbi al riguardo, anche perché intanto il movimento si è spaccato in due tronconi: quello di Militia e Casapound”. Militia è un'altra associazione di estrema destra, che già nel nome evoca una ancora maggiore radicalità. Tra le intercettazioni, la più discussa è stata senza dubbio quella relativa allo stupro che, affermano i magistrati, un giovane stava progettando ai danni di una studentessa ‘ebrea'. “Ma se il pericolo era reale, perché allora gli inquirenti hanno aspettato un anno e mezzo?”, domanda polemicamente Tassinari. E quando gli si fa notare che molti dei giovani intercettati giravano abitualmente armati, minimizza: per lui non c'erano elementi tali da legare tra loro gli episodi di violenza [in realtà io sostengo che la banda armata è un reato complesso e i singoli episodi di violenza non sono sufficienti a sostanziarla. E non avevo ancora visto l'ordinanza di custodia, che ha elementi debolissimi a suffragio dell'ipotesi accusatoria, ndb]. Poi si spinge oltre. Tra gli arrestati ci sono due candidati di Casapound al Parlamento, Emmanuela Florino e Giuseppe Savuto, e lì lo studioso non ha dubbi: “Credo che sia stata un'operazione giudiziaria politica”. “Sono fermamente contrario – continua -ai reati di opinione e all'uso del mezzo penale per risolvere il dissenso politico. Già tempo fa polemizzai con de Magistris perché vietò il corteo a Casapound, sono favorevole al diritto di Casapound di manifestare. Io credo che anche se sono fascisti hanno il diritto di dire, scrivere le loro opinioni”.
E' stata tagliata, mi dice la collega per problemi tecnici sul termine della registrazione, la parte finale in cui commentavo l'intercettazione di Savuto sul negazionismo. Per l'occasione spiegavo che se la legge punisce la divulgazione di idee improntate all'odio razziale la scelta di non divulgare queste opinioni lo pone fuori dal rilievo penale: perché il fatto non sussiste.

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