Acca Larentia/3. Adinolfi: va bene la divisione ma cerchiamo di non doverci vergognare davanti ai caduti
foto Paese sera |
(umt) Ad accogliere le diverse delegazioni che si recano ad Acca Larentia per commemorare il trentacinquesimo anniversario della strage è stato affisso uno striscione con su scritto: «Pdl, Fli, Udc, Fratelli d'Italia, La Destra. Ecco chi siete: ladri speculatori, truffatori, corrotti e corruttori, usurai, servi delle banche, amici dei mafiosi. Nemici del popolo!». Un messaggio forte e chiaro, come la targa apposta l'anno scorso, che attribuiva la strage a "odio comunista" e "servi dello Stato", che va nella direzione opposta a quella indicata dal sindaco Alemanno che, nel 'deporre stamattina una corona d'allora con i colori della città capitale, ha fatto appello alla necessità di rompere la catena della "contrapposizione ideologica" che insanguinò gli anni Settanta.
Nella consapevolezza dell'impossibilità di ricondurre all'unità un pluriverso ormai ridotto in decine di schegge rabbiosamente contrapposte, neanche in una occasione così solenne, Gabriele Adinolfi, dopo aver ragionato sulla tanatolatria fascista, lancia a sua volta un appello: "Cerchiamo di non doverci vergognare più davanti ai nostri Caduti".
Il riferimento alle contrapposizioni dell'anno scorso è esplicito:
La perdita della dimensione tragica, che è propria di oggi, ha comportato come conseguenza inevitabile l’adozione di un modello politico/esistenziale cui rifarsi che purtroppo però attualmente è estetico o razionale ma appunto non tragico e formante. Senza la percezione del tragico e del metafisico, senza la formazione profonda che da quella percezione procede e che è totalizzante, avviene quell’implosione che conosciamo, con i Presente! divisi, staccati, separati, che fanno da corollario alla suddivisione dei singoli Caduti tra le varie comunità politiche e geografiche che si sentono padrone assolute della memoria di questo o di quello e ne fanno icone e trofei. Quando prevalgono queste devianze si finisce con l’offrire, come lo scorso anno, degli esempi indecorosi, offensivi nei confronti proprio di chi si pretende di onorare. E’ impensabile oggi sperare che si possa realizzare una pur dovuta unità nella sacralità e nel rito, ma qualcosa la si può pretendere: che ciascuno di noi si faccia prendere dalle forze evocatrici, profonde, impersonali, sacrificali del Rito del sangue, abbandonandovisi con piena e olimpica consapevolezza.
In effetti lo sfilacciamento lungo l'intero arco della giornata delle commemorazioni è evidente. Stamattina è stata la volta della destra istituzionale (Alemanno e Meloni), alle 18 toccherà ai "camerati" mentre CasaPound ha dato appuntamento a via Napoleone III alla stessa ora per recarsi in corteo silenzioso (via metrò) davanti alla sezione martire per celebrare autonomamente il rito del "presente".
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