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Acca Larentia/1: lo speciale del Giornale d'Italia, i tweet della Meloni con tanto di disputa filologica

Per l'anniversario della strage di Acca Larentia - il 7 gennaio 1978 tre giovani militanti missini furono uccisi, due da un commando della guerriglia rossa, uno dai carabinisri nei successivi scontri di protesta - si ripete la mobilitazione generale della fascisteria romana, che pur nella fase di massima frantumazione decide di onorare il ricordo di Bigonzetti, Ciavatta e Recchioni.
Cominciamo dallo speciale che "Il giornale d'Italia", quotidiano online della Destra, dedica alla tragedia, con l'editoriale di Francesco Storace, ben tre pagine di approfondimento monografico (un ricordo di Giaquinto, il libro su Acca Larentia di Cutonilli e Valentinotti, il film di Emma Moriconi "Sangue sparso") e una lunga videointervista al "nostro" Valerio Cutonilli, uno dei protagonisti del confronto aperto da 'Fascinazione' sulla strage di Bologna  le nuove piste internazionali. 

Giorgia Meloni annuncia ai suoi follower di twitter (che sono più di 44mila, una cifra): "Domani alle 9 commemorazione della strage di Acca Larenzia. Ricorderemo Franco, Francesco e Stefano, martiri italiani in attesa di giustizia". 
Come al solito, con la comunità dei "Gabbiani" - cresciuta intorno alla personalità carismatica di Fabio Rampelli, leader di Colle Oppio, la sezione di Stefano Recchioni il saluto ai "martiri" è fissato alla mattina, per evitare incroci imbarazzanti. Ma il "cinguettio" dell'ex ministro innesta una polemica. Un "ebreo, romanista, liberale", Daniel Funaro replica: "Ricordare i morti non santificarli. Non sono martiri e chi condivideva loro idee ha prodotto altrettanta morte e violenza". Ma la Meloni non ha dubbi: "e questo giustificherebbe il massacro di ragazzi di vent'anni innocenti? Sono francamente basita" Per Funaro la "violenza va condannata sempre, ma specificare che ideologie dell'epoca erano portatrici di odio è doveroso". Un altro follower, Bebert, è invece indignato per l'errore di ortografia: "LARENTIA! manco le basi!". Ma di qualche lacuna culturale della leader giovanile avevamo avuto già sentore in occasione di un'incursione beffarda delle Jene.


(1 - continua) 

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