Pontifex e il femminicidio, Volpe querela Repubblica e Pasqua: non sono né nazista né stalker
Questa mattina, 28 dicembre 2012, presso la Questura di Bari, ore 13:08, il dottor Bruno Volpe, ha provveduto a querelare per diffamazione a mezzo stampa il quotidiano La Repubblica e in particolare il giornalista Marco Pasqua e il direttore Ezio Mauro, chiedendo altresì il risarcimento per i danni morali subiti. Nella querela denuncia si fa notare come Bruno Volpe mai abbia avuto simpatie neonaziste o rapporti con siti di tale orientamento e chiede che il giornalista ne fornisca prova. Altresì nella querela viene smentita ogni condanna per stalking ed anzi come il dottor Volpe sia parte lesa in procedimento penale, contro la "tormentata ragazza", per il reato di violenza privata subito in concorso con altre cinque persone, procedimento pendente davanti alla Procura di Bari, dottor De Maria. In serata sarà cura di Pontifex allegare verbale di deposito querela.
(umt) Il comunicato di Pontifex, il sito cattolico tradizionalista che ha ispirato l'infelicissima uscita del parroco ligure sulla colpa delle donne alle origini dell'ondata femminicida fa riferimento a un articolo pubblicato oggi da La Repubblica:
"Donne che «pretendono di avere una vita autonoma, lavorando», e che «si lamentano se vengono violentate, quando magari hanno chiesto un passaggio in auto in minigonna». Sono loro l’oggetto degli attacchi di un manipolo scatenato di internauti ultracattolici, talvolta con simpatie neonaziste, che disseminano sul web pillole di una cultura retrograda che arriva anche a giustificare il femminicidio. E che, come dimostra la vicenda del parroco di San Terenzo, riesce a fare proseliti. Virtuali, ma non solo. La principale fucina dell’odio sessista nei confronti delle donne si chiama Pontifex e da quando è stato creato, nel settembre del 2008, ha propagandato tesi omofobe, razziste, spesso antisemite e addirittura negazioniste. E dove la cosiddetta “donna moderna” viene attaccata da vescovi (quasi sempre emeriti e spesso sconfessati dalle stesse gerarchie ecclesiastiche), o dagli stessi gestori della piattaforma, che si servono anche dei social network per diffondere le loro folli idee (non a caso ieri sono spuntati su Facebook profili che inneggiavano a don Piero Corsi). Anima di queste pagine è il cinquantenne Bruno Volpe, ossessionato dagli omosessuali (che definisce spesso dei “malati”) e simpatizzante del forum neonazista Stormfront, recentemente chiuso dalla polizia postale. Barese, non ha mai smentito di essere stato arrestato per stalking, nell’estate del 2011, dopo aver tormentato una ragazza".
L'annuncio di querela gioca sul filo delle parole: Pasqua, infatti, nell'articolo non parla di condanna ma di arresto (l'episodio è stato raccontato dalla Gazzetta del Mezzogiorno) e del resto in una situazione di conflitto si può essere al tempo stesso imputato di stalking e vittima di violenza privata (se, citiamo a puro titolo di esempio, i familiari o gli amici della vittima fanno un'imbruttita al presunto persecutore) così come molti arresti finiscono in un nulla di fatto giudiziario. Siamo del resto convinti che l'avvocato Volpe non sia né simpatizzante neonazista né negazionista. E' semplicemente un tradizionalissimo, bigotto cattolico integralista. E le sue posizioni - orrende - sulla questione del "femminicidio" come in tanti altri casi si ispirano banalmente alla peggiore tradizione del moralismo cattolico .
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