La furbizia di Monti e la debolezza del centrodestra "europeo" confermano l'anomalia italiana
(umt) La furbizia di Monti - non mi candido ma sono disponibile a fare quello che dico io (al Quirinale se vince il centrosinistra, a Palazzo Chigi in caso di stallo al Senato) - rischia di bloccare il processo di semplificazione del quadro politico che sembrava marciare nella direzione di una quadripartizione alla greca:
1. una destra populista aggregata intorno alle leadership carismatiche di Grillo (che concepisce la democrazia interna come il marchese omonimo e rivendica il suo ruolo alternativo all'ondata neonazi) e di Berlusconi;
2. un centrodestra espressione dei poteri forti economici (banca, edilizia e industria);
3. un centrosinistra da sempre assai attento alle compatibilità di sistema e che però, per la prima volta, si trova a correre alle elezioni senza il supporto della grande stampa più o meno sdraiata sull'agenda Monti;
4. una sinistra radicale che dopo vent'anni di tira e molla decide finalmente di sostituire i drappi rossi con le toghe arancioni e in pieno rispetto della migliore tradizione massimalista si sceglie come bersaglio principale il gruppo dirigente riformista, nella fattispecie il suo più prestigioso esponente, il presidente Napolitano.
A far saltare la discesa in campo del Professore - doverosa e ovvia dopo una fase emergenziale in un Paese normale - è stato il combinato disposto tra il colpo di reni di Berlusconi che ha sostanzialmente mantenuto il controllo della sua area, riducendo al minimo la diaspora verso il centro grazie anche alla diversificazione (formale) dell'offerta politica e la messa in guardia di Bersani che ha ricordato al Professore che le ferite sanguinose della alla corte di Monti verso il centro sono quattro gatti sia da destra (Frattini) sia da sinistra (Ichino e 4 sconosciutissimi parlamentari).
Il centrodestra "europeista" e montiano dei Casini e dei Fini si trova così oggi a vivere la stessa contraddizione del Psi craxiano di trent'anni: capace cioè di cogliere la direzione del vento ma ancora penalizzato da rapporti di forza elettorali nettamente sfavorevoli con l'avversario diretto. Così Monti sceglie l'attacco frontale contro Berlusconi perché per poter competere realmente con il centrosinistra deve riequilibrare i rapporti di forza a destra. E in Rai sembrano già aver capito che aria tira, visto l'improvviso raddrizzamento di schiena di un molluscone come Giletti.
cioé, per te 'sto quadro politico semplificato annoverebbe mr B al di fuori dei poteri forti dell'edilizia (...), delle banche (è uno dei due banchieri italiani rimasti, mr B) e dell'industria (quella dell'intrattenimento non lo vede estraneo mi pare).
RispondiEliminaUMT, cosa scrivi?