Il ritorno di Berlusconi. Adinolfi riscopre il contropotere: no alla delega, autonomia dal basso
(umt) "Non ci facciamo incantare dalle sirene di Berlusconi e dei suoi alleati, ne tantomeno da quelle dei mercati e dello spread. L'Italia tornerà in piedi nonostante voi".
CasaPound Italia non sembra molto turbata dal "ritorno della Mummia", per dirla con la colorata prima pagina di Liberation: mentre la stampa mainstream impazza, il movimento fascista se la cava con un flyer e uno status sulla pagina ufficiale su facebook e la sublime indifferenza sul sito web. Eppure la questione, spiega Gabriele Adinolfi, a prescindere dalle motivazioni, per alcuni aspetti assai personalistiche, ha importanti aspetti tattici:
Non si tratta solo di ridare un po' di fiato e di senso ad un centrodestra che, nell'appoggio a Monti, si era autodistrutto e che difficilmente poteva aspirare a un quindici per cento prima dello stacco della spina.Si tratta anche d'inchiodare Bersani.Perché se si va alle elezioni con l'attuale legge elettorale tutto il piano che si stava realizzando mossa dopo mossa, giorno dopo giorno, per produrre in Italia una maggioranza impossibile e determinare la “necessità” di una coalizione tripartisan a sostegno del Monti-bis, salta e va profondamente rivisto.
E quindi "la mossa di Berlusconi ha un effetto rivoluzionario. A cercare di comprimerla saranno i “mercati” così come ha annunciato Napolitano: ovvero saranno decisivi i ricatti che ci verranno fatti dai cospiratori finanziari internazionali in margine ai disastri contabili che scateneranno fin da subito". Vabbe', le decine di punti di spread saltati stamattina sono un facile pronostico e tutti quanti sappiamo che ci dovremo abituare a settimane di altalena. Ma l'analisi di Adinolfi, partendo dal "punto di non ritorno" segnato dall'anno montiano, si spinge oltre, su un terreno che rievoca antiche suggestioni antipolitiche e antiparlamentari. Quando anche
l'azione di Berlusconi dovesse avere successo e risultare quindi positiva per l'Italia, non si deve dimenticare che essa aggira il problema di fondo che è maledettamente semplice.La cessazione di sovranità e l'operato di ristrutturazione, totalitario e senza vincoli, delle famiglie dell'alta finanza cosmopolita non richiedono risposte basate sulla protesta e neppure sulla rarissima proposta ma soluzioni radicalmente alternative.E' necessario ricreare dal basso quella sovranità che ci viene tolta dall'alto; si deve ricostruire socialità quando istituzionalmente, per input provenienti da oltre frontiera, si procede alla disgregazione sociale.E' dunque opportuno procedere in una logica peronista per cucire tra loro le categorie sociali e le forze produttive in una linea al tempo stesso corporativa e sindacalista rivoluzionaria.
E la risposta quindi è la "sovranità nell'autonomia". Chi conosce le tesi terceriste di Terza posizione (rifiuto della delega, contropotere del basso) troverà tracce di quei ragionamenti, ovviamente contestualizzate ai tempi del turbocapitalismo finanziario:
Già destra e sinistra non avevano senso prima dello Sceriffato di Montingham, oggi l'hanno perso del tutto.Non si può pensare di uscire dal baratro affidando la protesta per delega a questo o a quel partito.Non solo perché gli uomini politici non sono all'altezza del compito, cosa oramai palese a chiunque, ma perché qualora lo fossero non avrebbero più il potere di fare alcunché.Perché non avendo accesso ai poteri forti e avendo perduto la sovranità non possono né decidere effettivamente né fare da mediatori se non vi è qualche altro potere con cui mediare.Che va costruito e di corsa. Alla forza centrifuga che dall'alto procede allo sterminazionismo sociale e nazionale va contrapposta organizzazione civile, politica, non racchiusa nei limiti della logica partitica.Va creata alternativa dal basso che ha valore solo se ha la forza per imporsi – e non per proporsi - in sede istituzionale e finanziaria.
L'analisi, come è prassi di certi articoli di Adinolfi, si conclude con le indicazioni pratiche: "no alla diatriba Berlusconi sì-Berlusconi no" e, ovviamente nervi saldi e lucidità. Ma questi ultimi, si sa, servono sempre.
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Il problema è proprio il rapporto tra le realtà produttive e quelle parassitarie. La dimensione "protestataria" del sociale non ha sbocchi, non li ha continuando a recriminare tutele senza ammettere la necessità di cancellare una grossa fetta di Stato dall'economia. Senza costruire l'unità tra lavoratori ed imprenditori delle PMI.
RispondiEliminaIl 50% della popolazione vive grazie ai sussidi elargiti a forza dal restante 50% produttivo, privato su privato. Da questa stima ovviamente vanno tolte tutte quelle aziende private che operano in àmbito pubblico. È semplicissimo realizzare che le grosse realtà industriali all'Italia non hanno ma conferito nulla e che, anzi, il paese viene tenuto in piedi dai piccoli e medi imprenditori, ovviamente anche grazie ai loro dipendenti.
Qualsiasi considerazione ideologica di fronte a questo gap crolla definitivamente.
Curare il fallimento di questa Italia, lo si voglia o no, comporterà questo doloroso passaggio: o ti adegui ad uno standard di produttività (servizi, beni, lavoro, benessere), oppure schiatti. Che tu sia operaio o dirigente, poco conta.
Il costo del lavoro tanto sbandierato è infatti il costo LORDO per unità prodotta. Mai e dico mai nessuna realtà politica ha mai diffuso informazioni simili. Il mondo è cambiato, questo paese è rimasto Africa, c'è un'arretratezza culturale disarmante; ed il tutto si abbatte furiosamente su tutti i programmi e programmini formulati oggi da questo, domani da quell'altro raggruppamento politico.
Mentre il tessuto realmente produttivo del paese si suicida, noi si pensa ad un cesso mafioso come l'Ilva. Cessi mafiosi in perdita nonostante i benefit concordati; ad alcuni di questi mostri è stato accordato un costo dimezzato per i consumi energetici. Chi paga il resto? Tu che leggi questo commento sei uno dei fortunati benefattori, perché quel disavanzo lo paghi in bolletta ENEL.
E nessuno mette bocca sulle migliaia di piccole aziende (facciamo stima dei dipendenti? no, troppo faticoso, poi a quelli non li copre neanche il sindacato, figuriamoci) che hanno chiuso in tre anni di "crisi". Per tacere dei denari (98 miliardi le imposte non pagate dalle società delle slot machine - 98 miliardi sono una cosa come una decina di finanziarie...) nascosti un po' ovunque, che continuano a fluire nel nero. E per nero intendo l'accordo decennale con la criminalità: prostituzione, commercio di droghe leggere etc. Abbiamo idea di cosa nascondano questi "mercati"? Per la coca parliamo dell'80% del circolante MONDIALE!
Dunque, quando si fà riferimento a dei programmi politici, almeno per ricomporre quel minimo di sanità gestionale, pensiamo anche a questi soldi. Perché, rimanendo così le dinamiche interne, qualsiasi approccio di tipo ideologico non reggerebbe la botta del futuro post-elezioni.
Fate ridere.
RispondiEliminaL'ooportunismo non ha colore.
Sembrate uno di quei partitini trotzkisti che fa movimento sotto campagna elettorale e poi si candida alle urne a ricevere la delega (e i sordi).
"Contropotere dal basso"? Siete la robba più sistemica che esiste proprio perchè avete l'arroganza di rappresentare l'alternativa. La vostra esistenza legittima questo Stato borghese..
Adinolfi vai a lavorare e magari coinvolgi anche Ugo
Koba, se non argomenti i tuoi insulti molto banalmente non aspettarti di esser preso in considerazione.
RispondiEliminaIl commento qui sopra pare la sagra della retorica del solito puzzone inconcludente. "Siete la robba perché l'arroganza" e blablabla
Fai pace con la testa e spiega la tua posizione; diversamente non puoi sperare di rappresentare qualcosa di serio.