Fascinazione e il libro di Raisi: lettera aperta a un appassionato lettore
Caro Giacinto,
leggo che hai comprato il libro di Enzo Raisi sulla strage di Bologna perché ne hai sentito tanto discutere su questo blog (che ha giocato per altro un ruolo attivo nella stessa elaborazione del testo, merito che esplicitamente Raisi ci riconosce). E ventili la richiesta di rimborso in caso di delusione. Be', io non so se alla fine della lettura resterai soddisfatto ma almeno posso spiegarti perché toccava dedicare tanta attenzione a un testo le cui tesi mi vedono in sostanziale dissenso.
E lo faccio con piena soddisfazione: perché nel presentare il libro sul suo magazine, il vicedirettore di Panorama, Maurizio Tortorella, omette del tutto uno degli scoop di Raisi: il sospetto che cioè a scatenare la carneficina nella stazione di Bologna sia stata una delle vittime, Mauro Di Vittorio.
Siamo stati in pochi a martellare sul tema: questo blog, quello dell'ex brigatista Persichetti, infine il Manifesto che ha pubblicato un pezzo di sintesi sulla strepitosa inchiesta uscita su "Insorgenze". Missione compiuta, posso dire ma sembra di stare in uno di quei giochi infernali di Zynga, tipo Farmville in cui appena raggiunto un obiettivo te ne viene offerto un altro allettante.
Perché Tortorella conclude l'articolo dando per certi dati che invece sono più che controversi. Secondo Raisi
un dipendente dell’Hotel Jolly di Bologna, anch’esso situato di fronte alla stazione, due anni dopo la strage riconobbe proprio la Fröhlich nelle fotografie della terrorista tedesca, arrestata il 18 giugno 1982 all’aeroporto di Fiumicino con una valigia carica di esplosivo, poi risultato compatibile con quello utilizzato per l’attentato alla stazione di Bologna. Il dipendente del Jolly testimoniò che la giovane donna nel pomeriggio del 1° agosto era all’Hotel Jolly e gli fece recapitare attraverso un fattorino una pesante valigia nera al deposito dei bagagli della stazione. Raisi ipotizza che l'esplosivo non dovesse scoppiare a Bologna, ma a Roma. E che lo scoppio sia avvenuto per errore nella sala d’aspetto.
E' però pacifico che l'esplosivo trasportato dalla corriera tedesca fosse di tutt'altra natura. Un collega di partito di Raisi, l'avvocato Fragalà, poi tragicamente ucciso a Palermo, nel 2005 presenta infatti un'interrogazione parlamentare urgente in cui sostiene che
: “il 18 giugno 1982, quindi due anni e mezzo dopo le stragi di Ustica e Bologna e due anni prima della strage del 904, all'aeroporto di Fiumicino veniva fermata per un controllo la cittadina tedesca Christa Margot Frölich trovata in possesso di una valigia contenente due detonatori e tre chili e mezzo di miccia detonante, contenente esplosivo ad alta velocità di tipo Pentrite, una sostanza detonante che entra nella composizione del Semtex” (interpellanza urgente 2-01636 presentata giovedì 28 luglio 2005 da Vincenzo Fragalà nella seduta n.664).
Il Semtex è l'esplosivo di dotazione del blocco orientale che una frazione comunista di Fatah consegna alle Brigate rosse nel 1979 nel quadro di un'attività di collaborazione con gli altri gruppi armati europei (Ira e Raf) ma anche per assicurarsene la disponibilità in Italia. Ma, come si evince dalla prima perizia sulla strage di Bologna (vedi la tabella in alto), nella stazione devastata non c'era traccia di pentrite.
Anche sul riconoscimento della Frölich ci sarebbe poi da ridire. E quindi un paio di domande vanno poste: se Kram non era in incognito perché Frölich lo sarebbe stato? E se lo era come è possibile che la sua falsa identità dichiarata in albergo non sia mai emersa? E se non lo era perché il suo nome non risulta nelle presenze del Jolly hotel?
E quindi toccherà ancora occuparsi di queste storie. Intanto fammi sapere come è andata la lettura che per l'eventuale risarcimento ho diverse alternative da proporti.
Intanto buon Natale a te e a tutti i lettori di Fascinazione
umt
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