Antonio Torre, un dirigente politico ancora intriso di cultura della strada
(umt) E' morto durante il lavoro, presumibilmente per un infarto fulminante, Tonino Torre. Da qualche tempo era responsabile di sala del locale dei Fratelli La Bufala nel centro di Caserta, un'importante catena di ristoranti-pizzerie. E' stato trovato riverso nell'antibagno dai colleghi. Unanime la loro testimonianza: non aveva dato segni di malessere. Per gli accertamenti di rito per i morti sul lavoro i carabinieri hanno trasferito la salma all'ospedale Sant'Anna di Caserta ma il primo esame sommario non ha dato elementi per escludere la morte naturale. I funerali dovrebbero tenersi nella giornata di mercoledì a Napoli.
L'improvvisa scomparsa ha suscitato profondo dolore nell'ampia comunità che in Tonino riconosceva non solo un leader naturale ma anche un amico fraterno, Tra i primi omaggi è arrivato quello di Roberto Fiore. Nonostante la rottura politica di qualche anno fa, con la fuoriuscita al suo seguito di tutti i militanti napoletani, i due erano rimasti in contatto. Questo il messaggio del leader forzanovista: "Sul luogo del lavoro è morto improvvisamente Antonio Torre. Militante negli anni 70, si batte nelle piazze napoletane con valore e coraggio subendo la persecuzione riservata quegli anni ai migliori patrioti. Nel 97 e` fra i protagonisti nella fondazione di Forza Nuova e capo del Movimento napoletano che si pone per forza e capacita all'avanguardia di Fn. Con lui si svolgono le prime Colonie Evita Peron e le prime battaglie con i disoccupati napoletani. Punto di riferimento di tutto un ambiente, priva la sua famiglia di un padre e marito esemplare ed il Movimento di un camerata di fede e di coerenza ineguagliabile". Quando l'anno scorso Fiore era venuto a Napoli a tenere un incontro per rifondare la sezione Tonino era regolarmente presente. Così come c'era - insieme ad un gruppetto di camerati della sua generazione - alla manifestazione nazionale di CasaPound, nel novembre 2011. Lo ricorda affranto Carlo M. Breschi, che con Torre era stato in intensi rapporti negli anni del triciclo elettorale (Mussolini-Fiore-Tilgher): "NO, questa no!...il tempo di rivederci dopo tantissimi anni...in un corteo, un anno fa, a Napoli...non riesco a crederci..."
Erano andati in gruppo, anche se nessuno era militante di CasaPound, perché si temevano scontri e quindi gli "anziani della tribù" erano convinti di dover mettere a disposizione il sapere accumulato in tanti anni di battaglie di strade, in caso di necessità. Pur essendo dirigente e uomo di battaglia politica, in Torre non è mai venuta meno la cultura stradaiola, il senso di un'appartenenza comunitaria più forte delle specifiche identità organizzative. Tra gli antichi sodali, per l'occasione, c'era anche Franco, un altro militante degli anni '70 che ha così espresso il suo dolore: "Antò ma che cazz' è fatt'...ma come, c'eravamo sentiti da poco. Dopo che da tanto tempo, ritrovatici, abbiamo ripreso a sognare, a programmare, a sperare di riprendere discorsi che il tempo e gli eventi ciascuno aveva messo in sospeso, ma certamente non dimenticati. Eravamo intenzionati ad "uscire dal bosco"...e mo'. Antò non me lo dovevi fare, non ce lo dovevi fare...Sarai sempre nei miei pensieri e sono sicuro di quanti hanno condiviso con te "I MOMENTI". Ci rivedremo!!! "
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