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Strage di Bologna. Pacini: se ci si aggrappa alle proprio tesi la discussione non va da nessuna parte

La lunga e appassionata discussione aperta da e su questo blog sulle nuove piste internazionali (e rosse) sulla strage di Bologna continua intensa ma in buona sostanza langue, perché le posizioni si sono ossificate. Ancora una volta succede che io mi riconosca in pieno in quanto argomentato da Giacomo Pacini nel post precedente e quindi di ufficio - e a sua insaputa - promuovo un suo commento alla dignità di intervento.
di Giacomo Pacini
Paradisi, non se ne abbia a male, ma il dialogo inventato mi dà la vivida impressione di come si sia reso conto di essere finito in un ginepraio :-) 
Quanto ai documenti che propone sono interessanti, ma non dimostrano nulla. Siamo di nuovo agli scenari. Possibili in astratto, tutti da dimostrare nel concreto. E ai quali se ne possono opporre molti altri di segno opposto. Però così non si va da nessuna parte.
Vede Paradisi, per un certo periodo ho seguito con attenzione il suo (vostro) lavoro. Magari non condividevo alcuni aspetti, ma apprezzavo comunque l’impegno, perché mi sembrava che alla base vi fosse un puro interesse di ricerca. Il che, per quel che mi riguarda, è lodevole a prescindere. 
Purtroppo mi pare che da tempo, più che discutere di alcune delle oggettive incongruenze presenti nel giudicato penale di Bologna, ci sia la volontà di dimostrare a tutti i costi che a colpire quel 2 agosto 1980 furono i palestinesi. Che sia Fatah, che sia il Fplp non importa; basta che siano i palestinesi. E questo anche a costo di tenere insieme piste che chiaramente tra di loro confliggono (e sorvoliamo sulla pista Di Vittorio, dalla quale, comunque, riconosco che avete preso le distanze. Anche se, me lo consenta, un po’ timidamente).
Guardi adesso come è rischioso e contro-deduttivo partire dalle conclusioni per poi cercare le prove che ci danno ragione. Lei è un profondo conoscitore delle carte bolognesi. Dunque saprà senz’altro che a inizio anni novanta vennero sequestrate alcune lettere private che l’ordinovista veneto Gianluigi Napoli aveva inviato a Roberto Frigato (militante dei Nar legato a Fachini). Tra di esse ve ne era una del marzo 1985 nella quale Napoli, dopo aver parlato di alcuni accenni alle stragi che gli aveva fatto Giovanni Melioli (ordinovista di Rovigo morto nel 1991), così si rivolgeva a Frigato):
Questa la lettera di Gianluigi Napoli a Roberto Frigato:
“Tali elementi [riferitimi da Melioli], sommati a ciò che mi accennò Fachini in carcere, costituiscono ombre oscure e importanti tasselli del mosaico che va costituendosi. Allo stato attuale non mi stupirei che si arrivasse a stabilire che l'esplosivo adoperato per la strage di Bologna oltre che per gli attentati del MRP sia partito proprio dal Veneto. Vorrei farti riflettere su un particolare che allora ci fece riflettere; i Fogli d'ordine di ON esattamente dicembre del 1977, che per altro si diceva all'interno di essi di colpire con attentati e rivendicare con altre sigle e altre minchiate che non sto qui a raccontare. Ebbene, io ho sempre saputo che nel momento in cui vengono scoperti dei piani il tutto va [parola incomprensibile]. Guarda caso, proprio dopo il ritrovamento di quei fogli vengono fatti svariati attentati e rivendicati con altre sigle soprattutto di sinistra. Questo è elemento probante che sopra la destra [parola incomprensibile] altre persone che a ben poco interessava se si finiva in galera, il fine ultimo era destabilizzare per fare i propri interessi. In questa ottica si colloca Fachini con i suoi seguaci. Va anche detto che dopo la campagna di attentati del MRP e in parte il 79 vi fu la rottura di Cavallini e co. con Fachini e l'inizio del cosiddetto spontaneismo armato.  Secondo il mio punto di vista, e non solo mio, la strage di Bologna maturò in quegli ambienti reazionari che vedevano sfuggire di mano un ambiente ormai frantumato da nuove idee, se pur sempre [parola incomprensibile] e prigioniere di un passato a dir poco infame. Queste precisazioni ho ritenuto opportuno dartele anche perchè le mie fonti di informazione non erano giornali o settimanali”.
Qui finisce la lettera.
Insomma, un elemento di Ordine Nuovo legato alla rete veneta, in una lettera privata sosteneva che, anche sulla base di confidenze ricevute da Melioli, non poteva escludere che l’esplosivo per la strage di Bologna, nonché la mano che aveva colpito nel capoluogo felsineo, provenisse dalla medesima rete. 
Beninteso; per quella che è la mia formazione, questo documento non dimostra niente. Però capirà che una lettera di questo tipo, dal contenuto inequivocabile e sulla cui genuinità non si può discutere (visto che era una missiva privata del 1985) avrebbe un valore mille volte superiore a un fumoso “Bo” inserito in un appunto.
Insomma, se io fossi convinto a priori che a mettere la bomba a Bologna sono stati gli ordinovisti veneti (e, sia chiaro, non ne sono convinto), una lettera di questo tipo la prenderei come una prova inequivocabile della giustezza della mia tesi. E potrei a quel punto ricordare che fu proprio un ordinovista veneto, Roberto Rinani, a anticipare, in carcere, a Luigi Vettore Presilio che nella prima settimana di agosto 1980 vi sarebbe stato un attentato di vaste proporzioni. E cosi via con tutta una serie di "catene di relazioni".
Ecco se io ragionassi così, al solo fine di dimostrare che a Bologna ha agito la “vecchia” rete veneta di Ordine Nuovo, mi giudicherebbe una persona rigorosa e mossa da puri interessi di ricerca? 
Una volta che si sarà dato la risposta, si faccia la stessa domanda su un certo suo modo di procedere.
Dato che è una persona intelligente, sono certo che si darà la stessa risposta.
Insomma, la questione rimane estremamente complessa e se si critica il fatto che il processo ai tre “ragazzini” dei Nar è stato indiziario, non si faranno mai passi avanti se, sempre sulla base di indizi, si continuerà ad avallare la giustezza di piste alternative che, al momento sono solo degli scenari, certo possibili in astratto, ma tutti da dimostrare nel concreto. E ai quali, come vede, se ne possono tranquillamente opporre altri di matrice opposta. Ma così la discussione non farà mai progressi.

8 commenti:

  1. Buongiorno Pacini
    Non sono d'accordo sul ginepraio, ma mi rendo conto di come sia difficile cercare di argomentare in un discussione di blog.
    Forse è molto meglio che io (noi) facciamo parlare i documenti attraverso articoli, saggi e libri.
    Non è mia intenzione convincere nessuno e le assicuro che non avevo e non ho tesi a priori da dimostrare o da voler dimostrare. Più mi inoltro in questa vicenda però e più mi convinco della solidità della pista di cui stiamo parlando perché ogni tassello, ogni nuova scoperta va ad incastrarsi perfettamente nel mosaico.
    Ognuno, non solo io, si aggrappa alle proprie convinzioni e come lei giustamente dice le discussioni finiscono per languire. A quel punto non servono più a nessuno e sono solo una perdita di tempo. L'unica cosa giusta da fare è quindi quella di tornare a studiare con metodo, serietà e con discrezione.
    Grazie e un saluto.

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  2. A solo titolo di cronaca, informo i lettori, che a cura della figlia Chiaretta, esiste in rete un sito dedicato a Roberto Frigato.Il filo conduttore è l'amore di una figlia per il proprio genitore, incarcerato con accuse infamanti,sia come uomo che come militante, che lei reputa innocente.Vale la pena documentarsi.

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  3. E' giusto un pretesto: il caso giudiziario attuale di Frigato non ha nulla a che vedere con questa discussione e i suoi temi.

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  4. Concordo col suo intervento Paradisi. Personalmente ritengo che stiate correndo il pericolo di convincervi troppo della giustezza della vostra tesi e che questo, alla fine, rischi di riportarvi al punto di partenza. Tuttavia seguirò i vostri futuri lavori senza alcun pregiudizio.
    D’altronde quando si ha l’umiltà (e qui parlo in generale) di
    non credere che dietro le proprie argomentazioni vi siano basi piu' solide rispetto a quelle degli altri e di ritenere la propria scrittura non punto di arrivo ma di partenza, si possono raggiungere obiettivi importanti anche da posizioni molto distanti.

    p.s.
    Su Frigato ha spiegato benissimo Ugo. Ovviamente nulla c’entra con questa vicenda. Era citato solo a titolo di esempio.

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  5. Comunque stiamo parlando di Frigato, un ex militante dei NAR,, la cui attuale vicenda che lo ha portato in carcere, non ha nulla a che fare con la strage di Bologna, siamo tutti d'accordo. Ma attenzione molto autorevoli ricercatori,giornalisti,politici, parlamentari anche di estrema sinistra, ritengono i militanti dei NAR estranei alla strage e la coppia Fioravanti- Mambro condannati innocentemente per quell'eccidio efferato.Ergo accusa sbagliata per accusa sbagliata, cosa da non escludere a priori, perché non mandare in galera un ex militante dei NAR con un altra accusa sbagliata.I neofascisti secondo la vulgata corrente, sono stragisti e criminali per definizione, a prescindere dai fatti!

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  6. No stiamo parlando di accuse che un militante di ordine nuovo veneto rivolge ad altri militanti di ordine nuovo veneto sulla strage di Bologna in una lettera indirizzata a frigato. Con la stessa logica ferrea siccome Fioravanti ha ammazzato più volte può anche avere fatto la strage. Oppure siccome frigato e' stato giustamente condannato per rapina e' anche colpevole per traffico di droga. No, semplicemente un fatto non implica un altro. Così comunque la stessa eventuale validità dei sospetti x fachini comunque assolto non dimostrerebbe la giustezza della condanna dei giovani dei NAR comunque condannati

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  7. UMT la tua replica proprio non convince,anzi non ha né capo né coda.Allora ci riprovo io:siccome i NAR con la strage di Bologna non c'entrano una mazza, ma poiché, per la vulgata corrente, gli adepti del "male assoluto"sono per un riflesso condizionato pavloviano sempre colpevoli,questa mia deduzione, non può valere anche per Frigato? Basti pensare che la non compianta Oriana Fallaci, sosteneva che Pier Paolo Pasolini, era stato ucciso dai fascisti e non da "Pino la rana"... e via delirando, che sarà mai una accusa infamante per un ex militante.La mia è una logica matematica,coerente,incontestabile la tua no!

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  8. La logica matematica dice che non c'è nessuna inferenza tra l'essere destinatario di una lettera nel 1985 e il subire un provvedimento giudiziario nel 2010.
    Dopo di che cogli l'occasione per ribadire che Frigato non è un trafficante di droga? Fai benissimo, ma la questione in discussione sono i sospetti sul coinvolgimento di dirigenti di Ordine nuovo veneto nella strage di Bologna che un ordnovista rodigino rivolge a un altro militante rodigino, Frigato appunto.

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