Header Ads


Stormfront, così Martinez destruttura il dispositivo della fabbrica del complotto

(umt) Con la sua consueta cifra sarcastica Miguel Martinez ridimensiona l'allarme scatenato dal blitz contro Stormfront. Anch'egli è stato bersaglio dei "difensori della razza bianca", come ricordava in occasione di un'altra ondata di panico mediatico montata intorno al forum del "white pride":
Stamattina, stavo per pubblicare questo post, riguardante il forum di autoaiuto globale per affetti da sindrome di melaninodeficienza, denominato Stormfront, dove il nostro sito è stato citato come un pericoloso sito “comunista filoislamico”, quando apro il sito di Repubblica. E vedo – sotto titoli urlati (“Neonazisti, la lista della vergogna“) – che un certo Der WeisseWolf (il tedesco va di moda da quelle parti, almeno finché non chiedi loro il genere dei sostantivi) ha aperto quasi un anno fa un thread su Stormfront in cui vengono fuori notizie come il fatto che Gad Lerner è ebreo (cosa che credo si veda anche sul suo sito) e che Susanna Tamaro (come Hermann Göring, ma questo Der WeisseWolf non lo dice) è cresciuta in una famiglia ebraica.
Per l'occasione Martinez notava che l'allarme sociale che si scatena per i post antisemiti non trova corrispondeva in altre espressioni violentemente razziste pur presenti in Stormfront
Stormfront in realtà è politicamente corretto, e distribuisce equamente le sue antipatie. Il thread denunciato da Repubblica (“Il Giudaismo internazionale“) appare infatti in compagnia dei seguenti thread, di cui il giornalista di Repubblica non si è minimamente accorto:

IL PERICOLO GIALLO
INVASIONE ALLOGENI: 4 MILIONI! (il 20% IRREGOLARE!)
PERICOLO ISLAMICO E DHIMMITUDINE
Negrolandia: l’inferno dei morti che camminano [1]
Ma, come ci racconta un bellissimo articolo di Les Indigènes du Royaume, su tali temi, la distanza tra il discorso dei più sciroccati neonazisti e il giornalismo mainstream è sempre minore.

Oggi invece Martinez coglie il dispositivo attraverso cui è scattata la criminalizzazione. E la circostanza che a essere finiti in galera siano stati soggetti che esprimono pensieri indicibili e insopportabili non lo induce affatto a recedere dal filo rosso del suo ragionamento libertario:
I quattro giovani sono accusati sostanzialmente di mettersi davanti a uno schermo, in casa propria e di sfogarsi su un forum negli Stati Uniti, scrivendo cose che almeno negli Stati Uniti non sono reato. Insomma, un’attività che li accomuna a qualche decina di milione di brufolosi e post-brufolosi di ogni colore, da Peshawar a Praga. Proprio il fatto che sparino sciocchezze, senza pensare minimamente alle conseguenze che avranno per se stessi, indica quanto siano poco pericolosi. Per trasformare un delitto di stile in un delitto da galera, si adopera una delle tecniche più vecchie del dispositivo di repressione democratica: il concetto di associazione. Io da solo e tu da solo pensiamo o scriviamo cose sgradevoli, senza però fare male a nessuno. E’ difficile dimostrare che siamo da rinchiudere. Ma se tra me e te c’è qualche associazione, una criminal conspiracy come si dice in inglese, allora ogni mio e tuo pensiero o scritto diventa la prova di un tremendo complotto, un delitto che magari non si è ancora realizzato, ma che va stroncato con pene feroci. Le mie opinioni non sono quindi più tali, ma diventano indizi che aiutano a svelare gli obiettivi segreti del presunto Complotto; tanto meglio se si riesce ad aggiungere qualche oggetto materiale, normalmente innocuo – un coltello, un barattolo di vernice – che però nell’ambito del Complotto assume tutt’altro significato. L’associazione è quella cosa che permette a un pubblico ministero bravo di trasformare un non reato in molti anni di carcere. E’ un meccanismo che abbiamo visto applicato innumerevoli volte contro musulmani e anarchici in Italia e altrove (ma a queste cose gli autoreferenziali giovanotti melaninodeficienti non ci arrivano).
 Non a caso Repubblica sostiene, ed enfatizza nell'edizione on line con un titolo ingannevole "Raid anti-nomadi" che 
Secondo il questore di Roma, gli aderenti a Stormfront erano pronti anche ad "attacchi a campi nomadi e altri obiettivi di interesse per chi ha questo tipo di ideologia" situate soprattutto nel nord Italia.
Ma che significa pronti? Mentalmente disposti? Perché non c'è traccia - né viene contestata a quanto risulta dalle notizie diffuse - di iniziative organizzative tese a sviluppare attività operative. Il capo di imputazione parla infatti soltanto di diffusione on line di idee e di incitamento, avendo acquisito: 
"concreti elementi di prova a carico di 21 cittadini italiani, sottoposti ad indagine in ordine ai delitti previsti dalla legge 13 ottobre 1975 n. 654, per essersi associati, accomunati da una vocazione ideologica di estrema destra nazionalsocialista, allo scopo di commettere piu' delitti di diffusione on line di ideologie fondate sulla superiorita' della razza bianca, sull'odio razziale ed etnico e di incitamento a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali ed etnici".
No, la realtà di Stormfront nasce (e muore) come espressione tutta interna al parallelo universo del web 2.0 che talvolta produce effetti di realtà anche atroce (fino al delitto) ma che nella stragrande maggioranza dei casi si risolve in questa dimensione rarefatta dell'essere. Sovente in questo blog anonimi militanti replicano a commenti saccenti di altri anonimi liquidandoli come "leoni da tastiera", un sintagma che mi sembra il calco post-moderno delle "tigri di carta" di maoista memoria. 
Con una prassi inconsueta oltre agli arresti sono stati diffusi i nomi e le località di residenza dei 17 denunciati. Uno di questi è un giovanotto di 21 anni, residente a Somma di Massa, un paesello (seimila abitanti) alle pendici del monte Somma, quasi completamente distrutto dall'eruzione del Vesuvio del 1944 e quindi risorto nel segno dell'edilizia predatoria e devastante che ha distrutto il Bel Paese negli ultimi sessant'anni (nelle foto di Google maps il corso principale). Un paese in cui i luoghi della memoria sono stati cancellati dalla catastrofe e che è diventato brutto, come tanti dell'hinterland napoletano, eppure in cui non esiste un problema di "invasione allogena". Ma alla fine è solo un'idea consolatoria la mia, del volermi convincere che è una realtà squallida a generare i cattivi pensieri.

8 commenti:

  1. stormfront l'ho sempre trovato un sito delirante, ma dedurre un vincolo associativo dal fatto di scrivere tutti su un forum è un'idiozia, a voler essere gentili...

    RispondiElimina
  2. Caro Ugo, ti ringrazio molto dello spazio.

    Trovo interessante l'ultimo brano del comunicato Adnkronos:

    "In tale contesto, quindi, gli investigatori hanno dovuto attuare mirate strategie di monitoraggio del web e di attenta analisi dei contenuti pubblicati su altri spazi web, ovvero in forum riconducibili ad aree ideologiche affini alle posizioni razziste e xenofobe evidenziate dagli indagati."

    La frase è molto ingarbugliata.

    Ma se ho capito bene:

    1) gli indagati sono accusati di aver commesso il delitto "A" (scrivere su Stormfront)

    2) Tale delitto però è difficile da dimostrare, visto che il sito è all'estero, ecc.

    3) Però gli investigatori sono riusciti a dimostrare che gli indiziati hanno commesso "B", cioè scritto altre cose altrove, che però pare non sia un delitto

    4) Poiché hanno commesso "B", che non è delitto, sono colpevoli di "A".

    Almeno io la leggo così.

    RispondiElimina
  3. Prima i complimenti. Io ammiro molto, e faccio tesoro quando posso, la tua capacità di lavorare sul piano dell'immaginario. Ma in questo caso la questione è molto concreta.
    Io ho problemi di server americano se devo bloccare il forum o identificare gli ip di anonimi. Ma che biomirko fosse il militante forzanovista lariano era di pubblico dominio anche perché lui stesso nulla faceva per nasconderlo. Così come dalla semplice lettura del mio blog, ma immagino anche da altre fonti delle rete, era possibile identificare la persona fisica di dani14 in quanto altro organizzatore della proiezione del video revisionista nel giorno della memoria che era stata omaggiata da regolare visita digos. Non credo perciò che abbiano dovuto fare indagini sofisticate visto appunto l'assoluta "imprudenza" dei forumisti. Del resto - cosa che lo stesso pasqua ha sottolineato - Mirko era convinto che esprimere opinioni suprematiste e "negazioniste" non avesse rilievo penale. Si sbagliava, ovviamente

    RispondiElimina
  4. Per Ugo

    "Ma in questo caso la questione è molto concreta."

    così in effetti è più chiaro. Cioè si tratterebbe di un aiuto per l'identificazione delle persone indagate.

    RispondiElimina
  5. Coglioni e basta..che senso ha diffondere idee di quel tipo? Cosa serve?

    RispondiElimina
  6. x UMT

    non ho capito il tuo ultimo intervento, quando dici che esprimere idee (anche) "negazioniste" abbia rilievo penale.

    Ovviamente non parlo di quelle suprematiste o presunte tali (che ugualmente citi), anche se la questione attuale dei molteplici gruppi e individui interessati a questioni identitarie (è questo il filo che accomuna tali realtà) non è stato minimamente (e sottolineo il "non") ancora sviscerato (immagino per pregiudizi ideologici opposti, se non peggio). Quanti presunti "neo-nazisti" sono diventati tali per ragioni identitarie (più che ideologiche nazional-socialiste) e per quali ragioni profonde?

    Ma tornando alla questione che ponevo, non mi risulta che l'Italia sia al livello di Francia, Germania e altri, dove la Storia è costruita dalla legge penale e non dal dibattito pubblico o dalla ricerca storica (non ancora perlomeno). Da ciò poi derivano altre questioni, sempre poco dibattute, ma che riguardano quanta dignità ancora rimanga o no alla "democrazia" rispetto ai totalitarismi. Quanta dignità e quante differenze? Una "democrazia" e un totalitarismo sono identici o no qualora un solo aspetto della realtà venga gestito allo stesso modo, ossia imponendo che tutti vi credano ciecamente? Oppure il fatto che sia un solo aspetto dovrebbe bastare perché i due regimi siano diversi?

    RispondiElimina
  7. Lif la questione è semplicissimo. Mirko è convinto che in Italia esiste libertà di opinione e rassicura sé e gli altri forumisti che pensare razzista non costituisce reato. Purtroppo per lui non è così. Al momento, a voler essere precisi, non c'è (ancora?) uno specifico reato di "negazionismo" ma è altrettanto evidente che le opinioni negazioniste sono sempre più spesso stigmatizzate come antisemitismo e quindi passibili di valutazione come elemento costitutivo di un'identità perseguibile ai sensi della legge Mancino

    RispondiElimina
  8. La questione infatti l'avevo ben compresa, ma, come dici:

    le opinioni negazioniste sono sempre più spesso stigmatizzate come antisemitismo e quindi passibili di valutazione come elemento costitutivo di un'identità perseguibile ai sensi della legge Mancino

    E qui casca l'asino (del totalitarismo)...

    RispondiElimina

Powered by Blogger.