Senzani e la pista palestinese: per Galli il criminologo voleva diffondere notizie infondate sull'influenza del Kgb sulle Br
Senzani era in possesso, fra l'altro, di un manoscritto in cui il terrorista affermava di ritenere che il Kgb fosse in grado di "pilotare l'attività delle maggiori organizzazioni terroristiche europee e palestinesi e che avesse infiltrato propri agenti nell'ala ortodossa delle Brigate rosse". Apprestare un manoscritto da vendere al Sismi , ricco di informazioni tanto infondate quanto a esse gradite (compresa quella sui concorrenti del "Partito comunista combattente") è l'ultima impresa di Senzani che, ben conoscendo i servizi non poteva pensare che gli lasciassero rapire Romiti e assaltare la sede della Dc.
(umt) Così Giorgio Galli in "Piombo rosso. La storia completa della lotta armata in Italia dal 1970 a oggi" (Baldini Castoldi Dalai editore, 2004) alle pagine 194-195 conferma l'esattezza dell'obiezione mossa da "Keoma" nella discussione in corso in questo blog a partire dall'"olografo di Senzani" che, a giudizio della 'banda dei quattro" (Gabriele Paradisi e gli altri scopritori della pista palestinese per la strage di Bologna), consentirebbe di ridisegnare l'intero scenario delle vicende terroristiche di quegli anni:
il giudizio generale diffuso su Senzani ( che pure io francamente non condivido ) è quello che è, di un provocatore al soldo di questo e di quell'altro ... cioè una specie di Affatigato "de sinistra" e che può quindi "prestarsi", anche indirettamente facendosi trovare un appunto nel portafogli, ad ogni tipo di interesse ...
Resta ora da capire se il manoscritto citato da Galli era lo stesso a suo tempo trasmesso dal consigliere Priore agli inquirenti bolognesi e oggi rilanciato dai "quattro", se invece fosse una nota a esso connesso o ispirato (vista la sostanziale coincidenza di valutazione) oppure, infine, se Senzani - come ipotizza Galli - fosse orientato a portare avanti la battaglia politica contro la frazione maggioritaria delle Brigate rosse a colpi di disinformazione (una tecnica, questa sì, che ha visto esprimersi ad alti livelli proprio alcuni Servizi dell'Europa orientale).
L'ipotesi che le BR di Moretti, dopo la vicenda Moro, possano aver suscitato l'interesse dei servizi segreti dell'Est europeo non mi sembra del tutto campata in aria.
RispondiEliminaAnche se da questo a parlare di "etero-direzione" credo ce ne corra assai ...
La stessa storia delle armi palestinesi di Fatah portate da Moretti e Dura col Pegaso in Sardegna fa pensare ... la Fatah di allora, contrariamente al Fplp, era strettamente legata all'Urss ed è quindi difficile pensare che possa aver fatto questa scelta senza l' OK di Mosca ...
Ed altri indizi in questo senso rispetto alle Br-Pcc, in particolare nel periodo delle azioni anti-americane ( Dozier, Hunt ) indubbiamente ce ne sono ... la vicenda Scricciolo ecc. ecc.
Che Senzani, in quanto concorrente diretto, utilizzasse tra gli argomenti anti- Pcc, anche questi possibili legami, rientra nella polemica politica e non necessariamente nella disinformazione.
Ma comunque stiamo parlando di epoca largamente successiva al 1980.
Che poi nella logica certamente un pò distorta del personaggio Senzani - non dimentichiamo che è la stessa persona che stipula accordi con la camorra di Cutolo ma, sul territorio napoletano - incautamente anche con i concorrenti di Cutolo della Nuova Famiglia - ci possa essere anche una forma di valutazione delle cose manichea e persino a tratti demenziale, la possibilità ci sta tutta ...
Anche per questo mi sembra improbabile dare tutta questa importanza al suo appunto "olografo" ....
Ma, al tempo stesso, scusate se mi ripeto, se invece l'importanza a quell' appunto "olografo" gliela vogliamo per forza dare, allora la cosa fa oggettivamente a pugni con tutto il "teorema Raisi", il Fplp, Kram, Carlos, gli autonomi romani ecc. ecc.
«Dalla metà dell’80 e quindi da molto tempo prima della spaccatura sono stato in contatto diretto ed immediato con il Senzani, il quale dopo l’arresto di Moretti anzi in estate e in prospettiva dell’inevitabile spaccatura decise di riprendere tutti i contatti internazionali e convogliarli nell’ottica nuova del partito guerriglia sostituendosi nei rapporti internazionali appunto nei rapporti già gestiti dal Comitato Esecutivo, nella persona di Moretti» (Roberto Buzzatti al giudice istruttore di Venezia Carlo Mastelloni, 7 marzo 1983)
RispondiEliminaMa infatti è stupefacente tutta l'importanza che viene data a questo “Bo” dell’olografo, perchè mi sembra che allora le idee non sono più molto chiare.
RispondiEliminaPerché se, in astratto, accettiamo che il reale significato di quell'appunto sia quello fornito dagli “Sherpa” (secondo la definizione di Ugo), allora è chiaro che la storia di Ortona, della rappresaglia del Fplp ecc. ecc., diventa immediatamente carta straccia. Perché l’olografo Senzani inserirebbe la strage di Bologna in un contesto internazionale (l’Urss che si oppone all’asse Mitterand/Kriesky) del tutto avulso e con attori del tutto diversi rispetto alla ormai arcinota “questione Ortona/Lodo Moro”. Per questo mi stupisce vedere che proprio chi, sulla questione “Ortona/Saleh/violazione Lodo/rappresaglia Fplp” ha scritto libri e decine di articoli, adesso accrediti a quell’appunto un tale rilievo. In coerenza con la propria tesi mi sarei aspettato il contrario.
Perché allora perdonatemi, ma per quasi otto anni di che abbiamo parlato? Di uno scenario che decine di volte avete sostenuto essere quello giusto, ma, nel quale, evidentemente, neppure voi credete fino in fondo?
Per carità, si può tranquillamente cambiare idea o prospettiva, però è chiaro che lo scenario “vendetta palestinese per l’arresto di Saleh” va in frantumi qualora si interpreti quel "Bo" di Senzani come un riferimento alla strage di Bologna.
Da qui non se ne esce; o l'uno o l'altro. Insieme non possono davvero stare.
Premesso che Buzzatti non è una fonte di diritto né di verità storica, converrai Gabriele che riprendere i rapporti è cosa ben diversa dall'ereditarli come da voi sostenuto nell'articolo e da me documentatamente confutato ...
RispondiEliminaAnche perchè, se anche Moretti era stato arrestato, i suoi eredi diretti, le Br-Pcc, continuavano a stare su piazza ... e sarà propio il Pcc a svolgere alcuni tipi di azioni, appunto quelle antiameriane ( sequestro Dozier ed uccisione di Hunt ) che potevano coincideri con gli interessi dell'Urss.
RispondiEliminaPoteva fregargliene assai all'Urss delle azioni napoletane contro poliziotti e guardie carcerarie concertate con Cutolo ed anche - molto incautamente - coi suoi nemici/concorrenti .... o del reclutamento tra i pastori/banditi della Barbagia ..... cioè le cose che faceva Senzani ...
Più realistico invece che Fatah abbia contattato Senzani per uno scopo del tutto utilitario ... riprendere il controllo delle armi del Pegaso che con la scissione brigatista e coi successivi sub-appalti fatti proprio da Senzani erano finite in mano a Barbagia Rossa e all' anonima sequestri sarda.
Massimiliano Renzotti
RispondiEliminaLa goccia che ha fatto traboccare il vaso nell'ipotesi di Raisi è stato l'infondato coinvolgimento di Mauro Di Vittorio.
La goccia che invece sta facendo franare l'ipotesi dei quattro amici di Raisi (quelli che Ugo chiama “sherpa”) è rappresentata dall'”olografo” di Senzani e dalle analisi di Giorgio Galli - uno dei massimi esperti di brigatismo - sul carattere disinformatorio (o quantomeno non corrispondente al vero) dei manoscritti del Senzani stesso ogni volta che parla del Kgb.
Dal 1969 al 1982 la rete stragista del Triveneto (mascherata nell'ambito dell'area di Ordine Nuovo) ebbe stretti rapporti con la Ftase (Nato del fianco sud europeo) e nel 1981 il capo della Ftase era proprio il sopra citato Dozier.
RispondiEliminascriveva il giudice Salvini (uno dei pochi con le idee un po' chiare sugli stragisti d'Italia):
RispondiElimina"Uno dei capisaldi essenziali dell’iniziale schema dell’accusa (sulla strage di BOlogna, ndr), così come formulata già a metà degli anni ‘80, era (...) che esponenti del vecchio gruppo veneto di Ordine Nuovo (fra i quali, in particolare, Massimiliano FACHINI e Roberto RINANI, imputati di concorso in strage) avessero raccolto una notevole quantità di esplosivo recuperato da residuati bellici (si pensava, allora, come luogo di recupero, al Lago di Garda e non ai laghetti di Mantova, indicati nella presente istruttoria da Carlo DIGILIO), inviati tramite emissari (fra cui Roberto RAHO) alla struttura romana erede di Ordine Nuovo per il successivo utilizzo sia nei grandi attentati, pur senza vittime, del 1978/1979 (l’attentato al Campidoglio, alla sede del C.S.M. e così via) sia alla strage alla Stazione di Bologna.
Tale prospettazione d’accusa, che riguardava il livello intermedio fra i mandanti della strage e i suoi esecutori, non è giunto ad un risultato processualmente positivo in quanto le dichiarazioni dei collaboratori Sergio CALORE e Paolo ALEANDRI, in merito a tale traffico di esplosivo e al suo probabile utilizzo, non sono state giudicate sufficienti e gli esponenti della cellula veneta, che erano stati incriminati, sono stati via via assolti, da ultimo Massimiliano FACHINI con la sentenza della Corte di Cassazione in data 23.11.1995, cosicchè il problema della provenienza e della fornitura dell’esplosivo è rimasto aperto e irrisolto.
E’ di tutta evidenza che la pista originaria, collegata ad una possibile responsabilità organizzativa della struttura veneta di Ordine Nuovo, risulta fortemente e nuovamente rinvigorita dalle dichiarazioni di Carlo DIGILIO che ha parlato di ripetuti e massicci invii di esplosivo, sia tritolo sia altro esplosivo di provenienza bellica, alla struttura romana a partire dal 1978, tramite il "corriere" Roberto RAHO (in particolare int. DIGILIO, 7.8.1996 ff.1-3)."
(fonte: http://www.strano.net/stragi/tstragi/salvini/salvin77.htm )
Appunto ... se l'Urss o più in generale i servizi dell'Est potevano avere qualche interesse rispetto al lottarmatismo nostrano, l'unico interlocutore credibile rimanevano le Br-Pcc, anche dopo l'arresto di Moretti.
RispondiEliminaE non quel capocchione di Senzani, in tuttaltre faccende affaccendato .... anche il tentato rapimento di Romiti, unica azione di una qualche serietà politica messa in piedi da Senzani che non fossero gli accordi strumentali con le malavite campane e sarde ... rapimento che fallì sul nascere con l'arresto di due del Partito Guerriglia sotto casa di Romiti a Roma quando la cosa era ancora in fase di studio ... ed uno dei due, pesantemente torturato, vuotò il sacco e fece smantellare tutta la struttura romana ... era comunque un'azione che confliggeva pesantemente con gli interessi dell'Urss che allora puntavano a maggiori investimenti Fiat nell'Est europeo ed avevano proprio Romiti come principale interlocutore in questa direzione ...
E pure le altre fantasmagoriche azioni ideate ( ma mai nemmeno seriamente progettate ) dalla fantasia "spinta" di Senzani, l'assalto al congresso DC e la mega evasione dall'Asinara, poco c'entravano con eventuali interessi Urss in Italia.
Indi per cui credo proprio che Senzani non abbia "ereditato" nulla dei contatti internazionali di Moretti e che Fatah l'abbia contattato al solo scopo, peraltro fallito, di recuperare quelle armi nascoste sui monti della Barbagia ...
E se lo scopo era realisticamente solo questo, figuriamoci che interesse potevano avere i palestinesi di Arafat a metterlo al corrente di improbabili "segreti" ....
Sui palestinesi di Fatah si può dire di tutto meno che non fossero persone estremamente serie e rigorose nelle logiche di "compartimentazione" .... Senzani, anche se non credo fosse un provocatore, invece tutto il contrario ....
Per l'anonimo che va in brodo di giuggiole per il giudice Guido Salvini, sarà opportuno rammentare che sulla strage di Piazza Fontana,vi erano anche altre opzioni investigative, che vennero archiviate.Reputo utile ricordare che vi furono magistrati, giornalisti,agenti dei servizi segreti,poliziotti,presentatori televisivi,tassinari,che indicarono altri nomi e altri scenari quali responsabili.In breve ne cito qualcuno: il magistrato Vittorio Occorsio, il dottor Carlo Maria Maggi,il giornalista nonché agente del SID Guido Giannettini,il commissario di PS Luigi Calabresi,il giornalista e Senatore del MSI Mario Tedeschi,il giornalista presentatore televisivo Enzo Tortora, il taxista Cornelio Rolandi. Mi fermo qui per il momento ma posso assicurarvi che la lista è incompleta.
RispondiEliminaCaro Pacini di stupefacente mi sembra che ci sia la volontà di ignorarlo quel “BO” piuttosto che il contrario.
RispondiEliminaVorrei poi che lei mi spiegasse per quale ragione vede un conflitto tra gli interessi geopolitici dell'Urss e la volontà di ritorsione dell’Fplp (ampiamente documentata) in quanto l’arresto di Saleh metteva a rischio l’intero suo arsenale tattico e strategico in Italia. Vuole per caso dire che se L’Urss avesse avuto interessi diversi nello scacchiere medio orientale da quelli enunciati nell'olografo, l'eventuale responsabilità dell'Fplp nella strage di Bologna ne uscirebbe rafforzata?
Al di là di questo bisogna che ci mettiamo d’accordo. O l’olografo viene preso per buono in ogni sua parte (e lei mi sembra farlo per quanto riguarda la posizione dell’Urss, ma allora mi deve accettare o spiegare anche le altre parti), oppure lo si contesta integralmente (anche in questo caso però bisognerebbe poi cercare di spiegarne i motivi e non basta certo dire che il documento è irrilevante o che Senzani non era il vero capo delle Br).
Qui mi sembra che non si voglia prendere atto di fatti accertati. Siamo d’accordo che la Miglietta passò a Senzani (non ad altri) il numero segreto del contatto palestinese a Parigi? Siamo d’accordo che dopo l’aprile del 1981 Senzani si recò diverse volte in Francia ad incontrare l’emissario palestinese? Questi sono fatti non opinioni. Se Senzani andava a Parigi usurpando il ruolo di qualche frangia brigatista più meritevole che cosa cambia? Insomma, cari signori, quel documento esiste. Creò subbuglio e problemi in ambito ai servizi e ora mi sembra che ne crei anche altrove.
Finora mi è parso che si sia cercato di depotenziarlo parlando d’altro.
L’unico per ora che ha provato a rispondere nel merito, mi spiace dirlo, ma è proprio Keoma: per lui “BO” è l’abbreviazione di “Boh”.
Questa idea manichea (del documento o si prende tutto o niente) mi sembra fare a cazzotti con il corso degli ultimi cinquecento anni del pensiero occidentale. Il Medioevo finisce quando un monaco tedesco ci insegna che anche alle Sacre scritture che per un credente sono Parola di Dio - si applica il libero discernimento. Quindi, almeno io, cresciuto avendo come livre de chevet Operai e capitale (quello in cui Tronti spiegava perché già negli anni 60 per la classe operaia il faro della Piazza rossa era spento), non so che farmene delle verità rivelate.
RispondiEliminaCaro Paradisi, io, come ha visto, non ignoro un bel niente.
RispondiEliminaE sottoscrivo il suo “bisogna che ci mettiamo d’accordo”.
E quindi decidiamoci; vogliamo prendere per buona la sua interpretazione dell’olografo Senzani? Io non la condivido, ma ovviamente ne possiamo discutere tutto il tempo che vuole e probabilmente lei riuscirà anche ad essere convincente.
Però allora deve essere chiaro che vanno al macero sette anni di articoli (nonché un intero libro) sulla rappresaglia del Fplp per gli arresti di Ortona, perché l’appunto Senzani (così come lei lo interpreta) delinea uno scenario e una mano chiaramente diversa e che nulla c'entra col Lodo Moro.
Tutto qui. E lei lo ha capito benissimo. Dunque, si metta d’accordo e poi possiamo discutere di qualsiasi cosa.
Senzani andava a Parigi ad incontrare Fatah perchè c'era sempre il problema di quelle armi da restituire, cosa non semplicissima non soltanto perchè minimo minimo ci voleva un altro Pegaso per portarle via dalla Sardegna ... ma soprattutto perchè lui quelle armi non sapeva nemmeno di preciso più dove fossero ..
RispondiEliminaE siccome aveva garantito, non solo ai detenuti del Partito Guerriglia ( Curcio e Franceschini in primis ) ma pure a separatisti e sequestratori sardi, che ormai controllavano l'arsenale, l'evasione di massa dall'Asinara, per cui quelle armi erano ritenute indispensabili, doveva trovarsi in grande difficoltà ... sia rispetto ai detenuti e ai sardi ... sia, ancora di più, nei confronti dei palestinesi ...
E così prendeva tempo, sia coi palestinesi, sia coi detenuti, sia con chi ormai aveva il controllo dell'arsenale ... non sapendo bene che pesci pigliare e come uscire da questa situazione un pò ridicola ... ma pure per lui alquanto pericolosa, anche sul piano strettamente fisico ...
Questi i termini reali della storia .... poi poteva prendere tutti gli appunti che voleva ... era ormai uno che viveva e pensava in una dimensione lontana dalla realtà ....
E gli appunti, anche senza arrivare alle considerazioni che fa Galli, valgono quello che valgono ... appunto sue confuse opinioni personali ... e comunque riferibili al quadro internazionale del 1982 e non a quello del 1980 ...
All'epoca Fatah e Fplp nemmeno si parlavano .... Carlos non ha mai lavorato per Fatah che anzi, dopo la storia dell'azione all'Opec di Vienna che aveva inimicato i palestinesi con tutti i governi arabi, Libia compresa, Carlos da Fatah era considerato un nemico, forse pure da eliminare ... e lo stesso Fplp aveva ormai scaricato il gruppo di Carlos ...
Ma comunque o si segue il teorema Raisi ( magari senza la puttanata aggiuntiva su Di Vittorio e la minchiata solenne su Marra " precisissimo tiratore in Via Fani" ) ... teorema che parla di Fplp, Saleh, Carlos, Kram ( anche se quest'ultimo avrebbe nel caso contravvenuto ad ogni buona regola di clandestinità e non era certo il tipo ), legami con la storia di Ortona, il lodo- Moro ecc. ecc. ecc. .... oppure, dando credito all'appunto "olografo" di Senzani e per di più interpretandolo con notevole fantasia e licenza poetica ... dove Trieste diventa Monaco e dove si anticipa di un paio di anni l'avvento al governo di Mitterrand .....e allora si parla di Urss, appunto di Mitterand, Kreisky, Fatah, questioni geopolitiche ...
Ha ragione chi dice "o l'una o l'altra, tutte e due non può essere"
Altrimenti l'esito di questo doppio teorema diventerebbe davvero un grande BO ... H .....
"Compagno Andropov, vorremmo dare una lezione all'Italia, che nonostante il lodo Moro ci ha sequestrato due missili, ci ha arrestato il nostro responsabile, non lo vuole liberare nonostante le nostre pressioni e minacce ed ora è addirittura a rischio il nostro arsenale che abbiamo nascosto da loro".
RispondiElimina"Un'azione contro l'Italia non va contro le nostre strategie. Devono finirla gli europei di mettere il naso in Medio oriente...".
Caro Pacini, questo dialogo è ovviamente inventato ma non credo sia inverosimile e a mio avviso dimostra come l’olografo non demolisca l’impianto della pista palestinese per la strage di Bologna ma anzi lo arricchisca.
La preoccupazione dell’Urss nel 1979-1980 verso le politiche europee in Medio oriente è un elemento inconfutabile. Lo si evince anche da un documento palestinese segreto sequestrato dagli israeliani nei pressi di Sidone nel 1982. È il documento n.7 intitolato “PLO talks with Kremlin leaders”. È il resoconto di una riunione tenutasi a Mosca il 13 novembre 1979 (Abu Anzeh Saleh sarà arrestato il giorno successivo) tra una delegazione palestinese guidata da Arafat ma comprendente rappresentanti di tutte le fazioni di Fatah (il Fronte democratico, l’Arab liberation front, Sai‘iqa). C’era ovviamente anche un rappresentante di altissimo livello dell’Fplp di George Habbash, ovvero Taysir Quba, di cui Saleh era nipote ed era stato autista. Quba avrà un ruolo anche nelle pressioni per la liberazione del giordano infatti rilascerà un’intervista al Messaggero che sarà pubblicata il 3 luglio 1980 dove parlando del sequestro di Ortona tra le altre cose dice: «L’Italia è emporio, punto di vendita e di transito della maggior parte del traffico d’armi che riguarda questa zona del mondo. Abbiamo le prove di molte complicità. A tutti i livelli. Se occorrerà le tireremo fuori». Non male vero?
Tornando alla riunione di Mosca, la delegazione sovietica era composta nientemeno che da Gromyko, Ponomarev e Grinevsky, capo del dipartimento per il Medio oriente del ministero degli esteri e una delle questioni centrali del colloquio sollevata da Ponomarev riguardava proprio i rapporti con l’Austria di Kreisky e i colloqui che Arafat aveva avuto col cancelliere austriaco e con il tedesco Willy Brandt.
Come vede Pacini non mi sembra che le strategie dell’Urss e le emergenze dei palestinesi fossero in conflitto tra loro.
Ugo, si parlava dell’attendibilità del documento. Mi è sembrato che una strategia utilizzata qui fosse quella di considerarlo un falso o addirittura un documento preparato a tavolino da Senzani per “venderlo” ai nostri servizi… Se lo si considera invece autentico va analizzato in quanto tale.
Per quanto riguarda Keoma e il suo cavallo Pegaso, che dire… Lui conosce tutti i dettagli della vicenda e ce li sta raccontando puntualmente. Sembra che abbia trovato la chiave di tutto dopo che uno stregone della tribù Papago gli ha fatto fumare sostanze strane in un calumet… ;-)
Sai ben che il Pegaso è uno yacht, quello usato da Moretti e Dura pe trasportare nel 1979, dal Libano fino in Sardegna, un carico di armi che Al Fatah aveva dato in custodia alle Br.
RispondiEliminaCarico ben più significativo ed importante dei due lanciamissili non funzionanti del Fplp che Pifano trasportava a Ortona.
Quelle armi, nascoste in una grotta della Barbagia ( mi sembra nella zona di Lula ), con la scissione delle Br finiranno - ma solo teoricamente - nella disponibilità del Partito Guerriglia di Senzani cui l'intera colonna brigatista sarda aveva aderito.
Ma appunto, solo teoricamente ... visto che quelle armi furono appaltate ai separatisti di Barbagia Rossa ( che usarono alcuni mitra del carico in un paio di occasioni) che a loro volta ne avevano affidato la custodia ad alcuni latitanti della cosiddetta "anonima sequestri".
In sostanza, nel 1981 Senzani ( e con lui anche Petrella, responsabile della colonna sarda del P. Guerriglia ) sapeva solo vagamente che quelle armi erano genericamente nascoste in Barbagia.
Da qui l'enorme difficoltà dello stesso Senzani coi palestinesi di Fatah che ne chiedevano la restituzione o almeno la possibilità di averne accesso se necessario.
In questa situazione di oggettiva sfiducia nei suoi confronti, appare decisamente improbabile che i suoi interlocutori di Fatah potessero pure rivelargli chissà quali segreti ...
Per cui l' "olografo" sarà semplicemente il riassunto di sue personali deduzioni, peraltro datate 1981 e non 1980, visto che Mitterrand nel 1980 non era al governo in Francia ..
Sulle "licenze potiche" esercitate da Paradisi e c. nell'interpretazione dello stesso "olografo" ho già detto e non mi ripeto ...
Tornando ai palestinesi, se Bologna era opera loro - e al massimo in questo senso vedo solo vaghi indizi, validi quanto quelli altrettanto vaghi rispetto a Fioravanti e c. e forse anche meno - o l'azione era di Fatah - e in quel caso non può entraci Carlos - o era del Fplp ... tutti e due è impossibile ...
Che c'entrava poi l'Italia del 1980con l'asse Mitterrand - Kreisky poi proprio non si sa ...
Keoma lo yacht di Moretti si chiamava Papago e non Pegaso...
RispondiEliminaParadisi, non se ne abbia a male, ma il dialogo inventato mi dà la vivida impressione di come si sia reso conto di essere finito in un ginepraio :-)
RispondiEliminaQuanto ai documenti che propone sono interessanti, ma non dimostrano nulla. Siamo di nuovo agli scenari. Possibili in astratto, tutti da dimostrare nel concreto. E ai quali se ne possono opporre molti altri di segno opposto. Però così non si va da nessuna parte.
Vede Paradisi, per un certo periodo ho seguito con attenzione il suo (vostro) lavoro. Magari non condividevo alcuni aspetti, ma apprezzavo comunque l’impegno, perché mi sembrava che alla base vi fosse un puro interesse di ricerca. Il che, per quel che mi riguarda, è lodevole a prescindere.
Purtroppo mi pare che da tempo, più che discutere di alcune delle oggettive incongruenze presenti nel giudicato penale di Bologna, ci sia la volontà di dimostrare a tutti i costi che a colpire quel 2 agosto 1980 furono i palestinesi. Che sia Fatah, che sia il Fplp non importa; basta che siano i palestinesi. E questo anche a costo di tenere insieme piste che chiaramente tra di loro confliggono (e sorvoliamo sulla pista Di Vittorio, dalla quale, comunque, riconosco che avete preso le distanze. Anche se, me lo consenta, un po’ timidamente).
Guardi adesso come è rischioso e contro-deduttivo partire dalle conclusioni per poi cercare le prove che ci danno ragione. Lei è un profondo conoscitore delle carte bolognesi. Dunque saprà senz’altro che a inizio anni novanta vennero sequestrate alcune lettere private che l’ordinovista veneto Gianluigi Napoli aveva inviato a Roberto Frigato (militante dei Nar legato a Fachini). Tra di esse ve ne era una del marzo 1985 nella quale Napoli, dopo aver parlato di alcuni accenni alle stragi che gli aveva fatto Giovanni Melioli (ordinovista di Rovigo morto nel 1991), così si rivolgeva a Frigato (da adesso sono parole di Gianluigi Napoli):
.....PER RAGIONI DI SPAZIO CONTINUO NEL PROSSIMO MESSAGGIO...
----CONTINUA IL MESSAGGIO PRECEDENTE-----
RispondiEliminaQuesta la lettera di Gianluigi Napoli a Roberto Frigato:
“Tali elementi [riferitimi da Melioli], sommati a ciò che mi accennò Fachini in carcere, costituiscono ombre oscure e importanti tasselli del mosaico che va costituendosi. Allo stato attuale non mi stupirei che si arrivasse a stabilire che l'esplosivo adoperato per la strage di Bologna oltre che per gli attentati del MRP sia partito proprio dal Veneto. Vorrei farti riflettere su un particolare che allora ci fece riflettere; i Fogli d'ordine di ON esattamente dicembre del 1977, che per altro si diceva all'interno di essi di colpire con attentati e rivendicare con altre sigle e altre minchiate che non sto qui a raccontare. Ebbene, io ho sempre saputo che nel momento in cui vengono scoperti dei piani il tutto va [parola incomprensibile]. Guarda caso, proprio dopo il ritrovamento di quei fogli vengono fatti svariati attentati e rivendicati con altre sigle soprattutto di sinistra. Questo è elemento probante che sopra la destra [parola incomprensibile] altre persone che a ben poco interessava se si finiva in galera, il fine ultimo era destabilizzare per fare i propri interessi.
In questa ottica si colloca Fachini con i suoi seguaci. Va anche detto che dopo la campagna di attentati del MRP e in parte il 79 vi fu la rottura di Cavallini e co. con Fachini e l'inizio del cosiddetto spontaneismo armato.
Secondo il mio punto di vista, e non solo mio, la strage di Bologna maturò in quegli ambienti reazionari che vedevano sfuggire di mano un ambiente ormai frantumato da nuove idee, se pur sempre [parola incomprensibile] e prigioniere di un passato a dir poco infame. Queste precisazioni ho ritenuto opportuno dartele anche perchè le mie fonti di informazione non erano giornali o settimanali”.
Qui finisce la lettera.
Insomma, un elemento di Ordine Nuovo legato alla rete veneta, in una lettera privata sosteneva che, anche sulla base di confidenze ricevute da Melioli, non poteva escludere che l’esplosivo per la strage di Bologna, nonché la mano che aveva colpito nel capoluogo felsineo, provenisse dalla medesima rete.
Beninteso; per quella che è la mia formazione, questo documento non dimostra niente. Però capirà che una lettera di questo tipo, dal contenuto inequivocabile e sulla cui genuinità non si può discutere (visto che era una missiva privata del 1985) avrebbe un valore mille volte superiore a un fumoso “Bo” inserito in un appunto.
Insomma, se io fossi convinto a priori che a mettere la bomba a Bologna sono stati gli ordinovisti veneti (e, sia chiaro, non ne sono convinto), una lettera di questo tipo la prenderei come una prova inequivocabile della giustezza della mia tesi. E potrei a quel punto ricordare che fu proprio un ordinovista veneto, Roberto Rinani, a anticipare, in carcere, a Luigi Vettore Presilio che nella prima settimana di agosto 1980 vi sarebbe stato un attentato di vaste proporzioni. E cosi via con tutta una serie di "catene di relazioni".
Ecco se io ragionassi così, al solo fine di dimostrare che a Bologna ha agito la “vecchia” rete veneta di Ordine Nuovo, mi giudicherebbe una persona rigorosa e mossa da puri interessi di ricerca?
Una volta che si sarà dato la risposta, si faccia la stessa domanda su un certo suo modo di procedere.
Dato che è una persona intelligente, sono certo che si darà la stessa risposta.
Insomma, la questione rimane estremamente complessa e se si critica il fatto che il processo ai tre “ragazzini” dei Nar è stato indiziario, non si faranno mai passi avanti se, sempre sulla base di indizi, si continuerà ad avallare la giustezza di piste alternative che, al momento sono solo degli scenari, certo possibili in astratto, ma tutti da dimostrare nel concreto. E ai quali, come vede, se ne possono tranquillamente opporre altri di matrice opposta. Ma così la discussione non farà mai progressi.
come premesso chiedo di sapere se qui siamo almeno d'accordo con quanto segue perché altrimenti è inutile continuare la polemica.
RispondiEliminaTra i personaggi che ritroviamo in molte inchieste, documenti e sentenze passate in giudicato legati alla cosiddetta strategia della tensione si possono menzionare Franco Freda, Giovanni Ventura, Carlo Digilio (agente dei servizi segreti militari americani e condannato per aver preparato gli ordigni di piazza Fontana), Guido Giannettini (giornalista di destra agente del Sid), Massimiliano Fachini, Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi ...
E vabbè, ricordavo male il nome dello yacht ... pazienza .... ma ricordo bene tutto il resto ....
RispondiElimina"Senzani andava a Parigi ad incontrare Fatah"
RispondiEliminaCerto, i brigatisti andavano a Parigi, a incontrare terroristi di altri paesi e mondi nei bistrot locali.
E ovviamente la scuola Hyperion non c'entra nulla in tutto questo. Sarebbe complottismo...
Alessandro
Senzani, mai cagato da quelli dell'Hyperion ( dei quali del resto diceva peste e corna), aveva invece una paura fottuta che dietro la "convocazione" di Fatah a Parigi ci fosse una trappola per farlo fuori ... e sospettava che dietro questa possibilità ci fossero proprio quelli dell' Hyperion ...
RispondiEliminaInvece molto semplicemente Fatah voleva recuperare quelle armi e, non sapendo che il coglione non sapeva nemmeno dove fossero nascoste, lo lasciarono andare accontentandosi di sue vaghe scuse e promesse ...
Ho veramente l'impressione che avete una idea sbagliata del personaggio Senzani ... che è l'unico lottarmatista della storia che non ha mai personalmente partecipato ad una azione ... e che quando le ha organizzate in prima persona ha sempre fatto errori madornali .... politici e militari ...
E del resto, pure l' "appunto olografo" ... se non avesse ragione Galli a dire che Senzani l'ha fatto addirittura apposta a farselo ritrovare ( in fondo dopo gli arresti di Petrella e Di Rocco sotto casa di Romiti e le confessioni del secondo era realistico che stessero per prendere anche lui ) ... certo, dal punto di vista della clandestinità, andare in giro con quell'appunto nel portafoglio era quantomeno una cosa da grandissimo coglione ....
Una specie di "manuale del brigatista" che fu ritrovato in un "covo" dava indicazione di ricordare tutto a memoria e di non scrivere mai niente ... o quantomeno di usare codici cifrati ...
Ma per davvero crediamo che tutta questa gente, che sparava e sparava, lo facesse per coglionaggine?
RispondiEliminaAvanti piantiamola di 'assolvere' questi figuri loschissimi, o risorgeranno per fare danni in futuro.
Sapare ed essere politicamente e/o militarmente coglioni non sono cose necessariamente in contraddizione.
RispondiEliminaSenzani, a mio giudizio certamente pessimo personaggio, sparava ( anzi, ad essere precisi, a differenza di Moretti, Curcio e di tutta la tradizione brigatista, lui faceva sparare gli altri ) ed era anche un emerito coglione.
Si ritrovò casualmente, lui era del comitato toscano che fino a quel momento non aveva fato nulla, al fianco di Moretti a gestire il sequestro D'Urso... questo per le sue conoscenze professionali nell'ambito di carceri e ministero della giustizia.
E poi nel 1981, dopo il "successo" del sequestro Cirillo cancellato come immagine positiva dopo poche settimane dall'infamia dell'uccisione di Roberto Peci, pilotò la scissione che già era nell'aria ... riciclando strumentalmente e malamente le tesi movimentiste di Morucci che solo un anno prima non avevano convinto nessuno ... ma integrandole con la promessa paracula che il neonato Partito Guerriglia si sarebbe principalmente occupato di liberare i detenuti, cosa poi mai messa in pratica.
Così ottenne ovviamente l'adesione della quasi totalità dei brigatisti detenuti, in primis Franceschini e Curcio.
Poi si portò dietro le colonne napoletana e sarda, da sempre di impostazione movimentista ... e a Roma il gruppetto ristretto degli ex Viva il Comunismo ( con l'eccezione di Piccioni), gruppetto che con Moretti e Morucci era rimasto relegato a fare la brigata di quartiere di Cinecittà/ Torre Spaccata, loro quartiere di origine.
Poi impostò, ma più precisamente fu Franceschini in carcere ad impostarle, le alleanze tattiche con la camorra napoletana ( e qui certamente gli venne d'aiuto la Dc che aveva chiesto a Cutolo di impegnarsi per la liberazione di Cirillo, cosa che porterà poi alla spartizione del riscatto pagato dalla stessa Dc tra Cutolo e Senzani ed alla successiva alleanza tattica ) e quella coi banditi sardi, a sua volta mediata dai separatisti di Barbagia Rossa.
A Napoli però, come già detto, fece anche l'errore madornale di stringere accordi tattici pure con i nemici di Cutolo della Nuova Famiglia ... e solo la capacità di mediazione dei detenuti ( sempre Curcio e Franceschini ma anche soprattutto in questo frangente Notarnicola e Vallanzasca ) evitò problemi nelle carceri con i cutoliani.
E poi, per ricostituire una colonna torinese ( i brigatisti di quella città erano passati in massa al Pcc ) si appoggiò ad alcuni fuoriusciti di Prima Linea che alla fine risulteranno in assoluto i peggiori possibili e si "pentiranno" pressochè tutti un attimo dopo l'arresto ...
Come dicevo poi, in Sardegna, perse pure completamente il controllo delle armi palestinesi, assolutamente necessarie per tentare ( ma il progetto non partì mai seriamente ) quella mega-evasione dall'Asinara che aveva promesso un pò a tutti ... detenuti ex Br, sequestratori e separatisti sardi e pure ai cutoliani) ....
Per di più coi palestinesi di Al Fath che rivolevano indietro quelle armi che lui non era in grado di restituire ...
Alla prima azione seria messa in piedi dal Partito Guerriglia, il rapimento Romiti, ancora in fase di studio vengono "pizzicati" Petrella e Di Rocco sotto casa del manager Fiat ... Di Rocco, torturato pesantemente, parla e finisce il Partito Guerriglia di Senzani ...
Questa la storia, decisamente poco onorevole ed edificante, del personaggio ... praticamente un fallimento totale, sia sul piano politico che su quello militare ...
ERRATA CORRIGE
RispondiEliminaovviamente la prima frase è :
"SPARARE ed essere politicamente e/o militarmente coglioni non sono cose necessariamente in contraddizione."