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Rauti story/9: con il centro studi nasce un Ordine (nuovo) di credenti e di combattenti


Continua la ricostruzione storica della vicenda politica di Pino Rauti e di Ordine nuovo. In questa puntata (la terza della serie ricavata dal volume 'Naufraghi') è dedicata alla scissione del Msi e alla nascita del Centro studi.
di Ugo Maria Tassinari
Per ripetere questa straordinaria fusione [tra ricerca spirituale e pratica militante] bisognerà aspettare 25 anni: solo in TERZA POSIZIONE l’ordine cavalleresco (la LEGIONE) sarà sovraordinato al nucleo operativo. Non a caso, isimbolo di TP è la “runa del guerriero”. Dalla fine degli anni ’60, infatti, la ricerca sapienzale, che si spinge sull’oscuro piano dei rituali operativi, dalla magia sessuale fino alla stregoneria, rappresenterà una via di fuga dalla milizia. Subito dopo la scissione di ORDINE NUOVO nel 1969, si autonomizza il gruppo dei DIOSCURI che in precedenza aveva portato avanti all’interno del centro studi la ricerca esoterica. Lo stesso Renato Dal Ponte, massimo esperto dell’esoterismo evoliano, fatica a dire fino a che punto il lato ritualistico legato a questa ripresa della tradizione romana può essere distinto da tematiche e pratiche operative magiche già in uso nel GRUPPO DI UR del 1927-29.
I DIOSCURI, che informano Evola delle loro attività, si riconnettono coscientemente alle precedenti esperienze sapienzali e producono nell’arco di cinque anni quattro fascicoli dottrinari. Secondo Dal Ponte il gruppo, che ha sede a Roma e diramazioni a Messina e a Napoli, si dissolve a metà degli anni ’70 per la particolare via operativa scelta e la mancata qualificazione di molti elementi, ma secondo altre fonti era ancora attivo alla fine del decennio e dedito a pratiche di magia sessuale. Comunque negli anni ’80 una vivace attività prosegue in Sicilia fino a dare vita a un MOVIMENTO TRADIZIONALISTA ROMANO.
I superstiti della corrente giovanile che aveva creato il MSI, espugnato le Università e conquistato i giovani all’idea nazionalrivoluzionaria, coloro che si erano, nonostante tutto, mantenuti sulle posizioni di vetta, costituirono il CENTRO STUDI ORDINE NUOVO e finirono per uscire dal partito nel 1956, dopo che lo scandaloso congresso di Milano ebbe a consacrare ufficialmente l’entrata del MSI all’interno dell’ovile democratico. Liberi da impegni politici contingenti, i giovani di ORDINE NUOVO poterono così dedicarsi a un lungo, ponderoso lavoro di elaborazione dottrinale, che è stato ed è tuttora un saldo riferimento ideologico e politico per tutti i gruppi e i movimenti europei che si battono contro il capitalismo e il marxismo e contro la logica imperialistica di Yalta.
Graziani prendendo la parola al processo contro il MOVIMENTO POLITICO ORDINE NUOVO, nel 1973, così ricostruiva le origini della maggiore organizzazione tradizionalista italiana. Date le tante scissioni, vicissitudini giudiziarie e rigenerazioni, è più corretto parlare di una tendenza che ha tentato un’equazione impossibile: inverare nel dominio politico il pensiero intrinsecamente impolitico e a tratti apertamente antipolitico di Evola.
ORDINE NUOVO nasce come corrente di partito nel 1954: al congresso di Lucca Rauti definisce «la democrazia un’infezione dello spirito», un aforisma che gli sarà rinfacciato decine di volte nella sua cinquantennale carriera politica. Il gruppo si munisce di una rivista l’anno dopo, per uscire dal MSI e costituirsi in CENTRO STUDI alla fine del 1956, dopo che Almirante al congresso di Milano è sconfitto di misura (300 a 307) e a sorpresa (sulla carta aveva la maggioranza). (…) Le voci vittimistiche circolate sui voti comprati da Michelini hanno trovato riscontro nei faldoni del Viminale (…)
In questo contesto anche la dialettica Michelini-Almirante sarà interpretata, dagli esegeti più maliziosi della “fascisteria”, come un gioco delle parti funzionale al controllo delle componenti più dinamiche e ribellistiche del partito senza mettere in discussione la subalternità strategica al fronte atlantista anticomunista. Trent’anni dopo Rauti ricostuirà la vicenda banalizzando i tratti più sulfurei di quello che si era definito «un ordine di credenti e di combattenti», «un’organizzazione a carattere politico tradizionalista»:
ORDINE NUOVO era essenzialmente un centro studi, una risposta intellettuale al piccolo cabotaggio del MSI di Michelini: una scuola attraverso cui sono passati migliaia di giovani. Non eravamo nazisti in senso proprio e sicuramente non dal punto di vista teorico. Quel che ci piaceva del nazismo era quel suo essere caduto in piedi e combattendo, senza il tracollo del fascismo italiano del 25 luglio. Un’ammirazione che non era apprezzamento per il regime di Hitler. Tutt’altro.
Il movimento si ispira a una concezione elitaria dello Stato, in assoluta contrapposizione con la democrazia parlamentare e l’organizzazione del consenso attraverso i partiti. L’impianto dottrinario e mitologico è in discontinuità con il fascismo storico. Dell’esperienza di Salò – condivisa da gran parte dei dirigenti – si esalta solo lo “spirito legionario”, l’eroismo disinteressato di chi ha preposto la salvaguardia dell’onore a una vittoria impossibile mentre sono liquidate le tendenze socialisteggianti. Prende corpo il mito dell’Europa nazione, svincolata dalla tenaglia dei due Imperi, contrapposta all’asfittico orizzonte di un patriottismo retrò che mette capo a un progetto moderato di grande destra anticomunista. Ma siamo sul terreno di semplici enunciati. Perché nel passaggio agli atti, ON si rivelerà organicamente funzionale ai disegni reazionari degli apparati militari repubblicani. Nello stesso periodo escono dal MSI sia i socializzatori di Ernesto Massi sia la destra “monarchica” di Erra (...)

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