L'appunto Senzani e la strage di Bologna: ma nel 1980 all'Eliseo c'era Giscard non Mitterrand
di Lucifero Inferi
“Ribaltamento”, mi sembra ad oggi la definizione, in questo caso autodefinizione, più azzeccata per qualificare la strategia messa in atto dalla "banda dei quattro" della pista palestinese.
Altrove lo chiamano rovescismo.
Il giochino consiste nell'assumere la classica postura vittimista lagnandosi contro un destino cinico e baro che ha messo la destra italiana alla gogna per aver prodotto dal suo seno lo stragismo come pratica politica collusa con apparati dello Stato.
“Tutto falso”, non è vero, non è mai successo”.
“E' solo un complotto contro di noi”, replicano in coro i neo-ex-post fascisti del vecchio e nuovo millennio, salvo qualche voce isolata.
La riprova?
A parte Vinciguerra, hanno mai condannato qualcuno?
No, quindi che c'entrano i fascisti, sempre messi in mezzo ma mai incastrati?
Volete una controprova?
Bologna per l’appunto. Un processo dove la verità giudiziaria doveva coincidere con una verità politica per incastrare finalmente dei fascisti e poter così dare il suggello giudiziario mancante in una grande strage alla vulgata dello stragismo nero.
Che le sentenze bolognesi non abbiano mai del tutto convinto (quale sarebbe stato il movente? A meno di non voler accontentarsi di ragioni mistiche- irrazionali), e non abbiano mai superato un livello probatorio meramente indiziario (anche se pesantemente indiziario, va sottolineato) sono stati alcuni ambienti di sinistra a dirlo per prima e denunciarlo con forza. Mica la destra!
Per caso avete mai sentito gente di destra preoccuparsi dei processi imbastiti contro le formazioni armate di sinistra?
Per la destra i comunisti sono colpevoli per definizione. Da quelle parti hanno una cultura giudiziaria tipologica e basta. Iì il garantismo vale solo per gli amici.
Tuttavia, questo è il punto, le perplessità sui processi bolognesi non giustificano i rovesciamenti storici, perché chi conosce un minimo della storia dello stragismo italiano del dopoguerra, sa bene le differenze che passano tra la galassia della destra spontaneista e quella dello stragismo del Triveneto.
Se il coinvolgimento inusuale dell'area spontaneista suscita perplessità, anche se non sono mai stati chiariti i rapporti di Fioravanti con gli ambienti del Triveneto (zio Otto alias Digilio), che pure sono esistiti, provati proprio nel periodo della strage di Bologna, il ruolo storico avuto dalla destra stragista non si può cancellare con il giochino dei ribaltamenti.
E' fin troppo palese come dalla Mitrokhin in poi si stia tentando di trasformare la strage di Bologna in un cavallo di Troia per riscrivere la storia dell’intero stragismo degli anni 70, ritornando alle origini di quella che fu fin dall'inizio la strategia dell'Ufficio affari riservati: accollare tutto ai rossi.
Mi dispiace, signori Paradisi e Pelizzaro, di qui non si passa.
Per quanto riguarda il giochino dei ribaltoni facciamolo pure e vediamo come va a finire.
Pensate un po' se al posto di Sergio Picciafuoco – ricordiamolo per chi non lo sa – presente all'interno della stazione il 2 agosto 1980 sui binari posti di fronte alla sala d'aspetto, in possesso di documenti falsi risalenti ad una partita gestita da ambienti dei servizi e rimasto ferito dagli effetti della deflagrazione, ci fosse stato un latitante di sinistra, secondo voi sarebbe stato assolto?
E Massimiliano Fachini, vogliamo parlare di lui e del suo coinvolgimento nell’inchiesta per la strage alla stazione? Un fascista esperto di esplosivi capace di recuperare le cariche di vecchi ordigni bellici.
E' difficile trovare un equivalente a sinistra, che di grandi esperti di cariche esplosive non ne ha avuti, ma pensate se nella vicenda fosse stato coinvolto una figura della lotta armata di sinistra dalla caratura militare importante. Ne sarebbe uscito assolto come Fachini, secondo voi?
Vogliamo giocare ancora o cominciamo a fare sul serio?
Ah, certo ci sono Kram e la Frolich, ripetono Paradisi e Pelizzaro come un disco rigato.
Ma Kram era in un albergo, non è mai stato visto in stazione quella mattina del 2 agosto. A differenza di Picciafuoco che invece era là.
Nessuna testimonianza lo ha mai chiamato in causa.
Era stato controllato e segnalato la sera prima alla frontiera di Chiasso, praticamente è arrivato a Bologna scortato dalla polizia. Non era latitante al contraio di Picciafuoco che era sui binari. Kram girava alla luce del sole, Picciafuoco no.
Ovviamente una condizione di latitanza non indica, di per sé, una responsabilità diretta nell’attentato. Infatti lo hanno assolto. Possiamo immaginare che cosa avrebbero invece sostenuto Pelizzaro e Paradisi se Kram fosse stato, non in stazione ma semplicemente in albergo con i documenti falsi. Invece aveva i suoi ma tanto basta ai quattro per coinvolgerlo nella strage.
Mica è finita, c’è la Frolich. Siccome alcuni testi parlano di una coppia sospetta, bisognava trovare per forza la donna di sinistra da mettere in mezzo. Altrimenti il quadretto sulle responsabilità rosso-palestinesi non sarebbe stato completo.
E così spunta un cameriere che, si badi bene, mica la riconosce sul momento, a ridosso della strage, ma ben due anni dopo, quando la sua immagine viene associata a quella di un'altra donna talmente eccentrica che avrebbe fatto di tutto il 2 agosto per farsi notare e lasciare il ricordo di sé.
Tuttavia questa donna nessuno l'ha mai vista in stazione e la sua descrizione non corrisponde con le caratteristiche e i dati biografici della Frolich. Soprattutto il riconoscimento postumo è palesemente viziato dall’effetto di suggestione provocato dalle sue foto sparate sui media dopo l’arresto a Fiumicino, nel 1982, per il trasporto in una 24 ore di una miccia detonante.
Secondo il cameriere la donna eccentrica avrebbe portato il suo bagaglio in stazione. Ce la vedete una donna minuta come la Frolich che porta da sola una valigia dal peso di almeno 30 kg?
Ancora una cosa: nell’articolo sull'olografo di Senzani, Paradisi nel tentativo di far quadrare i cerchi sostiene che l'indicazione di Trieste, presente nella frase in cui si fa cenno agli ultimi “attentati gravi” (gli altri due sarebbero “la sinagoga e Bo”), si riferisce ad un episodio accaduto nel 1972 in quella città, per la precisione a San Dorligo della Valle, dove alle ore 3.15 del 4 agosto, Settembre Nero fece saltare un serbatoio dell’oleodotto Siot Trieste-Ingolstad.
La “sinagoga e Bo”, secondo Paradisi che riprende Priore, sarebbero gli attentati alla sinagoga parigina della rue Copernic dell’ottobre 1980 e quello di Bologna, dell’agosto 1980.
Se questa interpretazione fosse quella giusta (e non è provato viste le innumerevoli incongruenze), quale attinenza dovrebbe esserci tra questi due episodi e quello avvenuto 8 anni prima a Trieste, se è vero che questi attentati sarebbero stati commessi dalla entità “R” (che Priore-Paradisi indicano nella Unione sovietica) per destabilizzare il terzo giocatore di peso (la Francia, spiegano Paradisi-Priore) che “oggi”, cioè nel 1980 (momento degli attentati), svolgerebbe un ruolo importante e di contrasto all’Unione sovietica in Medio Oriente?
«C’è un III giocatore, di peso della Europa in Medio O. [Oriente], che oggi ha un certo controllo. C’è un asse Mitterand – Kresky [Kreisky] per il controllo politico del Medio O. e la R. tenta in ogni modo di far saltare questa politica europea».
Piccola obiezione, così tanto per curiosità:
se Kreisky è stato cancelliere austriaco dal 1970 fino al 1983, nel 1972 a governare la Francia c’era un certo Georges Pompidou, avversario di Mitterand.
Nel 1980 all’Eliseo c’era un certo Giscard D’Estaing, altro avversario di Mitterrand che arrivò alla presidenza della repubblica solo nel maggio 1981.
L’asse con Kreisky prende inizio solo nei mesi successivi. Cosa c’entra questo asse con gli attentati dell’80 e del lontano 72? E perché mai la politica europea del tempo avrebbe dovuto infastidire le formazioni palestinesi?
Siamo in una fase in cui le diplomazie europee si mostrano molto favorevoli all'Olp, nella cosiddetta dichiarazione di Venezia del Consiglio europeo del 13 giugno 1980 per la prima volta si fa cenno in modo esplicito al diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese.
Come al solito Paradisi e Pelizzaro (e prima di loro Priore, leggetevi la prefazione al libro di Fasanella-Franceschini, Che cosa sono le Br) fanno strame di ogni rigore, pertinenza e precisione.
Detto ciò, questi signori continuino pure a giocare al ribaltone. La storia invece lasciamola alle persone serie.
"La storia lasciamola alle persone serie", sono d'accordo ma come dobbiamo considerare chi scrive quella frase se è la stessa persona che mette sullo stesso piano Sergio Picciafuoco e Thomas Kram?
RispondiEliminaChe Picciafuoco fosse un balordo di seconda fila capitato a bazzicare con Fioravanti e c. soprattutto a scopo di lucro ... e che Kram fosse invece un "terrorista internazionale" di primissimo livello ... non c'è dubbio ...
RispondiEliminaPerò Picciafuoco era latitante, stava in stazione e fu anche leggermente ferito nell'attentato ... mentre Kram era entrato in Italia coi suoi documenti ( pur conosciuto dalle polizie di mezzo mondo era all'epoca un libero cittadino ), comportamento decisamente strano per chi avesse poi dovuto svolgere un attentato di quel tipo, con gli stessi suoi documenti si registrò in albergo ( notoriamente chi deve far saltare una stazione va in albergo a proprio nome !) ed è provato che in albergo stava al momento dello scoppio.
Una volta detto questo, credo personalmente che nè Picciafuoco nè Kram c'entrino nulla con la strage di Bologna ... ma non posso non rilevare uno stranissimo modo di ragionare .... diciamo "di parte" ? ... diciamo "manicheo" ?
Lucifero Inferi,nonostante tale pseudonimo, anche lui è succube del dogma teologico del "male assoluto". Anche lui ha portato il cervello all'ammasso.Poi per puntualizzare non è vero che solo tra gli oltranzisti di sinistra, ci sono i garantisti anche per gli avversari. Il compianto onorevole Beppe Niccolai difese pubblicamente Adriano Sofri.Poi una vera chicca quello di paragonare un ruba galline come Picciafuoco al terrorista internazionale di rango come Kram; ma attenzione è quest'ultimo che si dovrebbe risentire di tale paragone.
RispondiEliminaun fatto del 1972 - la provocazione del deposito di camerino - vede far apparire tre nomi (Picciafuoco, Massimiliano Fachini e il carabiniere Benincasa) che troveremo nelle indagini sulla strage di Bologna.
RispondiEliminaBasta leggere la sentenza ordinanza del 1995 di Salvini:
"Il modulo della carta d'identità contraffatta di cui disponeva Sergio PICCIAFUOCO (che riportava il nome Enrico Vailati), proviene infatti dallo stock di circa 4700 moduli rubati presso il Comune di Roma il 14.5.1972, ceduti dai ladri o dai ricettatori a Guelfo Osmani e 604 dei quali consegnati al cap. D'Ovidio affinchè fossero depositati nel casolare di Camerino insieme al restante materiale.
Sergio Picciafuoco è il elinquente comune, legato ad ambienti
neofascisti, rimasto a sua volta leggermente ferito a seguito dello
scoppio della bomba alla stazione di Bologna ed accusato, sulla base di una serie di elementi, di aver svolto il ruolo di "palo" e di supporto logistico per gli attentatori all'interno della
stazione.
Picciafuoco, la cui condanna è ll'ergastolo è stata confermata nella primavera del 1994 nel secondo processo di appello celebrato dinanzi alla
Corte d'Assise di Bologna, ha sempre negato i suoi rapporti con gli ambienti dell'estrema destra eversiva e con i servizi segreti, ma non ha mai giustificato in modo credibile perchè quel giorno si trovasse in stazione e nemmeno le modalità con cui era giunto in quel luogo nè ha mai spiegato quale fosse la provenienza della carta d'identità di cui disponeva, nonostante la necessità di difendersi da una così grave
accusa.
Le circostanze emerse a seguito degli accertamenti svolti
dopo le rivelazioni di Guelfo Osmani servono quindi a convalidare la tesi
che Sergio Picciafuoco gravitasse negli ambienti dei Servizi Segreti."
La posizione di Niccolai non era ispirata a questioni garantiste ma a una più complessiva riflessione sugli anni di piombo.
RispondiEliminaPicciafuoco uscì assolto dal processo
Senzani dopo la parola "Trieste" mette lui stesso un punto interrogativo fra due parentesi. Senzani è pienamente cosciente della portata, del significato e del contesto delle parole che ode pronunciare e che appunta, per cui quando sente "Bologna" in quel contesto, cesoia e scrive "Bo", e quando sente "Trieste", inserisce un bel punto interrogativo. La ragione è chiara: l'attentato di Trieste non è episodio cronologicamente coerente con quanto veniva relazionato.
RispondiEliminaMa questa è dunque una conferma della coerenza e dell'importanza dell'olografo.
Non è chiaramente un problema di Paradisi, e neppure di Senzani, bensì di chi relazionava, il quale evidentemente è stato vittima di un lapsus. Per un terrorista mediorientale dovrebbe essere piuttosto normale, ad esempio, dire "Trieste" anzichè "Monaco", equivocando in fase espositiva sulla denominazione di due attentati, entrambi fieramente impressi sul proprio libretto di referenze. Sarebbe lo stesso per noi equivocare, in una conferenza, sui nomi di due città arabe, uno dei quali magari presente da un maggior lasso temporale fra le nostre consuetudini. E' normale: sappiamo benissimo che più un nome proprio (di città o di persona, ad es.) è consueto, più talvolta si inserisce nel nostro parlato, inconsciamente, in luogo di un altro.
Sotto il profilo della coerenza logica, infatti la parola giusta sarebbe stata "Monaco". Ma questo attentato per consuetudine si identifica meglio con la parola "Oktoberfest", più che con il nome della città ove è stato perpetrato.
E' plausibile quindi che il relatore abbia detto "Trieste" intendendo invece riferirsi all'altro attentato; e Senzani ha appuntato, ma apponendo lui stesso un punto interrogativo.
Ad ogni modo, qualsiasi motivazione ci possa essere dietro quel "Trieste" che lasciò perplesso lo stesso Senzani tanto da accompagnarlo ad un punto interrogativo, resta il fatto che la frase scritta dal terrorista, come riporto fedele delle parole di un collega mediorientale, è questa:
«Inoltre oggi c’è un III giocatore, peso della Europa in Medio O. [Oriente], che oggi ha un certo controllo.
C’è un asse Mitterand – Kresky [Kreisky] per il controllo politico del Medio O. [Oriente] e la R. [Russia] tenta in ogni modo di far saltare questa politica europea. Gli ultimi attentati gravi in Europa (Sinagoga, Bo e Trieste (?)) possono essere letti in questa chiave internazionale – [A. pensa così] – Così ogni altro movimento in Europa di forze rivoluzionarie e servizi segreti può essere letto in questo modo – Andando avanti si vedranno altre dimostrazioni di ciò – – altri attentati e dietro c’è sempre R. [la Russia] (e suoi collegati)…. – A. aspetta».
Questo è quanto è stato detto e scritto, ma invece qui, a leggere la nota di sopra, sembra quasi che a combinare erroneamente i nomi di Mitterand e Kreisky con quello di Trieste, sia stato Gabriele Paradisi, anzichè il terrorista durante la sua relazione.
Non a caso chi ha dipinto questo bel quadretto si firma "Lucifero" (o forse si firma così solo perchè lui è una persona seria).
Sergio Picciafuoco, dopo l'assoluzione della magistratura di Bologna dalla accusa di strage( il che è tutto dire) era divenuto in pratica un barbone, costretto a mangiare alla mensa dei poveri e a dormire alla caritas.Mica male come agente segreto o dinamitardo neofascista.In pratica era un rottame umano, che viveva di piccoli furti e truffe. Per sopravvivere, gli dette qualche commissione da fare presso il proprio studio il noto avvocato missino Marcantonio Bezicheri, suo difensore.Ribadisco che un Kram dovrebbe risentirsi per tali paragoni;ma non facciamoci illusioni i dogmatici credenti nel "male assoluto" nonostante siano degli atei devoti, non abiureranno mai alla propria religione.
RispondiEliminaIl nostro corrispondente dal sottosuolo non paragona le persone fisiche di Picciafuoco e Kram ma il loro posizionamento analogo sulla scena del crimine in due contrapposte narrazioni. E' un gioco di ruolo non un confronto biografico, zucconi.
RispondiEliminaEnrix, la questione è un po' più sottile. Gabriele, come Raisi, con Priore enfatizza il potenziale euristico di questo appunto di Senzani per la comprensione di quello che è successo a Bologna.
RispondiEliminaE' evidente che sul terreno giudiziario - non fosse irriducibile e quindi sicuro fruitore del diritto di non rispondere in quanto imputato in procedimento connesso (la detenzione di armi dei palestinesi) - Senzani come testimone de relato avrebbe scarso peso.
Ma qui ragioniamo sul piano storico. E quindi un ragionamento che evidenzia che le cose nel 1980 non stavano come scritto nell'appunto Senzani è rilevante.
Perché delle due l'una:
o Senzani non ha capito e allora non serve il suo contributo per la ricostruzione storica
o il palestinese ha detto cazzate e quindi torniamo alla stessa casella del gioco dell'oca...
Non mi offendo assolutamente per essermi preso dello "zuccone" da UMT ma respingo al mittente la sua affermazione. Perchè fai finta di non capire che il "diavolo" assolve senza bisogno di prove il terrorista internazionale e invece gli sarebbe piaciuto vedere all'ergastolo anche il "picciotto" siciliano (mannaggia a questi giudici che accusano, incarcerano, fanno "strage" della vita di decine di persone e poi, alla fine, li assolvono!)?
RispondiEliminaCaro Tassinari, il "potenziale euristico" di quel documento è oggettivo. Senzani appunta in tempo reale, in un manoscritto vergato di proprio pugno e custodito nel suo portafoglio da dove è stato sequestrato contestualmente al suo arresto, le parole del capo dei servizi palestinesi. Parole rese in camera chiusa e confidenzialmente riservate ad una platea ristretta di rappresentati di organizzazioni terroristiche sodali. Senzani capisce perfettamente ciò che scrive, abbrevia i termini che ritiene non debbano essere espliciti, e dota di punto di domanda un termine non trovandolo evidentemente coerente con il contesto. A sua volta il capo dei servizi palestinesi elenca e circoscrive storicamente e politicamente tre attentati, uno dei quali si configura effettivamente come incoerente con le circostanze esposte, ma come ho detto si tratta di una sola parola, nome di città, sulla quale un lapsus, nel corso di una conferenza, è fatto normalissimo. Ma l'inquadramento politico e storico è esatto, coerente, pacifico. Il fatto che Mitterand non fosse ancora presidente, è irrilevante e fuorviante (a proposito: lei conosce l'etimologia della parola "diavolo"?) se si considera il ruolo politico e di potere che comunque l'uomo rivestiva. Il suo amico Lucifero degli inferni provi a domandare magari a qualcuno dei 10.000 manifestanti convenuti in Rue Copernic subito dopo l'attentato alla Sinagoga, la ragione per cui essi quel giorno scandivano lo slogan "Arafat assassino, Mitterand complice", nonostante ai vertici della Repubblica ci fossero ancora Pompidou e Giscard D’Estaing.
RispondiEliminahttp://www.highbeam.com/doc/1G1-7752623.html
La sola ed unica discussione che si può portare avanti sulla valenza di quel documento, è quella che riguarda il significato delle lettere "Bo". Nient'altro.
Io la mia palla l'ho lanciata: se non è Bologna, allora cos'è, e soprattutto perchè tanto pudore nell'appuntarlo? Ma capisco bene le ragioni per cui i nostri diavoletti intendono sdegnosamente rifiutare di portare la discussione su questo terreno imbarazzante, cioè quello delle ipotesi realistiche; eppure ciò che è fuori discussione, è che si tratti di due lettere che devono ricondurre senz'altro all'identificazione di un attentato, attentato coevo ed assimilabile PER MATRICE, A DETTA DEL CAPO DEI SERVIZI PALESTINESI, ad altri attentati di loro pertinenza, uno dei quali è definito con la parola "Sinagoga" e l'altro con la parola "Trieste".
Siccome sono uno zuccone anch'io, replico al portatore di luce dagli inferi, che la Mambro in Fioravanti, a detta di alcuni testimoni, per passare inosservata (sic) era travestita da turista tirolese, in piena canicola estiva il 2 agosto 1980 in stazione!Da notare che dato la vulgata corrente, trattasi di una neonazista, non poteva che celarsi sotto mentite spoglie di una femmina germanica, mica della mitica casalinga di Voghera, cribbio si sa che i nazifascisti oltre che essere stragisti sono pure stupidi. Così facendo permisero ai sodali del portatore di luce dagli inferi, che scattasse in loro il ben noto riflesso condizionato di Pavlov!
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