La storia di Pino Rauti/7: dalla fondazione dei Far alla nascita della corrente giovanile evoliana
Proseguiamo nel lavoro di ricostruzione della figura storica di Pino Rauti, massima espressione umana di una corrente minoritaria ma importante del neofascismo italiano. E partiamo dalle origini, dal primo dopoguerra. Il testo è il primo capitolo del libro Naufraghi (con opportuni tagli)
di Ugo Maria Tassinari
I FASCI D’AZIONE RIVOLUZIONARIA sono fondati nell’ottobre 1946 a Roma come organizzazione unitaria clandestina del neofascismo rivoluzionario con una distinta struttura paramilitare, l’ESERCITO NAZIONALE ANTICOMUNISTA. Una scelta obbligata perché i leader, Romualdi e Baghino, erano condannati a morte per attività antipartigiane.
Sono ammessi solo i reduci di Salò (iscritti al partito o militari) e i “non collaboratori” con il regime democratico e gli invasori. Aderiscono gruppi di diversa natura con articolate posizioni politiche: il carattere anarchico è componente essenziale dell’antropologia fascista. Il nucleo più consistente è composto da una trentina di ‘socializzatori’ (tra cui Mario Tedeschi, Luciano Lucci Chiarissi, Enrico De Boccard, Gianfranco Finaldi), che si renderanno protagonisti di azioni eclatanti di propaganda armata tra cui l’esposizione della bandiera nera sulla torre della Milizia il 28 ottobre 1945 e l’occupazione della RAI a Monte Mario per trasmettere “Giovinezza”, la sera del 29 aprile 1946 (ma l’azione era in programma il giorno prima). Quando dalle bombe carta si passerà all’esplosivo gli attentati resteranno dimostrativi. (...)
[Dopo la fondazione del Msi la maggioranza dei Far ritiene superata la centralità strategica dell'organizzazione clandestina]
Nel luglio 1947 la componente legata a Romualdi – persa la battaglia per dar vita a un’agile struttura di cellule operative, i cui compiti politici andavano demandati al partito – abbandona la clandestinità. Il nuovo Direttorio riafferma l’aspetto marginale e secondario dell’impegno democratico. Il documento è la prima manifestazione di un’anima irrealista che attraverserà 60 anni di storia del neofascismo in totale disprezzo per l’arte e per i giochi della politica:
Il Fascismo è in antitesi assoluta rispetto alle concezioni materialistiche espresse dalle forze reazionarie dell’occidente e dell’oriente al cui antagonismo è spiritualmente estraneo. Il Fascismo è altresì estraneo all’ordine democratico attualmente imposto all’Italia da forze esterne, e nega quindi ogni valore all’alterco politico che ora si svolge al di fuori e contro il Fascismo stesso. Se per ragioni di contingenza ci si deve occupare della vita politica pseudo-democratica, per condurre la lotta anche dall’interno del campo nemico, ogni azione su tale terreno deve considerarsi di carattere contingente e funzionale rispetto all’azione rivoluzionaria principale che deve restare al di fuori della cosiddetta legalità democratica, persistente negazione del Fascismo.
(...) Con la scissione i FAR si riducono all’ala spiritualista, che innerva la corrente giovanile di Enzo Erra e di Rauti, IMPERIUM. Caratterizza questa componente di estrema destra la rottura con la retorica patriottarda, la polemica a tutto campo con le derive socialisteggianti a cui si contrappongono i valori di ordine, autorità e gerarchia, il pessimismo cosmico per la consapevolezza della fine di un ciclo. Le posizioni politiche sono rimodulate sul piano esistenziale dal vitalismo di un quadro di età media inferiore ai 25 anni. Molti reduci finiscono così risucchiati nella dinamica della
guerra fredda, che fonde nelle reti di resistenza antisovietica, promosse dall’intelligence anglo-americana, militari, partigiani bianchi e fascisti uniti dall’anticomunismo. Del resto gli Stati Uniti non avevano esitato a riciclare nella battaglia antisovietica quadri nazionalsocialisti di punta, come Reinhard Gehlen, leader di una temuta rete dell’intelligence hitleriana, che aveva portato in dote decine di casse di materiali anticomunisti, guadagnandosi così la responsabilità della sezione specializzata dell’OSS e poi della CIA.
Anche i fondi usati per finanziare partiti ed esponenti politici considerati amici degli USA vengono dalle casse delle SS, frutto del recupero del bottino di guerra tedesco, risequestrato nel corso della campagna di “liberazione” dell’Europa. Numerosi passaggi nelle iniziative e nel dibattito interni al MSI e alla destra radicale sono determinati dalle dinamiche di questo reseau. Nella valutazione storica si spinge ben oltre Vincenzo Vinciguerra, l’organizzatore della strage di Peteano: "Il MSI è creato ad arte con la collaborazione dello Stato maggiore badogliano e dei servizi di sicurezza; nella sua creazione fu attivamente partecipe il SIM (Servizio informazioni militare) con la supervisione dell’OSS, il servizio statunitense antesignano della CIA".
Un ex marò come Peppino Pugliese – legato a filo doppio al leader giovanile Clemente Graziani – presidia, dietro una mitragliatrice, la sede della DC a piazza del Gesù la notte del 18 aprile 1948
che consegnerà l’Italia a 45 anni di governo scudocrociato. Di un’inimmaginabile realtà di democristiani armati parlerà Francesco Cossiga, nella battaglia di verità aperta dopo la caduta del muro di Berlino e affondata tra diffidenze e incomprensioni. (...) Ben prima che la NATO costruisca le reti Stay behind (in Italia nota come GLADIO) la brigata partigiana Osoppo (protagonista di scontri fratricidi con i “garibaldini”:tra le vittime il fratello di Pier Paolo Pasolini e lo zio di Francesco De Gregori) si riorganizza in Friuli per contrastare un’eventuale
invasione titoista.
I reduci romani che assicurano la continuità dei FAR hanno scoperto Evola [Evola esprime una posizione critica “da destra” del fascismo e dei suoi aspetti demagogici e populisti, in nome di una teoria integrale della Tradizione. Attratto dagli aspetti spiritualisti della dottrina razzista, era entrato negli ultimi anni dell’anteguerra in contatto con le SS esoteriche] nella biblioteca di Regina Coeli e grazie a Massimo Scaligero, guru dell’antroposofia italiana [Massimo Scaligero, esponente del GRUPPO DI UR, la corrente sapienzale che ha cercato, alla fine degli anni ’20, di orientare il fascismo in senso tradizionalista romano, partecipa all’elaborazione dottrinaria di un “razzismo spiritualista” distante dagli eccessi biologici del nazismo. Nel dopoguerra prende
le distanze da Evola e diventerà il punto di riferimento di una scuola di cristianesimo misterico che darà vita al movimento HELIOS. Alla sua scuola iniziatica del resto fanno riferimento due personalità di assoluto rilievo come Enzo Erra, l'alter ego di Rauti al vertice della corrente giovanile missina, e Pio Filippani Ronconi, che poi passerà alla storia della strategia della tensione come l'ideatore del modello organizzativo dei gruppi misti di militari e civili con compiti di controinsorgenza, ma che resta una figura di intellettuale reazionario di tutto rilievo], sono entrati in contatto con il Maestro quando questi, paralizzato per le ferite subite in un bombardamento a Vienna, è tornato a Roma nel 1949, grazie a una generosa esponente dell’aristocrazia “nera”, che gli ha messo a disposizione un appartamento.
Il ricordo di Rauti, a cura di Piero Vassallo.
RispondiEliminaCirca i "democristiani armati", faccio presente che la buonanima di mia madre (Pace, Riposo e Onore a lei UNA + PRECE), ha fatto parte dei "baschi verdi), la struttura para-militare dell'Azione Cattolica.