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La replica di Raisi: di Rauti ho detto quello che tutti i missini sanno. E vorrei vedere il diario di Di Vittorio

di Enzo Raisi

E' la prima volta che rispondo alle varie critiche che ho letto su questo blog, a parte la risposta che diedi a Padula dopo il suo intervento su Di Vittorio. Sarà anche l'ultima perché non ho scritto un libro sulla strage di Bologna per fare polemica, ma per contribuire a ricercare la verità.
Però sono obbligato a fare alcune precisazioni:
1) In primo luogo io per correttezza avrei messo tutto il contenuto degli sms fra me e il sig. Giovanni Ceccaroni, allontanato da Fli per ‘simpatie antisemite’, visto che gli scambi di passaggi erano diversi e tra l'altro al mio telefonino l'ultimo suo messaggio che voi pubblicate non è mai arrivato. Strano no? Anche perché il signore in questione non ha mai letto il mio libro, almeno sino ad oggi, per cui non so da cosa abbia tratto quelle conclusioni che, ripeto, peraltro non sono mai arrivate al mio cellullare. Strano no ?
2) Non sono in fuga dal mio passato, ma sono orgoglioso del mio passato. Peccato che probabilmente chi scrive di me non lo conosca. Sono stato missino, nella corrente liberale e modernizzatrice dell'on. Mennitti, dopo aver firmato nel XIV congresso del Msi del 1984 la mozione del compianto on. Beppe Niccolai, che ci fece confluire successivamente in Proposta Italia. Per l'appunto corrente missina, liberale e filo israeliana: come vedi caro Tassinari non sono in fuga dal mio passato, semmai coerente con il mio passato.
3) Ho notato che già Persichetti, quando nel tuo sito mi definisce l'ex carabiniere post fascista (detto da un ex brigatista è un onore, ricordando che ho fatto il militare di leva nei C.C.)  mette in atto in maniera subdola e subliminale, di ‘inimicarmi’ la destra radicale. Ahimè poco mi interessa, perché il libro l'ho scritto per contribuire alla ricerca della verità non per compiacere qualcuno, però anche qui le cose vanno scritte bene. In primo luogo il libro l’ ho scritto parlando della strage di Bologna perché su questo tema ho studiato e lavorato per oltre 15 anni. Sulle altri stragi ho fatto mia una tesi che ritengo abbastanza vicina al vero, ben descritta nel libro di Rao, che cito nel mio volume, come ha compreso  e scritto correttamente Maurizio Murelli nella mia bacheca di fb in risposta al tuo post. Non solo. Come ha riportato giustamente l'avvocato Cutonilli, ho dato spazio anche ad altre ipotesi, compresa la sua, a dimostrazione della mia volontà di fronte a questi misteri d'Italia di essere aperto anche ad altre ipotesi e non ideologicamente prevenuto. Su Bologna mi permetto di essere più tranchant perché credo di conoscere atti e documenti meglio di tanti altri.
4) Infine la ‘barzelletta’ del diario del povero Di Vittorio. Premesso che Persichetti non ha dimostrato nulla se non una pubblicazione di stralci di un presunto diario che non solo nessuno ha mai visto, ma che nei contenuti diverge da stralci riportati in altre pubblicazioni. Un esempio? In altri stralci, si parlava della Friburgo Svizzera. Nel testo pubblicato  in Lotta Continua (L.C.) della Friburgo Tedesca. Inoltre mentre L.C. dice che Peppe era stato arrestato per un biglietto della metropolitana  non pagato in Germania, altrove si parlava di una multa non pagata in Svizzera. Dettagli, può essere. Come possono essere veline scritte male. Non solo. Il diario pubblicato su L.C. si ferma, come narrazione, a Dover. E allora sorge spontanea una domanda: “Tutta la storia del respingimento e il viaggio di ritorno dove stava scritta?”. Per tagliare la testa al toro vorrei vedere questo diario con prova calligrafica, giusto per stare tranquillo e fugare, finalmente, ogni (legittimo) dubbio. A tutt’oggi non si hanno notizie di dove si trovi il diario e se sono state fatte le perizie calligrafiche, per buona pace di Persichetti e dei brigatisti che pare abbiano preso a cuore questa vicenda, veramente ‘persone umane’......
5) Su Rauti, pace all'anima sua, ho scritto che lo ritenevo innocente rispetto a tutte le accuse che gli hanno mosso negli anni, ma che aveva avuto la responsabilità di fare entrare e uscire nell’Msi gli uomini della Fenice e di Ordine Nuovo veneto, sicuramente personaggi ambigui sia sul versante dell'eversione che su quello dei collegamenti con i servizi (leggasi capitano  La Bruna): ho detto quello che tutti i missini hanno sempre saputo, ma non hanno mai voluto dire pubblicamente. Purtroppo il libro è uscito in coincidenza del suo funerale, me ne dispiace ma non era certo voluto. Ho grande rispetto per l'intellettuale Rauti, che ho ammirato anche per alcune sue idee innovative, un po' meno per il Rauti politico: mi sembra legittimo e coerente con le mie posizioni.
6) Con la destra radicale non ho mai avuto rapporti e nemmeno coincidenza di idee. Ciò non mi ha impedito di fare battaglie garantiste a loro favore quando ad esempio sono stati presi provvedimenti a mio parere ingiustificati contro di loro: l’ho fatto di recente e lo farò in futuro. Sono un garantista a prescindere dal colore politico dell'imputato.
Qui mi fermo e vi auguro buona lettura anche del Cd allegato al libro,  che contiene quasi mille pagine di documenti, molti dei quali inediti perchè secretati. Dopo averli letti ne riparliamo, magari entrando nei fatti senza fare polemiche pretestuose. Sono giovane, ma sufficientemente anziano per conoscere il sistema di provocazioni in atto nei miei confronti.

3 commenti:

  1. Io mi domando perchè c'è gente che se la prende coi tifosi del Tottenham, quando c'è uno come Raisi che circola liberamente....

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  2. Raisi rimprovera al compianto Pino Rauti di aver sponsorizzato gente di Ordine Nuovo e la Fenice nel MSI. Forse era meglio ad esempio quella del generale De Lorenzo capo dei servizi segreti della repubblica nata dalla resistenza, che dopo la resa del 8 settembre 43 si schierò con il regno del sud contro la RSI;eletto per volere di Almirante in parlamento come indipendente.Comunque gli va dato atto, che la sua battaglia per la verità sulla strage di Bologna, lo riscatta parzialmente, dalla sua attuale( per me incomprensibile) posizione politica.

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