Il prefetto stoppa Pacifici: gli ebrei a Roma non corrono rischi

(umt) "Roma è una delle città più sicure. Non mi sembra che ci siano razzi lanciati su Roma, né che la comunità ebraica corra rischi". Al prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro non è piaciuto l'attacco lanciato dal presidente della Comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, che parlando del raid ultras contro i tifosi del Tottenham in un pub di Campo de' Fiori , ha paragonato Roma a Tel Aviv. "Non accetto questa equazione - afferma Pecoraro -. Quello che viene fatto a Roma per le comunità ebraiche dalle forze ordine, non viene fatto in nessun altro paese, quindi non accetto provocazioni chiedo rispetto per le forze dell'ordine da parte di tutti a cominciare dalla comunità ebraica".

La provocazione del leader degli ebrei romani era arrivata a quasi 24 ore dal fatto: "trica e vene pesante", direbbero a Napoli. Parlando ieri sera dal palco della “maratona oratoria per Israele” davanti a Montecitorio, aveva paragonato il raid nella capitale ai razzi che da Gaza colpiscono Israele: «Se è possibile aggredire 50 tifosi del Tottenham a Campo de’ Fiori, vuol dire che Roma non è meno pericolosa di Tel Aviv», annunciando la volontà di «andare in Israele a portare la nostra solidarietà. Ce li vogliamo prendere noi quei missili, insieme ai nostri fratelli».

Era giustificato il nostro stupore rispetto all'assenza di una reazione esacerbata, che non era mai mancata, anche in presenza di fatti di rilievo assai minore. Pacifici ha scelto una tribuna pubblica per piazzare il carico, ma stavolta ha trovato il rappresentante dello Stato a Roma che lo ha stoppato subito. Un po' come la Fornero che al leader degli industriali replicò a muso duro che una riforma dell'articolo 18 così radicale Berlusconi non l'avrebbe mai attuata... Così come è evidente la decisione istituzionale, per questa volta, di mantenere i toni bassi.