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Verso la scissione degli ex An dal Popolo delle libertà: comunque vada non sarà un successo

di Giuseppe Parente
Il timore che il caso Lombardia possa trasformarsi in una sorta di colpa finale non alberga solo nei pensieri dell’ex premier Berlusconi ma anche il segretario del popolo delle libertà Alfano ed i maggiori esponenti del principale partito del centro destra italiano. 
Dopo il Lazio, il Piemonte, il comune di Reggio Calabria, l’affondo in Lombardia, con l’aggravante delle infiltrazioni dell’organizzazione criminale denominata ndrangheta colpisce al cuore la Lombardia, una regione da sempre considerata il fiore all’occhiello del centro destra che rischia di diventare una sorte di apripista per scardinare quel che resta del Popolo delle libertà, ribattezzato Partito degli Onesti, mesi fa dal segretario Alfano. 
Ecco perché durante le riunioni tra Alfano, Maroni e Formigoni, alla quale mancavano esponenti dell’ex Alleanza Nazionale, il Cavaliere sembra non essere convinto della linea politica del resistere ad ogni costo. 
In questo modi si è arrivato ad una soluzione di compromesso, con il governatore Formigoni che riesce nell’impresa di non dimettersi, la Lega porta a casa il via libera alle elezioni previste, salvo sorprese, per l’aprile 2013 invece che nel 2015 ma con Berlusconi che non nasconde di essere rimasto scottato dalla vicenda Polverini, convinto che nei prossimi giorni si possa creare una situazione simile a quella del Lazio, dove la governatrice, esponente della destra social- sindacale fu costretta a capitolare. 
Gli ultimi avvenimenti hanno comunque un merito,quello di far accelerare la rifondazione annunciata da Berlusconi, con un ritorno allo spirito del 1993, con l’obiettivo di creare, in Italia, un grande partito liberale di massa. 
Il ritorno allo spirito del 1993, ad un partito liberale di massa, provoca una risposta da parte degli ex An, che da mesi, quasi come se fosse una barzelletta da fine impero, minacciando una scissione dal Popolo delle libertà. 
Prima si sono fusi, hanno ottenuto posti chiave all’interno del governo, ora vogliono andare via. Questione di poltrone, ma non solo. 
I post missini orfani del proprio leader Gianfranco Fini, convertiti al berlusconismo della seconda maniera, non vogliono trovarsi più in compagnia di scosciate e di inconsapevoli. 
Per questo, sembrerebbe che il 17 novembre, salvo sorprese, a Milano, daranno vita alla presentazione di un nuovo soggetto politico. 
Da uomini liberi, da persone oneste e perbene, da ingenui della politica pensereste che il nuovo soggetto politico che non gradisce scosciate ed inconsapevoli si ponga in alternativa al Popolo delle libertà. 
Vi sbagliate di grosso. La scissione degli ex An del Popolo delle libertà, sarà morbidissima, godrà della benedizione del Cavalieri di Arcora, sarà basata sul mantenimento del porcellum e lo spacchettamento del partito degli onesti in tante liste con l’obiettivo di racimolare quanti più voti possibili in vista delle politiche del 2013. 
Artefici di questa scissione morbida, sono Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri, la leader di questo nuovo partito potrebbe essere l’ex ministro della gioventù Giorgia Meloni. 
Gli interessati ovviamente smentiscono tutto. Cene carbonare, incontri più o meno riservati, programmi ed alleanze, quasi come si trovassimo di fronte ad una scissione fantasma, che continua ad aggirarsi sulle macerie del Popolo delle libertà. 
Come sono lontani i tempi di Fini leader di Alleanza Nazionale, quando gli ex An erano 90, diventati 70. 
Adesso grazie alla leadership di Maurizio Gasparri e di Ignazio La Russa sarebbero forse in venti. Neanche l’ex colonnello Matteoli sarebbe della partita. Il leader della destra sociale Alemanno vorrebbe frazionarsi verso il centro, tra le braccia di Monti. 
Di questo passo, dal 12 ottobre al 17 novembre, tra smentite e basso numero di adesioni, saremo di fronte ad una scissione da trafiletto.

1 commento:

  1. fFrmando un partito che rappresenterebbe di fato una ex An e, in parte un Ex MSI versione atlantista, sperano di racimolare qualche vola tra i delusi di Storace, qualcuno di CPi e via discorrendo. Cosi' facendo ricatteranno Berlusconi per ottenere qualche seggio in piu'.
    E' una strategia facilissima da individuare basta su un tatticismo esasperaro il vaneggiamento ed il richiamo al vecchio Msi e mettendoci la Meloni come Leader ( giovane, carina, con qualche spunto programmatico e di idee talvolta anche non disprezzabile )sperano di far sognare qualche ingenuo illuso
    Ma ormai io non sono un ventenne e Questi qua non mi fregano!
    Astensionismo militante ora e .....SEmpre!

    Ago

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