Rivolta di Reggio e 'ndrangheta: il figlio di Battaglia al convegno di Fiamma. Il Pd si indigna
di Giuseppe Parente
Sabato 13 ottobre, con inizio alle ore 10.30, presso la sala dei convegni di Palazzo Foti, prestigiosa sede dell’Ente Provincia di Reggio Calabria si terrà il convengo dal tema “ Destra Radicale, Reggio, Mafia : la verità su una infame menzogna”, organizzato dai giovani della Fiamma Tricolore di Reggio Calabria.
L’evento vedrà come protagonista, in veste di moderatore il Sen. Renato Meduri, uno dei principali protagonisti dei Moti di Reggio, prende spunto dalle polemiche nate a seguito di una raccolta di firme promossa da Fiamma Tricolore per l’intitolazione di piazza Orange a Giorgio Almirante fondatore e storico segretario del Movimento Sociale Italiano.
In una nota, diffusa dalla federazione reggina di Fiamma Tricolore, dal giorno in cui è stata proposta la raccolta di firme per intitolare una via ad Almirante è stato un susseguirsi di deliranti accuse e note diffuse alle stampa contro la figura di Giorgio Almirante, contro tutto l’ambiente neofascista reggino e missino accusato di essere addirittura il ponte tra la criminalità organizzata denominata ndrangheta e la politica.
Un rapporto, secondo la sinistra reggina (ma anche secondo la magistratura che, sulla base delle rivelazioni di alcuni pentiti mafiosi, ha costruito una maxinchiesta, la cosiddetta Operazione Olimpia, sugli intrecci tra ‘ndrangheta massoneria e sovversivismo di destra: e il convegno acquista particolare rilievo proprio alla luce del recentissimo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni criminali, ndb) che ha avuto inizio con la Rivolta di Reggio e che negli anni si è consolidato, arrivando ai giorni nostri.
Secondo i missini reggini, l’accusa non trova alcun fondamento e nessun riscontro, si tratta di parole vuote, buttate al vento della propaganda al fine di animare uno scontro, dal chiaro sapore nostalgico, fra gli opposti estremisti, per cercare di distrarre i cittadini, nascondendo loro il vuoto politico, di idee, di proposte che caratterizza la sinistra reggina, in questi ultimi anni.
Al delirante documento politico della sinistra reggina, che accusa l’ambiente neofascista e missino di essere il ponte tra ndrangheta e politica, la Fiamma Tricolore risponde con il convegno di sabato, al quale prenderanno la parola, Luigi Iacopino, responsabile giovanile di Fiamma Tricolore, l’onorevole Natino Aloi, storico protagonista della Rivolta, il dottore Domenico Battaglia, consigliere provinciale del Partito Democratico, figlio di Pietro, sindaco ai tempi della rivolta, con conclusioni affidate ad Adriano Tilgher, ex presidente di Avanguardia Nazionale, movimento extraparlamentare che si distinse durante i moti di Reggio ed attuale esponente del movimento de la Destra di Storace.
La presenza, in qualità di relatore, di Domenico Battaglia,consigliere provinciale del Partito Democratico, figlio di Pietro, sindaco ai tempi della rivolta, ha scatenato ovvie polemiche da parte di esponenti della sinistra reggina che chiedono a Pietro come può partecipare ad un incontro pubblico di un movimento neofascista che si permette di attaccare pubblicamente la sinistra reggina di cui è anche egli parte attiva?
La sinistra reggina, pur comprendendo il desiderio legittimo di difendere e valorizzare la figura di Pietro Battaglia, chiedono a Domenico il perché farlo in una manifestazione pubblica organizzata da neofascisti che considerano il razzista Almirante modello assoluto e che disprezzano la storia e le cultura da cui proviene la democrazia repubblicana del nostro paese?
L’evento vedrà come protagonista, in veste di moderatore il Sen. Renato Meduri, uno dei principali protagonisti dei Moti di Reggio, prende spunto dalle polemiche nate a seguito di una raccolta di firme promossa da Fiamma Tricolore per l’intitolazione di piazza Orange a Giorgio Almirante fondatore e storico segretario del Movimento Sociale Italiano.
In una nota, diffusa dalla federazione reggina di Fiamma Tricolore, dal giorno in cui è stata proposta la raccolta di firme per intitolare una via ad Almirante è stato un susseguirsi di deliranti accuse e note diffuse alle stampa contro la figura di Giorgio Almirante, contro tutto l’ambiente neofascista reggino e missino accusato di essere addirittura il ponte tra la criminalità organizzata denominata ndrangheta e la politica.
Un rapporto, secondo la sinistra reggina (ma anche secondo la magistratura che, sulla base delle rivelazioni di alcuni pentiti mafiosi, ha costruito una maxinchiesta, la cosiddetta Operazione Olimpia, sugli intrecci tra ‘ndrangheta massoneria e sovversivismo di destra: e il convegno acquista particolare rilievo proprio alla luce del recentissimo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni criminali, ndb) che ha avuto inizio con la Rivolta di Reggio e che negli anni si è consolidato, arrivando ai giorni nostri.
Secondo i missini reggini, l’accusa non trova alcun fondamento e nessun riscontro, si tratta di parole vuote, buttate al vento della propaganda al fine di animare uno scontro, dal chiaro sapore nostalgico, fra gli opposti estremisti, per cercare di distrarre i cittadini, nascondendo loro il vuoto politico, di idee, di proposte che caratterizza la sinistra reggina, in questi ultimi anni.
Al delirante documento politico della sinistra reggina, che accusa l’ambiente neofascista e missino di essere il ponte tra ndrangheta e politica, la Fiamma Tricolore risponde con il convegno di sabato, al quale prenderanno la parola, Luigi Iacopino, responsabile giovanile di Fiamma Tricolore, l’onorevole Natino Aloi, storico protagonista della Rivolta, il dottore Domenico Battaglia, consigliere provinciale del Partito Democratico, figlio di Pietro, sindaco ai tempi della rivolta, con conclusioni affidate ad Adriano Tilgher, ex presidente di Avanguardia Nazionale, movimento extraparlamentare che si distinse durante i moti di Reggio ed attuale esponente del movimento de la Destra di Storace.
La presenza, in qualità di relatore, di Domenico Battaglia,consigliere provinciale del Partito Democratico, figlio di Pietro, sindaco ai tempi della rivolta, ha scatenato ovvie polemiche da parte di esponenti della sinistra reggina che chiedono a Pietro come può partecipare ad un incontro pubblico di un movimento neofascista che si permette di attaccare pubblicamente la sinistra reggina di cui è anche egli parte attiva?
La sinistra reggina, pur comprendendo il desiderio legittimo di difendere e valorizzare la figura di Pietro Battaglia, chiedono a Domenico il perché farlo in una manifestazione pubblica organizzata da neofascisti che considerano il razzista Almirante modello assoluto e che disprezzano la storia e le cultura da cui proviene la democrazia repubblicana del nostro paese?
Salve a tutti sono di destra vivo a Roma ma sono nato in un paese vicino Reggio Calabria. Sono del '63 per cui ho solo vaghi ricordi della rivolta dei TG dell'epoca e dei racconti ascoltati. Un mio zio era lì in quei giorni maledetti, quando lo stato volle cancellare Reggio Calabria come capoluogo a favore di Catanzaro. da qui le rivolte, che furono principalmente di popolo che si sentii derubato e non trovando nessun politico a cui appoggiarsi si organizzò come sappiamo. I comunisti li abbandonarono al loro destino, la DC non li calcolò, la destra fu l'unica forza politica a fare qualcosa per loro, ma va ribadito che il POPOLO si ribellò al sistema, poi gli si diede il contentino di un mega centro siderurgico mai costruito a Gioia Tauro, per poi finire con l'abbattimento di una stupenda zona naturale quasi interamente coltivata ad agrumi, spianando tutto anche parte di un paesino.
RispondiEliminaMio cugino è regista ed il suo primo lungometraggio , presentato nel 2009 alla Casa del Cinema di Roma dal titolo "LIBERARSI - FIGLI DI UNA RIVOLUZIONE MINORE" fatto con pochissimi soldi , molti tirati fuori dalla sua tasca e con un piccolo contributo del comune di Reggio in quanto nessuno se ne volle accollare la produzione. Gli attori lavorarono gratis per 4 settimane. Ovviamente il tema è proprio quello della "rivolta di Reggio Calabria" che per diverso tempo e tutt'ora viene proiettato nelle scuole non solo in Calabria ma si è arrivati fino alla Val d'Aosta.
Vorremmo avere ora quel popolo in ogni città di'Italia !
"deliranti accuse e note diffuse alle stampa contro la figura di Giorgio Almirante, contro tutto l’ambiente neofascista reggino e missino accusato di essere addirittura il ponte tra la criminalità organizzata denominata ndrangheta e la politica."
RispondiEliminaDI SICURO LA MALAVITA NON HA BISOGNO DEI MISSINI PER INFILTRARSI NELLA POLITICA, MA DA LI A DIRE CHE L'AMBIENTE MISSINO CALABRESE FOSSE COMPOSTO DA PERSONE INTEGERRIME CE NE CORRE E PARECCHIO.
VA BENE LA POLITA, MA CERCHIAMO DI ESSERE OGGETTIVI PERCHE' ALLA PROPAGANDA DI DESTRA COME DI SINISTRA NON CI CREDE PIU' NESSUNO.
http://andreacarancini.blogspot.it/2012/08/briganti-1970-la-rivolta-di-reggio.html
RispondiElimina"Insomma la Rivolta, per la partecipazione popolare che ebbe, poteva ben essere il principio della rivoluzione meridionale, se il proletariato non fosse stato da sempre solo. Invece, rimasta in mano al nazionalismo dannunziano di Ciccio Franco, si tramutò nel parto di una vecchia, in un aborto politico, nella contorta contrimmagine dell’impresa fiumana".
RispondiEliminaMa insomma nell'impresa Fiumana l'antifascista DeAmbris scrisse la carta del Carnaro, Ciccio Franco oltre al mero campanilismo contro Catanzaro non andava.
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