E' morto Tumiati, uno che non si arrese: dal criminal camp texano alla scelta socialista
(g.b.) E' morto ieri a Milano, a 93 anni, Gaetano Tumiati. Giornalista (fu inviato dell'Avanti e della Stampa e vicedirettore di Panorama) e scrittore, apparteneva alla "generazione che non si arrese", pur avendo fatto in seguito altre scelte politiche (era socialista). Nell'85 raccontò in "Prigionieri del Texas" la sua esperienza nel campo di concentramento americano di Hereford. Nella prigione del Texas vennero rinchiusi e vessati per anni circa 5 mila militari italiani che si rifiutarono di collaborare con gli Alleati (complessivamente negli Usa furono 50 mila i nostri militari detenuti "politici").
A Hereford Tumiati incontrò personaggi che dopo la guerra divennero famosi in vari campi artistici e professionali, come lo scrittore Giuseppe Berto, il pittore Alberto Burri, lo storico Mario Medici, lo scrittore e magistrato Dante Troisi, il matematico Mario Baldassarri, il sindacalista Gianni Roberti, i politici Roberto Mieville e Beppe Niccolai (Msi) e Giovanni Dello Jacovo (Pci). Ci stavano anche il latinista Augusto Marinoni, giornalisti come Armando Boscolo (caporedattore a La Stampa e fondatore di una rivista come Motociclismo), Vincenzo Buonassisi, poi celebre come gastronomo e conduttore di trasmissioni tv; e Mario Mattei, segretario della sezione missina del popolare quartiere romano di Primavalle, padre di Stefano e Virgilio Mattei, uccisi nel famoso rogo.
Suo fratello, che aveva invece fatto la scelta partigiana, fu catturato e fucilato nelle Marche, nel maggio 1944
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