Strage a Bologna. Mastelloni: è inattendibile Carlos, prigioniero dei francesi e della sua vanità
(umt) Sono sempre più convinto dell'importanza di esercitare la nobile arte della rilettura. Tra i tanti materiali repertati e offerti in occasione del trentennale della strage di Bologna c'era anche una notevole intervista al giudice Carlo Mastelloni (nella foto) da parte di Paolo Cucchiarelli, il cronista dell'Ansa autore del libro che ha ispirato "Romanzo di una strage". Ne parlava in un commento "Stefano", a proposito delle incongruenze della pista palestinese. E in effetti il magistrato che voleva arrestare Arafat per la fornitura di armi alle Br e i vertici del Mossad per l'attentato all'aereo dei servizi italiani Argo 16 smonta alcuni capisaldi dell'ultima pista internazionale sulla strage di Bologna: perché Carlos aveva rotto da anni con l'Fplp, perché il lodo Moro si era sostanzialmente consumato con la morte del suo autore. Ve la ripropongo integralmente:
“C'è una pista
Usa, legame Ustica-Bologna"
Carlo Mastelloni, giudice a Venezia, ha per primo scoperto Gladio, è entrato per primo negli archivi segreti del Viminale, ha attraversato con le sue inchieste tutto lo spettro del terrorismo e soprattutto ha, nel lontano 1986, scoperto l'esistenza del "lodo Moro", l'accordo politico-diplomatico segreto che garantiva ai gruppi palestinesi, Fplp compreso (ala marxista), di godere di un "occhio di riguardo" in Italia, trasporto di esplosivo compreso.
Sulla strage di Bologna e sui legami con quella di Ustica il giudice non ha dubbi: "sono sicuramente collegate. Siccome non credo alle coincidenze - dice il magistrato all'ANSA - penso che con l'esplosione di Bologna si sia voluto energicamente far avvertire qualificati ambienti italiani legati ai libici di finirla di fare i gendarmi occulti di Gheddafi nel Mediterraneo, di smetterla con l'altro lodo, 'il lodo Gheddafi', un protocollo segreto costruito dai nostri politici e militari nel 1970, subito dopo la presa di potere dell' ufficiale". E il terrorista Carlos, le sue allusioni, i suoi messaggi in cifra rispetto ad una responsabilità effettiva degli Usa e degli israeliani nella strage alla stazione? "La pista americana - dice Mastelloni - prescinde da Carlos che è inattendibile, prigioniero e ostaggio come è dei francesi,dei loro servizi di sicurezza e della sua vanità".
Mastelloni ha un'altra certezza, senza tentennamenti: non esiste una pista libica per la strage di Bologna. "E poi... non siamo sempre stati accusati di essere filolibici ? E' una pista assolutamente priva di riscontri". Il "lodo Moro" è un cassetto ampiamente esplorato dal giudice veneziano. "Si trattò - spiega - di un complesso 'pacchetto'. Sono pochi quelli che hanno approfondito i legami tra Carlos, venezuelano, e i palestinesi. Sono pochissimi quelli che conoscono la valenza anche operativa di Wadi Haddad e dell' Fplp nel terrorismo internazionale. Carlos, oggi, non è credibile. Dire al contempo che sia estraneo alla strage di Bologna non significa però che Carlos non conoscesse la città. Probabilmente c'era stato perché teneva i contatti con gli studenti palestinesi che lì risiedevano di Fplp, compreso l' Abu Saleh Anzeh. Ma quei contatti sono stati tenuti prima degli anni Ottanta, e quindi prima della strage di Bologna, e, secondo me, sono cessati dopo l'espulsione di Carlos, quindi anche molto prima del 1979, data dell'arresto di Anzeh per il concorso nel trasporto dei due missili di Ortona".
Molti indicano proprio nella vicenda dei missili Strela sequestrati agli autonomi in Ortona alla fine del 1979 un elemento idoneo a innescare da parte del Fplp una reazione contro l'Italia qualora non fosse stato liberato il palestinese arrestato con degli autonomi e se non fossero stati restituiti i due missili. La relazione è stata identificata proprio nella strage di Bologna.
"Nel 1979 Carlos già era stato espulso da ben tre anni da George Habbasch e non era più a capo della cellula estera dell' Fplp competente per le Operazioni speciali - dice Mastelloni - gestiva ormai solo la struttura Separat, una forza residua, composta da quasi tutti i contatti, anche tedeschi, di Wadi Haddad: Separat non era che una banda armata che girava per l' Europa. Penso che nel 1979 quei due missili fossero gestiti solo e soltanto da George Habbasch. Erano in uscita, forse diretti in Svizzera per un'azione. A Ginevra si doveva tenere una importante conferenza per l'ambiente. Era previsto l'arrivo di Kissinger, vecchio obiettivo dell'ala antisionista di Fplp. È più che possibile che il Mossad, appresa la notizia del transito, l'abbia passata ai carabinieri del Sismi e questi alla territoriale". "Con quegli arresti della fine del 1979 e con la linea Dalla Chiesa in corso, in pieno terrorismo brigatista - aggiunge il magistrato - il lodo Moro si era ormai consumato. Lo stesso Moro, prigioniero delle Br, lo evocò chiedendo esplicitamente l'attivazione di Giovannone per la propria liberazione. Ma a fine '79, epoca dell'arresto di Pifano per i missili di Ortona, Moro non c'era più .Era rimasta solo la sua controfigura:il colonnello Giovannone. Poca cosa senza il suo storico garante politico. Habbasch, dopo l'arresto degli autonomi, credeva che il lodo fosse ancora in piedi e pretese addirittura la restituzione dei missili sequestrati. Cossiga, Ministro dell'Interno, fece convocare in piena notte dal suo capo di Gabinetto il generale Santovito, direttore del Sismi,e il colonnello Sportelli e dal primo apprese i termini del vecchio protocollo. Per il silenzio mantenuto sul punto fino al momento degli arresti, Santovito rischiò di essere defenestrato dal Ministro".
fonte: Ansa, 29 luglio 1980
Rieccoci dunque al muro contro muro.
RispondiEliminaMastelloni è molto più sensato e credibile di Pellizzaro e Pacifici anche se mi sembra un po' troppo ancorato all'anti-americanismo elementare.
Serve un anti-americanismo più accorto e sviscerato per venire a capo della matassa.
A mio avviso gli americani erano AL DI SOPRA di quelli che operarono. Le strutture internazionali, o meglio le metastrutture, continuano ad essere ignorate o sottovalutate. In caso contrario si avrebbe la chiave di lettura anche di elementi forniti da Pellizzaro & co e soprattutto da Raisi. Bisognerebbe partire da un "refresh". Nello schema imperante per anni si è proposto un blocco americano che utilizzava manovalanza fascista. Viceversa penso proprio che si trattasse di un blocco americano sì, ma cosmopolita, progressista e soprattutto internazionalista, che adoperava le strutture più formidabili e corpose, dunque specialmente certa guerriglia di ultrasinistra.
Se si resetta il ragionamento tutti gli elementi "contrapposti" tornano e l'impianto seri di Mastelloni, rivisto e integrato da quanto veicolato da 2P e Raisi, diventa esaustivo. Ma bisogna finirla con il derby delle estreme e, quand'anche emergeranno sempre maggiori responsabilità di strutture legate all'ultrasinistra (o meglio utilizzanti l'ultrasinistra) si deve abbandonare la mentalità troglodita utilizzata finora, quando erano stati accusati i fascisti. Altrimenti non se ne viene fuori.
Il ragionamento del giudice Mastelloni è quello che negli ultimi 32 anni sembra avvicinarsi di più alla verità sulla strage di Bologna ma, senza dubbio, deve essere ricalibrato.
RispondiEliminaIl problema è come fare una ricalibrazione.
Secondo Mastelloni ci sarebbe una pista Usa rispetto alla strage di Bologna, a suo parere intimamente legata a quella, di poco precedente, di Ustica.
La verità, leggermente più completa, è che ci fu anche una responsabilità della Francia, guarda caso il paese per cui lavorò il signor Affatigato e dove attualmente è detenuto e ricattato Carlos.
Tutta una serie di dati acclarati fanno emergere l’ipotesi che due furono gli organismi maggiormente responsabili di certi fatti del 1980: la Ftase (Nato del fianco sud dell’Europa) di Verona (collegata a postfascisti filoisraeliani come Digilio e Soffiati, quest’ultimo amante del gelatinato israeliano fin dal 1966) e lo Sdece francese (collegato al postfascista e filoisraeliano Affatigato). Molto probabilmente questi due organismi – in contrasto rispetto ad alcuni settori trasversali dei servizi segreti e dei governati italiani - ebbero la responsabilità politica dei tentativi di golpe anti-Gheddafi del 1980, della strage di Ustica e della strage di Bologna.
Si ricordi, anche solo parlando del 1980, che fra i postfascisti legati alla Ftase di Verona e il postfascista lucchese legato allo Sdece c’era un rapporto, per altro sollecitato dal signor Amos Spiazzi (spione del SISDE e provocatore filomonarchico e anche filoinglese).
Si noti, per chi non conosce un tubo della storia, che nel 1980 solo due servizi segreti stranieri si misero a compiere degli attentati bombaroli in Italia: lo Sdece francese (ad esempio all’isola d’Elba a metà di agosto contro i ripetitori dì alcune società dell'Eni, del servizio antincendi della Regione Toscana, della Banca d’Italia, dei Vigili del fuoco, della Guardia di finanza, assieme a quelli di alcune radio locali della provincia di Livorno e di una emittente; al porto di Genova il 28 ottobre contro una nave militare libica, la «Dat Assawari», una ex fregata inglese che la Gran Bretagna aveva venduto alla Libia e che si trovava nel capoluogo ligure da alcuni mesi per lavori) e il Mossad israeliano (ad esempio l’8 agosto 1980 a Roma contro la Snia Techint che faceva commercio di armi con l’Irak) .
In sostanza, il ragionamento di Mastelloni merita di essere meglio articolato ma è letteralmente antitetico a tutte le varianti della “pista palestinese” sulla strage di Bologna.
Adesso non si tratta di “mettere muro contro muro” ma di ragionare col cervello.
Senza dubbio, nel 1980 ci furono in Italia e in Francia dei postfascisti che, in cambio di denaro, tradirono il nostro paese e la sua già scarsa sovranità nazionale.
Adesso si tratta di capire con chi, nel 1980, avevano rapporti i postfascisti provocatori e stragisti come Carlo Digilio.
Come mai quest’ultimo aveva rapporti con i Nar? Come mai Cavallini e Valerio Fioravanti erano gli unici dei Nar a conoscere, il primo direttamente e il secondo in modo indiretto, il mercenario chiamato “zio Otto” (cioè lo stesso Carlo Digilio)?
Come mai i postfascisti filoisraeliani e i postcomunisti filoisraeliani che pretendono di spiegare la causa della strage di Bologna non citano mai quel fervente filoisraeliano e stragista chiamato Carlo Digilio?
Si vergognano di dire che un filoisraeliano (reo confesso pure per la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969) è stato uno dei peggiori criminali dell’umanità?
Perché allora, se hanno un minimo di coerenza logica e morale, non si vergognano anche di usare alcune provocatorie affermazioni di Affatigato, agente nel 1980 al completo servizio dello Sdece e della Cia, quindi parte direttamente in causa a livello politico di quanto avvenne il 2 agosto 1980 nel capoluogo emiliano, come base di una delle varianti della pista palestinese sulla strage di Bologna?
Gli agenti dello Sdece francese depistarono sia su Ustica che su Bologna. Sono persone inattendibili perché abituate a depistare..
Roberto
Peccato che nessuno abbia mai chiesto al giudice Carlo Mastelloni cosa pensi di quelle cinque righe che vergò con le sue mani l'8 ottobre 1986 al termine della deposizione del generale Silvio Di Napoli:
RispondiElimina"Dopo la prima condanna [25 gennaio 1980] inflitta agli autonomi [Pifano, Nieri, Baumgartner] e al giordano [Abu Anzeh Saleh] pervenne da Giovannone l'informativa secondo cui l'Fplp aveva preso contatti con il terrorista Carlos. Ciò avvallò la minaccia prospettata da Habbash".
La tua fiducia incrollabile nella verità di quanto scrivono uomini che hanno quotidiana frequentazione con l'inganno mi lascia estasiato...
RispondiEliminaIl giudice Carlo Mastelloni sapeva bene che le chiacchiere di Giovannone del 1979 erano una cosa e la realtà un’altra.
RispondiEliminaCome ha spiegato nell’intervista (del 2010) riportata qui sopra, il “lodo Moro” non esisteva più dopo la morte di Moro.
Anche per questi evidenti motivi le cause della strage di Bologna sono spiegabili solo in relazione alla strage di Ustica.
E' inutile negare l'evidenza!
Alessio
vedo sempre che Adinolfi sposta,giustamenmte,la line di confine dell'analisi nostrana su Ustica e Bologna (su cui sto lavorando per un nuovo libro).L'elemento cosmopolita potrebbe essere offerto dai due agenti sotto copertura che addestravano per conto di Gheddafi( ufficialemnte per soldi,essendo, dei "mercenari") gran parte dei guerriglieri in Libia,Carlos compreso,sembrerebbe. Quale miglior punto di osservazione per dare una sberla sulla guancia all'Italia sul versante economico (Ustica) e un'altra sberla su quello della politica estera e cioé il fatto che l'Italia non teneva conto operativamente che il Lodo Moro doveva essere abban donato. In questo triangolo vanno inseriti i gruppi fasciti, manipolati ma non estarnei mai.Un po' come Valpreda a Piazza Fontana nella mia inetrpretazione proposta ne "Il segreto di Piazza Fontana".Quindi 'tirare' la storia da una parte sola confonde il quadro e non fa mettera fuoco la tragica trappola in cui l'Italia cadde nel 1980 per volere di chi voleva modificare l'asse della politica economica e quello della politica estera.
RispondiEliminaPer una maggiore comprensione dei lettori credo che l'ultimo commento vada attribuito all'autore dell'intervista, Paolo Cucchiarelli
RispondiEliminaper Roberto:
RispondiEliminalascia stare i NAR, che probabilmente è l'unica cosa certa su Bologna (cioè, è certo che NON sono stati loro!).
Valerio non conosceva Digilio, il contatto era di Cavallini che, infatti, al famoso appuntamento del 2 agosto a Padova ci andò da solo, lasciando Valerio, Francesca e Ciavardini a gironzolare per le vie del centro....
Massimo (Monza)
Per Massimo (Monza):
RispondiEliminaparlare dei Nar significa, prima di tutto, cercare di capire come mai Valerio, Francesca e Luigi furono "messi in mezzo" e poi condannati con sentenza passata in giudicato.
Le sentenze dello Stato possono sbagliare ma esiste una sentenza di condanna definitiva contro di loro e non possiamo sorvolare il problema dicendo semplicemente che rispetto alla strage di Bologna, sono o potrebbero essere innocenti.
Qui - forse - è utile anche fare un ragionamento politico.
Valerio non conosceva direttamente Digilio ma - dando per buone diverse sue esternazioni - era l'unico dei Nar a sapere che quest'ultimo era in contatto con il narista Cavallini.
Non è un mistero nemmeno un'altra circostanza: Valerio cambiò diverse volte il proprio alibi rispetto al 2 agosto 1980. All'inizio diceva di stare a Treviso! O ce lo siamo dimenticati?
Al di là di questo, il fatto più importante dal punto di vista politico è che di sicuro nel 1980 i Nar erano controllati dai servizi segreti militari degli americani presenti nella Ftase di Verona e di cui faceva parte il signor Carlo Digilio.
Se facciamo finta che ciò non significhi nulla non riusciremo MAI a capire perché fu abbastanza facile per i giudici NON condannare i mandanti e alcuni dei manovali della strage di Bologna e perché furono condannati, come presunti esecutori, i 3 ex Nar.
La materia è ovviamente ingarbugliata ma bisognerebbe capire che nel 1980, e da oltre un decennio, il signor Digilio lavorava per gli Usa E STRUMENTALIZZAVA (e CONTROLLAVA) la gente con cui aveva dei rapporti politici.
Chi poteva fare una trappola ai tre dei Nar se non proprio gente come quel Carlo Digilio che nel 1982 fu aiutato a rendersi latitante dall'amico Amos Spiazzi, atro inquitante personaggio di quel tempo?
Ficchiamoci bene in testa che nel 1980 i servizi militari della Ftase di Verona e il Sisde sapevano
tutto o quasi tutto di quello che facevano i Nar.
Un'ultima cosa: quello che qui nel blog diciamo/discutiamo dovrebbe servire a cercare la verità storica e non certo a produrre qualche nuova e stupida verità giuridica basata sul pregiudizio ideologico.
Roberto
per Roberto
RispondiEliminabè, ne hai di argomentazioni, ma tutte supposizioni, teoremi, avvalorati da qualche piccola dichiarazione e indizi. ok, se ne può discutere, ma su una cosa non mi convincerai mai: Valerio, Francesca e Luigi NON erano a Bologna il 2 agosto 1980.
e non dovrebbero essere costretti a dimostrarlo. io credo che chi li accusa dovrebbe dimostrare, prove alla mano (non indizi inventati e accuse di uno psicopatico prezzolato!), che gli autori siano loro.
il resto è tutto molto interessante, il quadro internazionale, i servizi segreti, i francesi, gli israeliani, i palestinesi, ora anche ex brigatisti! però dopo 32 anni nessuno ha ancora fornito una prova a loro carico.
Valerio ha cambiato alibi? ci sono vari motivi, spiegati più volte.
Digilio poteva magari controllare Cavallini (non credo), ma certamente non avrebbe mai potuto fare altrettanto con Valerio.
Massimo (Monza)
Caro Tassinari
RispondiEliminaa me invece lasciano estasiate quelle persone che credono solo e soltanto, chiunque parli, a ciò che è funzionale alle loro tesi.
Il discorso è molto semplice.
A prescindere dal fatto che qualcuno abbia o meno “quotidiana frequentazione con l’inganno”, quando questo qualcuno fornisce ad un giudice istruttore una serie di elementi precisi e circostanziati, dovrebbe essere dovere del giudice medesimo verificare o meno l’esistenza di eventuali riscontri.
Di Napoli parla esplicitamente di “minacce”, parla di “informative”, delinea nell’ottobre 1986, in appena cinque righe, uno scenario che solo nel 2005-2006 si riuscirà a comprendere appieno in ogni dettaglio. A me pare un fatto straordinario, così come mi pare straordinario che quello stesso giudice affermi nell’intervista di Cucchiarelli che tra Carlos e l’Fplp non ci furono più contatti dal 1976.
(1. Continua)
(continuazione)
RispondiEliminaAl di là che esiste ampia documentazione che dimostra il contrario, è lo stesso Mastelloni che, sempre all’ANSA, il 19 maggio 2005, rilascia queste dichiarazioni che mi paiono eloquenti:
MITROKHIN: MASTELLONI, OMBRA CARLOS SU MISSILI ORTONA ERA IN CONTATTO CON ANZEK, PALESTINESE PROTETTO DAL SID
(ANSA) - VENEZIA, 19 MAG - Ci potrebbe essere l'ombra di Carlos, uno dei terroristi piu' ricercati del mondo tra gli anni settanta e ottanta, nella vicenda dei cosiddetti missili di Ortona, gli Strela scoperti nel 1979 nella citta' abruzzese e per i quali furono condannati tre autonomi (Daniele Pifano, Giorgio Baumgartner, Luciano Nieri), il siriano Nabil Kaddoura e il palestinese Abu Saleh Anzek.
Ne e' convinto il gip veneziano Carlo Mastelloni, gia' giudice istruttore autore di numerose inchieste sul terrorismo, anche palestinese, ed ora consulente della commissione Mitrokhin.
L'ipotesi si baserebbe su alcuni documenti provenienti dall'istruttoria del giudice francese Bruguiere, grande inquisitore di Carlos, giunti in possesso della commissione a seguito di una rogatoria. Tra le carte, alcune provenienti dalla Stasi, i famigerati servizi segreti della Germania Est. In alcune di esse, secondo quanto si e' appreso, emerge il collegamento tra Carlos e lo stesso Abu Saleh Anzek, il quale nel '79 risultava protetto dal Sid, in particolare dall'allora capo centro di Beirut col. Stefano Giovannone, arrestato nel 1986 da Mastelloni
per favoreggiamenti nell'ambito della sua inchiesta sul traffico di armi tra Br e Olp.
Abu Saleh Anzek apparteneva al Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), organizzazione con cui Carlos era rimasto in contatto permanente anche se prima del 1979 ne era stato cacciato da Wadi Haddad. Di qui il convincimento del consulente che quel transito di missili in Italia fosse supervisionato da Carlos stesso.
Fu il deputato radicale Mauro Mellini, che faceva parte del collegio di difesa degli imputati, a rivelare al tribunale di Chieti, durante il processo per i missili, che il ''Fronte popolare per la liberazione della Palestina'' aveva sostenuto che le armi di Ortona erano destinate alla resistenza palestinese e che in Italia erano soltanto in transito.
Pifano, leader del '' collettivo del policlinico'' , ed i suoi compagni Nieri e Baumgartner furono sorpresi la notte del sette novembre 1979 da una pattuglia di carabinieri nella piazza principale di Ortona, a poca distanza dal porto. In un pulmino fu trovata una cassa contenente gli ''strela s. a. 7'' . Nella prima fase dell' inchiesta i tre autonomi sostennero di non essere autorizzati a rivelare la destinazione dei missili che, a loro dire, avevano raccolto in una scarpata lungo l' autostrada Roma-L'Aquila.(ANSA).
SAV 19-MAG-05 17:18 NNNN
Vedi Ugo il discorso è sempre lo stesso. Finché si fanno ipotesi a ruota libera, si possono disegnare le teorie più affascinanti ed intriganti. Ma restano semplicemente e solo romanzi d’avventura. Io posso anche ammirare l’intelligenza politica o la fantasia di certe persone, ma le loro conclusioni finché non vengono supportate da documenti e riscontri, restano quello che sono: nient’altro che parole al vento.
Per Massimo:
RispondiEliminanon so dove stessero Valerio, Francesca e Luigi il 2 agosto 1980. Se fossi stato un giudice li avrei assolti per mancanza o insufficienza di prove concrete.
I miei interrogativi erano altri: come mai proprio e soltanto loro tre furono condannati? Quali strutture dei servizi segreti potevano averli controllati (e telecontrollati - all'epoca soprattutto con le intercettazioni telefoniche) nel corso del 1980? Chi - se non gente come Spiazzi (uomo del Sisde e amico del Digilio) - aveva PROVOCATO subdolamente una vera e propria guerra fra Nar e Terza Posizione, quella guerra eterodiretta che portò all'omicidio di Mangiameli? Come mai furono assolti Picciafuoco (presente alla stazione di Bologna al momento della strage del 2 agosto 1980) e Fachini (esperto di esplosivi e amico del Digilio), tanto per dirne due?
Perché furono usati 2 pesi e due misure? Di fatto, in quel modo, furono assolti o ignorati dei personaggi che forse erano davvero colpevoli e di sicuro orbitavano, in maniera organica, nelle reti dei servizi segreti.
Il movente della strage è comunque lo stesso indicato dal giudice Mastelloni (non dai suoi interpreti ma solo da lui!). Tra quel movente e la strage del 2 agosto ci sono di mezzo diversi servizi segreti (non solo Usa come ignorantemente crede Mastelloni) che volevano punire la politica filolibica dell'Italia. L'obiettivo politico non venne raggiunto ma qualche effetto collaterale lo ebbe.
Tale obiettivo fu raggiunto solo nel 2011, quando la Francia, la Gran Bretagna e gli Usa appoggiarono la rivolta che pose fine al regime libico di Gheddafi.
Ad orchestrare la guerra di annientamento contro Gheddafi furono le stesse forze istituzionali e sovranazionali che probabilmente ebbero anche la responsabilità politica dei tentativi golpisti anti-gheddafi del 1980, dell'incidente-strage di Ustica (al quale scampò Gheddafi avvertito da alcuni uomini dei servizi segreti militari italiani) e della strage di Bologna (una brutale e vergognosa risposta al "tradimento" dell'Italia nei confronti di paesi come la Francia e gli Usa).
Non bisogna poi dimenticare che nel 1980-1981 il faccendiere Pazienza (condannato per il depistaggio del gennaio 1981 denominato "terrore sui treni") lavorò per il Sismi ma riuscì a mantenere dei legami con lo Sdece francese e i servizi segreti Usa di Mike Leeden.
Sul piano della ricostruzione storica, si tratta solo di collocare al posto giusto i veri e fondamentali pezzi del mosaico.
Roberto
Caro Paradisi,
RispondiEliminaper quel che mi riguarda in questa materia non ho tesi ma una convinzione profonda: che la verità sui misteri è inattingibile. Più in generale il mio metodo è improntato al disincanto. E così la mia attenzione sta slittando, da anni, dalla pretesa di ricostruire gli eventi alla ricerca sulla fabbrica del mentale. Per fare un esempio mi appassiona molto di più il percorso cognitivo e anche il rovello di -cito non a caso - Cucchiarelli che si inimica l'universo mondo per inseguire una sua personale ossessione (chi mi conosce sa che riconosco che la mia personale ricerca della fascisteria è altrettanto "ossessionale" quindi non esprimo nessuno giudizio di disvalore) che gli esiti.
Così mi appassiona il grande lavorio di costruzione di questa nuova narrazione su Bologna di cui voi siete un pezzo importante ...
Quanto alle contraddizioni di Mastelloni ho da tempo maturato la convinzione che le testimonianze orali dei protagonisti sono inutili per la storia evenementielle degli anni di piombo. Perché i dispositivi della memoria sono infami: il continuo lavorio fa sì che anche "banchi vecchi" vengano riscritti sulla base di nuove cognizioni ma anche di diverse emozioni o istanze di vario genere...
Mastelloni nel 2005 -- e anche prima -- ragionava in modo molto superficiale e impreciso su Carlos e suoi palestinesi. Poi ha capito meglio come stavano le cose ed è giunto alle conclusioni del 2010, proprio quelle che stanno animando la nostra discussione.
RispondiEliminaIl fatto triste è che debba essere un giudice a dover spiegare che la pista palestinese su Bologna è un'emerita sciocchezza e che carlos era stato cacciato dal Fplp molti anni prima del 1980.
Alessio
Alessio mi perdoni, su che basi fa queste affermazioni? Ha letto qualche carta? Qualche documento o la sua è solo una sensazione o un auspicio che soddisfa la sua voglia di "verità"? Se vogliamo discutere seriamente e costruttivamente il discorso va impostato su altre basi. Le chiacchiere da bar dei tifosi non aggiungono e non tolgono nulla alla sostanza delle cose.
RispondiEliminaCaro Ugo, io invece credo che la verità lasci tracce indelebili e che nei polverosi faldoni dei procedimenti penali se ne trovino importanti pezzi. Quando in certe vicende erano impegnati servizi, organizzazioni strutturate anche la banale contabilità quotidiana (la registrazione degli spostamenti, le note spese, etc...) diventano squarci che possono illuminare a giorno la scena. Io conosco e apprezzo il lavoro di Paolo Cucchiarelli. Sto sempre aspettando che il suo libro su Ustica e Bologna (annunciato da almeno due anni e mezzo) esca per capire e valutare lo spessore della sua ricerca. Per piazza Fontana ha sviluppato un’indagine puntigliosa e approfondita, non ho dubbi che abbia fatto altrettanto per Bologna. Anche noi, però, abbiamo lavorato scientificamente e con rigore e rilevo come ancora nessuno abbia messo in crisi con argomenti concreti il nostro impianto o parti di esso. Nonostante provi a ripeterlo in ogni occasione, vedo che ancora nessuno accoglie la sfida ed entra nel merito. Qual è il punto debole della nostra ricostruzione? Chi me lo vuole indicare?
RispondiEliminaIl valore documentale dell'intervista del 2010 di Cucchiarelli a Mastelloni non può essere negato così come non può essere negato il percorso, senza dubbio contraddittorio, che il citato giudice fece per affermare alcune tesi opposte a quelle degli attuali teorici della pista palestinese su Bologna.
RispondiEliminaNon bisogna scandalizzarsi se, nel corso degli anni e dei continui studi sul "terrorismo internazionale", l'espertissimo Mastelloni (senza dubbio molto più esperto di tutti i partecipanti al nostro dibattito messi assieme)sia giunto ad affermare la tesi della la morte del "lodo Moro" dopo la morte di Moro stesso e la tesi della cacciata di Carlos dal FPLP molti anni prima del 1980.
Se quindi l'intervista del 2010 di Cucchiarelli a Mastelloni non è un depistaggio ma l'esternazione di un'attenta analisi di fatti storici precisi, dobbiamo solo prenderne atto. Partire da questi elementi per andare avanti e fare delle rettifiche nella ricerca delle contraddizioni e dei conflitti internazionali che crearono il contesto della strage di Bologna. Se sbagliamo l'analisi del contesto (e non confrontiamo le nostre ipotesi al vaglio impietoso della critica altrui) è inevitabile che poi sbagliamo tutto.
Alessio
Alessio, con tutto il rispetto per Mastelloni le due affermazioni che lei riporta sono documentalmente errate.
RispondiElimina1) Il lodo Moro non finì assolutamente con la morte dello statista. Esistono numerosissimi riscontri e persino i commissari di minoranza della Mitrokhin lo sostengono.
2) Carlos ruppe con Wadi Haddad per l'epilogo non desiderato da quest'ultimo del sequestro dei ministri del petrolio all'Opec di Vienna. Nei piani doveva essere ucciso il ministro saudita ma Carlos, in Algeria, preferì un finale diverso. Wadi Haddad, capo delle operazioni all'estero dell'Fplp e agente del Kgb (Natzionalist), morì a Berlino a fine marzo 1978 (in pieno sequestro Moro). Nei mesi successivi i rapporti di Carlos e del suo gruppo con l'Fplp di George Habash ripresero normalmente. Anche questo è documentato.
Basta leggere le carte (non solo le sentenze ordinanze ma anche gli atti veri e propri) che ha raccolto proprio il giudice istruttore Carlo Mastelloni nei procedimenti penali svolti a Venezia (204/83 traffico d'armi Olp-Br e 318/87 Argo 16). Quelle carte sono atti pubblici e facendo regolare richiesta al presidente del Tribunale di Venezia si può avere accesso e gustarsele. Foglio per foglio
1) il "lodo Moro" morì assieme al leader storico della Dc.
RispondiEliminaLo sanno anche in Cina e se qualcuno non lo riesce a capire la colpa non è certo di Mastelloni che, con santa pazienza, ce lo ha spiegato in modo chiaro e netto.
2) Carlos fu cacciato a CALCI nel CULO dal FPLP molti anni prima del 1980 e se qualcuno non ci crede o non lo sa la colpa non può certo essere attribuita a Mastelloni.
3) Dopo la morte di Moro il signor Giovannone non contava un cavolo ma faceva finta che Moro fosse ancora vivo per mantenere il (proprio) potere precedente. Analogo errore commisero gli sciocchi dirigenti del FPLP che nel 1979 pretesero dall'Italia la restituzione dei lanciamissili sequestrati ad Ortona.
4) Mastelloni conosce meglio di ogni altro essere umano le carte da lui stesso raccolte e, proprio perché le conosce TUTTE, nel 2010 giunse alla conclusione che i palestinesi non c'entravano NULLA con la strage di Bologna e che Carlos nel 1980 non c'entrava più nulla con l'Fplp. Mi pare evidente che Mastelloni conosca le cose meglio di tutti noi.
A questo mondo, almeno di tanto in tanto, è NECESSARIO essere stimolati dai DUBBI.
In questo senso, anche se un anno fa avevo idee molto diverse, adesso credo che il ragionamento di Mastelloni sui rapporti fra Ustica e Bologna sia uno dei pochi ad essere logico e dimostrabile.
Alessio
I dubbi possono venire solo alle persone che studiano, leggono, ricercano e non pendono dalle labbra di altri a prescindere, come mi sembra invece faccia lei signor Alessio. Lei non conosce le carte, non ha studiato e quello che ha scritto è completamente errato. Ma credo sia inutile provare a farglielo capire. Continui pure a credere a Mastelloni, magari fra dieci anni cambierà ancora idea e lei con lui...
RispondiElimina;-)
Diplomaticissimo, socievole e umile signor Paradisi,
RispondiEliminala ringrazio del suo illuminante messaggio. Se fra 10 anni Mastelloni dovesse cambiare idea cercherò di non pendere dalle labbra di costui.
Spero comunque che nessuno, da oggi in poi, continui a pendere dalle labbra di persone inattendibili come il prigioniero Carlos, l'ex militante dello Sdece e della CIA Affatigato e il defunto del SISMI Giovannone .
Distinti saluti
Alessio
Diplomaticissimo, socievole e umile signor Paradisi,
RispondiEliminala ringrazio del suo illuminante messaggio. Se fra 10 anni Mastelloni dovesse cambiare idea cercherò di non pendere dalle labbra di costui.
Spero comunque che nessuno, da oggi in poi, continui a pendere dalle labbra di persone inattendibili come il prigioniero Carlos, l'ex militante dello Sdece e della CIA Affatigato e il defunto del SISMI Giovannone .
Distinti saluti
Alessio