L'avventura del Papago ovvero perché le Brigate rosse non ci azzeccano con la strage di Bologna
(umt) C'è un aspetto politico nella vicenda del Papago che confligge con l'ipotesi di una "pista rossa" per la strage di Bologna, per come viene delineato, appunto dal gruppo di lavoro della commissione Mitrokhin che ha dato un contributo decisivo alla costruzione della pista tedesco-palestinese. Il trasporto in barca a vela da parte dell'equipaggio dei brigatisti avviene completamente al di fuori del lodo Moro. L'operazione - anche alla luce della ricostruzione storica offerta dallo skippr Massimo Gidoni che ne evidenzia i tratti gortteschi e dilettantistici - è interamente clandestina senza sostegni statali di nessuna parte. D'altronde sarebbe stato paradossale che dopo aver tirato fuori l'esistenza del lodo durante il sequestro, ed eliminato il suo arteficie, le Br vi avessero fatto ricorso.
Il sequestro e il suo esito determinano l'oggettiva incompatibilità con il lodo, i suoi arcani, il retroterra (anche se parliamo di mare) culturale, come dimostra per altro l'attivismo antibrigate rosse del suo artefice, il colonnello Giovannone, che smuove mari e monti per farsi dare notizie sull'ostaggio, non solo per costruire un canale di trattativa ma per trovare la base dove era nascosto. Se non erro, lo stesso Saleh racconta che Giovannone lo contattò per sapere se avesse informazioni su Moro Infine Salah Khalaf, detto Abu Iyad (solo in italia lo chiamano Ayad), comandava i servizi di sicurezza dell'Olp e con Abu Daoud aveva diretto Settembre nero.... Era di Fatha, niente a che veder con l'Fplp di Habash. Tanto per fare un po' di chiarezza nella complicata geografia politica dei gruppi palestinesi.
Resta infine la questione dell'esplosivo. Un tema tecnico che non mi appassiona, su cui ho scarsa competenza ma che pure ha una sua forte rilevanza, nel momento in cui si ipotizza che per la strage di Bologna (2 agosto del 1980) potrebbe essere stato utilizzato l’esplosivo trasportato nel 1979 via mare con il Papago, dalle coste libanesi a quelle italiane. Peccato che tutti gli esperti conoscano la differenza fra il Semtex e gli altri esplosivi (T4, Compound b eccetera) e sappiano che dalle microtracce dell’ordigno stragista usato a Bologna il 2 agosto 1980 non risulti affatto la presenza del Semtex. Così come non risulta - essendo arcinote le biografie - che fra gli ex brigatisti condannati all’ergastolo ce ne sia anche uno solo che in precedenza avrebbe fatto parte del “collettivo di via dei Volsci”.
C'è poi un inquietante precedente su un tentativo di depistaggio per colorare di rosso una bomba "nera" Nel 1982 il superperito Marco Morin dichiara che per la strage di Peteano (31 maggio del 1972) sarebbe stato utilizzato il Semtex. Quest’ultimo, di fabbricazione cecoslovacca, negli anni ’70 e all’inizio del decennio seguente era l’esplosivo in dotazione alle Br e ai guerriglieri palestinesi.
“Peccato che due anni dopo Casson ordini una nuova perizia, svolta da altri esperti, e scopra che il rocchetto con tracce di Semtex trovato sul luogo della strage ospiti da lungo tempo una larva di lepidottero. Insomma, non può essere il rocchetto originale: Morin l’ha sostituito e vi ha inserito l’esplosivo «di sinistra»”. (“Il Grande Vecchio”, Gianni Barbacetto, BUR, Milano 2009, euro 11,90). (2-fine)
Umt, aldilà di tutte le questioni tecniche, il fatto basilare è che se fossero stati i palestinesi o Carlos se lo sarebberò rivendicati. Gli unici che lanciano il sasso e nascondono la mano sono gli atlantisti e i loro fascisti di servizio.
RispondiEliminaBlogger fa i capricci e Gabriele Paradisi mi chiede di pubblicare questo commento che non riesce a caricare:
RispondiEliminaNon ho capito cosa c'entra il Semtex con l'esplosivo utilizzato a Bologna e con quello trasportato da Moretti sul Papago?
In verità, tra i brigatisti, un ex appartenente ( l'unico in assoluto, credo ) che aveva precedentemente fatto parte dei "Comitati Autonomi Operai" di Roma ( volgarmente detti Volsci ) c'è ed è Alessio Casimirri, presente anche in Via Fani.
RispondiEliminaMilitò per un paio d'anni, tra il 1973 ed il 1975 ) nel comitato autonomo di Primavalle, aderente appunto ai Comitati Autonomi Operai.
Nel 1980 però, lasciate le Br quasi subito dopo la fine della vicenda Moro, era già da tempo rifugiato in Nicaragua, dove gestiva e gestisce tuttora un ristorante a Managua.
Qualche voce, da lui però smentita, dice pure che ha combattuto coi sandinisti appunto nicaraguensi nella guerra civile contro i "contras" ...
Certo comunque che ai tempi del Papago ( ed anche della vicenda di Ortona e dell'attentato di Bologna ) con le Br non aveva più nulla a che fare .... e stava nell'altra parte del globo terrestre ...