Il corto premiato su Caravillani e contestato dalla Mambro: qualità giornalistica o docufiction
(umt) Del caso del cortometraggio dedicato alla morte dello studente Caravillani e contestato da Francesca Mambro per i suoi caratteri diffamatori ci siamo già occupati. Ci ritorniamo su perché un'intervista della stessa leader dei Nar a Giampiero Mughini (Libero, 28 agosto 2012) richiama l'attenzione su due brutte notizie:
1) il documentario è stato premiato ai "Nastri d'Argento" per la sua "qualità giornalistica" anche se la ricostruzione del delitto (un colpo di grazia inferto dalla stessa Mambro) non trova nessun riscontro nella sentenza del processo Nar 2 (lo studente fu ragggiunto da un colpo di rimbalzo sparato dal fucile da guerra di Livio Lai)
2) la Procura di Roma non ha inteso bloccare la distribuzione del film perché il vulnus inferto sarebbe limitato dalla "bassa reputazione" dell'ergastolana.
PS: Nella foto accanto l'attrice che interpreta Francesca Mambro nel corto impugna una pistola e una mitraglietta. Anche di quest'ultima arma non c'è traccia nella vicenda reale.
Strani questi reduci degli anni 70.
RispondiEliminaPrima dicono "è ma la responsabilità è collettiva, c'era la guerra civile, l'antifascismo militante etc" e poi quando fa comodo a loro "eh io non c'entro un cazzo, tutta colpa di Livio Lai".
Questa faccenda è davvero vergognosa. Anche per il povero Caravillani, sostenere che è morto in un modo diverso dalla realtà è un'offesa alla sua memoria!
RispondiEliminaNon capisco proprio, anche la sua famiglia. Se fosse stato un mio famigliare mi sarei ritenuto offeso.
E' veramente triste e deplorevole.
Massimo (Monza)
Veramente lo dice lo stesso Lai che si e' dissociato e se l'e cavata con 15 anni di condanna
RispondiEliminaumt non prendiamoci in giro.
RispondiEliminaLa questione è che se scegli di usare armi automatiche in un contesto urbano poi non puoi fare l'anima candida se qualche passante ci lascia la pelle.
Questo vale per i Nar come per PL.
Certo e infatti ben tre persone Mambro Nistri e Zani prendono l'ergastolo per il nesso teleologico tra rapine e le altre sparatorie a piazza Irnerio mentre il dissociato Lai ha la pena dimezzata. Il problema e' che si trasforma un omicidio casuale in un'esecuzione sommaria che e' tutt'altra cosa.
RispondiEliminaanonimo, semmai la presa in giro è raccontare falsità. Francesca era li con ruolo di copertura, non ha ucciso ne ferito nessuno in quella rapina. Sostenere che abbia freddamente sparato in testa a un ragazzo è disonesto e offensivo anche nei confronti della vittima.
RispondiEliminaQuesto filmato è una vera vergogna.
Massimo (Monza)
come dice l'anonimo precedente il "casuale" in quel contesto non ci sta, e la teatralizzazione della responsabilità con il colpo sparato a freddo dalla Mambro invece pare starci a pennello.
RispondiEliminaNo, anonimo delle 18:35, l'unica presa in giro qui è la falsità del film. Ricostruire la vicenda della rapina e della morte di Caravillani distorcendo la realtà e inventando addirittura i particolari è vergognoso e offensivo nei confronti della stessa vittima!
RispondiEliminaFrancesca ha partecipato con compiti di copertura e, in quella rapina, non ha ucciso ne ferito alcuno!
Massimo (Monza)
Per l'anonimo delle 10.38: Io per la teatralizzazione delle responsabilità avrei aggiunto anche la scena in cui la Mambro mangiava il cuore ancora caldo della vittima. Ti consiglio di riguardare più e più volte il cortometraggio così ti convincerai che la Mambro e i suoi sodali sono solo animali assetati di sangue. Ops, forse mi sono sbagliato, mi sa che già ne sei convinto!
RispondiEliminaUno si può fare il film che vuole sugli anni di piombo. Il problema è che una giuria non può premiare la qualità giornalistica di un plateale falso poiché un elemento costitutivo del giornalismo è la ricerca della verità.
RispondiElimina