Anna K Valerio e Freda promessi sposi: un amore nato da un libro

(umt) La notizia delle nozze tra Anna K Valerio e "Giorgio" Freda è decisamente datata: ne aveva parlato il Mattino, a fine luglio, un pezzo ripreso da Linkiesta, che ha colto l'occasione per una ripassata generale sulla storia del terrorismo in Irpinia. Ci ritorniamo sopra perché, in occasione di una recente intervista al Corriere del Veneto, la Valerio ha inteso raccontare ancora la storia della scintilla che ha dato fuoco al suo cuore:

Sapevo poco della sua vicenda giudiziaria. Nel 2001, avevo 22 anni, lessi un libro che riportava alcune sue frasi e rimasi folgorata dallo stile, dalla sua capacità di dare il giusto peso a ogni singola parola. Così decisi di conoscerlo. 

Anche questa è una storia vecchia: l'aveva già raccontata in occasione di una polemica con Castelvecchi, a cui riconosceva il merito di aver pubblicato quel libro per poi tornarci su di nuovo in un ancor più aspro scontro dialettico con Nicola Rao, a cui contestava l'assoluta mancanza di stile, a proposito del secondo volume della "trilogia della celtica". Meno conosciute, invece, le brevi frasi che folgorarono la giovanissima filologa, da me citate in una nota al secondo capitolo di Fascisteria (1a edizione, 2oo1, p. 47):

Pur provenendo da uno specialista, lo scritto in questione non mostra nulla di accademico, non sa di esercitazione destinata a menti esercitate (in pratiche intellettualistiche). La ‘naturalezza di questa rappresentazione è per cuori inclini a scorgere; la sue bellezza per occhi addestrati a vedere.

Erano le poche righe che l'Editore aveva premesso a Le spighe di riso del giardino, un articolo del professor Vulpitta, docente universitario, pubblicato sul numero speciale di Risguardo, per il ventennale del gruppo di AR. Si trattava dell'estratto di un saggio apparso sul quarto volume edito a cura del seminario di studi internazionali dell’Università di Kyoto, intitolato Yojüro Yasuda e Mircea Eliade.