2 agosto/4 Fioravanti spiega le offese a Bolognesi: motivavo perché non volevo essere intervistato sulla strage
(umt) Il trailer del video "Un solo errore. Bologna 2 agosto" enfatizza l'agghiacciante ignoranza giovanile sulle responsabilità della strage alla stazione: "Sono state le Brigate rosse" è la risposta prevalente. Non fosse l'espressione di una difficoltà di trasmissione della memoria ci si potrebbe scherzare su, visto che le ultime ipotesi investigative puntano sulla responsabilità (indiretta) dell'estrema sinistra, col trasporto di esplosivo per conto di una frazione palestinese. E quindi, in anticipo sui tempi, all'inattingibile verità sarebbe giunta la visionarietà dello scrittore e la fantasia dei ragazzi.
In realtà, se un liceo bolognese chiamasse me in cattedra a raccontare questa storia avrei ben poco da dire, soprattutto quello che non sappiamo ...
Il video di cui parliamo in questo post è quello in cui il regista "mette in scena" una vecchia e scadente registrazione audio di un colloquio del regista con Valerio Fioravanti in cui il condannato per strage si esprime in termini offensivi nei confronti del presidente dell'Associazione vittime, Paolo Bolognesi. Episodio che ha innescato - con la proiezione del documentario la sera del 31 luglio scorso - aspre polemiche.
Ora arriva - in una lunga e approfondita intervista a Panorama, che mette a confronto le verità di Bolognesi e di Fioravanti (e nel voto del pubblico vince, al momento, quest'ultimo per 19 a 6) - la spiegazione da parte del "capo dei Nar" di quella che a prima vista mi sembrava una "ignobile cazzata" (anche se ti proclami innocente, non puoi esprimerti in toni irrispettosi nei confronti delle vittime della strage per cui sei stato condannato all'ergastolo).
Recentemente è scoppiata una polemica in merito al docufilm di Matteo Pasi, “Un solo errore”, nel quale viene letta una sua intervista nella quale afferma che “Paolo Bolognesi (il presidente della associazione delle vittime ndr) ha perso la suocera e come dice un mio amico, la suocera non è una vera perdita, non sta cercando la verità”, ed è “un vecchio partigiano” mosso “dalla ideologia”. Sono queste le parole che ha usato con l’intervistatore?
È una conversazione a quattr’occhi nella quale dico che non voglio fare nessuna intervista, perché la ritengo inutile, e perché la questione “Strage di Bologna” è attraversata da rancori e interessi inconfessabili. Sono parole che ho probabilmente usato. Sono frasi che uso per spiegare che non serve contrapporsi frontalmente a una persona che ha argomenti forti da un punto di vista emotivo, perché una vittima ha diritto di contestare quello vuole, ma viene meno il ragionamento.
Una spiegazione che mi sembra ragionevole.
Fioravanti è un indegno e lo a dimostrato nel corso di tutta la sua vita. Dall'assassinio a tradimento di Mangiameli, alle mitragliate alle femministe per finire con il trattamento riservato alla famiglia DiVittori e alle accuse basate sul nulla contro i combattenti palestinesi.
RispondiEliminaLa battuta sulla suocera, oggettivamente simpatica, e le offese a Veronesi fanno parte del personaggio, questa marcia indietro sarà dovuta alla tirata d'orecchie ricevuta da Raisi.
http://www.youtube.com/watch?v=MPstqUrDZ2I
RispondiEliminal'audio originale dimostra che Fioravanti non ha per niente ragione. Lui ha incontrato ben due volte, in giorni diversi, gli intervistatori. Se davvero non avesse voluto dire nulla a costoro avrebbe fatto bene a stare ZITTO. Ma il narcisismo è una brutta bestia da tenere in silenzio.
Ti sbagli. Se io parlo in sede pubblica prevale il diritto di cronaca ma se tu vieni a casa mia e mi chiedi un'intervista e io non te la do se tu utilizzi la registrazione della conversazione senza una mia liberatoria commetti un abuso. E lo conferma la modalità di uso della registrazione.
RispondiEliminaUgo lo sai che non è un abuso. L'ha fatto anche Fn con Perino. È un abuso registrare una conversazione a cui non si prende parte mentre registrare un intervista o una telefonata è qualcosa di perfettamente legale e prassi comune per dei giornalisti, un pò meno per dei militanti politici
EliminaComunque la frase sulla suocera non aggiunge nulla alla nota miseria umana di Fioravanti
Suocere e battute infelici a parte, ma voi siete convinti che simile eccidio, sia stato fatto dalla celebre coppia o no?Sono convincenti le motivazioni su cui poggia la sentenza di condanna o no? Sono credibili,le testimonianze,i riscontri o no? Io reputo che la celebre coppia, sia stata condannata perché quella era la pista da battere fin dall'inizio, senza ma e senza se.I depistaggi, gli interventi dei servizi, i mass-media,i magistrati, erano sempre e comunque orientati a cercare i colpevoli tra i neofascisti. Proibito solo avanzare ipotesi diverse, proibito indagare,proibito porsi dei quesiti, dei dubbi, poi osare sostenere che un oltranzista di sinistra vi sia implicato,è come bestemmiare in chiesa, le stragi sono solo e sempre fasciste!E' la stessa logica perversa degli anni di piombo:"uccidere un fascista non è reato"; chi se ne frega se anche la coppia è innocente, sono fascisti e meritano la condanna a prescindere. Ecco la vera essenza del problema.
RispondiEliminaPer Ugo,
RispondiEliminanon stavo discutendo sul piano giuridico-formale ma della TESI (infondata) pensata, ripensata, sostenuta e risostenuta da Fioravanti (e Raisi).
Come ben sai (e ci hai scritto anche un pezzo) le offese alla suocera di Bolognesi sono state fatte in modo ripetuto, sia in privato che in pubblico, da Fioravanti e da Raisi.
Nel documentario del regista Pasi non c'era la voce di Fioravanti registrata il 22 e il 23 giugno 2010 (in un ristorante e all'interno dell'associazione Nessuno Tocchi Caino). Pasi solo di recente, dopo gli attacchi di Fioravanti, ha fatto sentire -durante una conferenza stampa -l'audio originale.
Il dramma è che l'idea secondo cui la suocera di Bolognesi sarebbe morta alcuni anni dopo la strage di Bologna era data per vera dai "ricercatori della verità" Raisi e Fioravanti, il che non depone certo a favore del metodo di ricerca di questi ultimi.
Un'ultima considerazione: più Fioravanti e Raisi sparano calunnie in giro più aumenta la gente che vorrebbe ripristinare la pena di morte in Italia. E questo fatto può andar bene solo a chi non ama a sufficienza la libertà e la giustizia.
Sul piano sostanziale se io chiedo un'intervista e tu me la rifiuti per il mio standard deontologico è scorretto utilizzarlo come materiale. Poi ovviamente mi rendo conto che fa scuola Santoro e i suoi sciacquini con gli appostamenti sotto casa e non Tassinari.
RispondiEliminaQuanto alla colpevolezza dei due è notorio che io penso che non andavano condannati. Ma penso anche che questa ingiustizia patita manda in cavalleria i robusti sconti di pena ricevuti per i delitti commessi e pagati molto meno di altri detenuti politici ...
Concetto quest'ultimo riconosciuto dallo stesso Fioravanti
Scusa il parziale OT a proposito di deontologia, ma quindi allora la famosa "lettera dello strappo" di Iannone eri stato autorizzato a pubblicarla da Iannone stesso ?
RispondiEliminaNessuno OT. Domanda lecita. E la risposta è ovviamente no. Perché non avevo bisogno di nessuna autorizzazione, essendo stata pubblicata in uno spazio pubblico.
RispondiEliminaOvviamente diverso il discorso se io con metodo fraudolento avessi avuto accesso a una board riservata e ne avessi diffuso i contenuti.
Scusa allora. Mi era stato detto che era su una bacheca privata.
RispondiEliminaSinceramente non so chi e' peggio, una durissima lotta, tra un assassino matricolato ( anche se indubbiamente NON stragista come Fioravanti) che uccide anche altri Camerati o comunque altre persone del tutto innocenti e che dovrebbe ripeto STARE DENTRO per i crimini che precedentemente ha commesso e un personaggio veramente piccolo piccolo come Bolognesi. Bugiardo, ipocrita, in cerca di notorieta', burattino e specchio di una ben nota e definita parte politica di cui mena vanta e per la quale e unicamente per la quale e' stato nominato Presidente dell' Associazione per le vittime della strage di Bologna. Mi ricorda il personaggio di un film avente come protagonista Alberto Sordi: un borghese piccolo, piccolo. Piccolo, tartufesco ma con forti e BEN NOTE coperture politiche e impunita' di cui fa sfoggio impunemente e senza alcuna remora. Un personaggio anche pericoloso: intrallazatore, minaccioso, livoroso, bugiardo sapendo di mentire ( ma lui se ne frega perche'e' Coperto politicamente e se ne approfitta da buon coraggioso....)
RispondiEliminaaltre due cose per la cronaca sempre riguardo i due loschi figuri ( Fioravanti e Bolognesi).
Certo si sa Bolognesi e' li' per nomina poltica, ma comunque Fioravanti fa male a parlare a tirare in ballo i parenti e le altre vittime della strage, un errore gigantesco che in fondo denota lo stile del personaggio.
Su Bolognesi. vorrei ricordare ...se ne sono andate sbattendo la porta dall'associazione gia' diversi parenti dell'Associazione perche' hanno capito quali veri scopi alcuni personaggi personaggi vogliono condurre .Piu' di uno e sono note le minacce del personaggio in questione per qualunque magistrato abbia voluto un secondino approfondire la pista internazionale.
Ci mancavano i baci e gli abbracci a un falsario lestofante DI PROFESSIONE come Sparti, immediatemnte libero, Guarda il caso!!, dopo le dichiarazioni di colpevolezza del Fioravanti, (faceva proprio il falsario in effetti......) e il quadretto era veramente completo. Ma chissa' chi ce lo dice, magari.......
Comunque adesso che ci penso, spreco troppe parole per queste due figure tristi ( e nel caso di Fioravanti anche macabre per tutto quello che il soggetto in questione Da "pseudofascista" criminale ha fatto prima......)Quindi diamoci un taglio che effetivamente i due contendenti meriterebbero ben poco spazio.
Ago
Interessante ricostruzione di Adinolfi, il cui scenario (capro espiatorio/false flag) richiama quello ricostruito da Cucchiarelli per Piazza Fontana.
RispondiEliminaInteressante (e inquietante)anche l'affinità di giudizi espressi da Fioravanti e da Aldo Giannuli (nel libro Come funzionano i servizi segreti)sui servizi: "I servizi ci sono per fare le cose deviate...".