L'autocritica di Castellino: così abbiamo perso la verginità. Ripartire da zero, altro che Itaca
(umt) Ho decisamente sottovalutato il meeting organizzato una decina di giorni fa all'Augustus occupato dagli Attivisti di Giuliano Castellino. E invece si è espressa per la prima volta in maniera chiara l'esistenza sulla piazza romana di una rete di prossimità che rompe l'attuale dualismo della Destra radicale. Perché sul palco si sono alternati militanti di quattro diverse generazioni: e cioè di chi ha cominciato a fare politica negli anni '50 (Delle Chiaie: al centro con Castellino e in basso con Tilgher e Di Luia), negli anni '60 (Di Luia e Tilgher: per la prima volta insieme, in un evento pubblico, con il Capo, dopo tanto tempo), negli anni '70 (Boccacci: l'avevo già incontrato alla presentazione del libro di Delle Chiaie, ma stavolta - vedi la foto in alto - ha preso anche la parola, ricucendo un lungo strappo con quello che era stato a lungo il suo pupillo) e negli anni '90 (Castellino).
Per l'occasione gli organizzatori della serata hanno offerto un lungo contributo, che traccia un percorso di ritorno alle origini, radicali e militanti. Con una durissima autocritica sulla perdita della verginità. Altro che Itaca.
LA SCELTA: MARCIARE SUL FUTURO!
Documento Politico, Roma, Augustus Attivo, Luglio 2012.
Distribuito alla Festa “Apriamo le porte ai ribelli”:
Iniziativa a sostegno dell’occupazione.
In molti, in questi giorni, avranno letto l’appello “Tornare ad Itaca” lanciato da Marcello Veneziani sulle pagine de “Il Secolo d’Italia”; appello per un nuovo, direi ennesimo, viaggio, per un’altra traversata. In molti hanno risposto positivamente, anche con grande entusiasmo.
Noi, prima di rispondere all’appello, ci siamo posti delle domande: “Quale sarebbe l’Itaca di cui parla Veneziani? Il MSI di Michelini ed Almirante? L’Alleanza Nazionale di Fini e dei colonnelli? La destra “neo-con” made in Usa? O quella delle missioni in Iraq e delle bombe intelligenti in Afghanistan? O delle esportazioni di democrazia? O quella che strizzava e strizza l’occhio alla destra liberal-liberista di stampo anglo-sassone?”
Ci siamo dati anche le risposte e per questo diciamo subito che noi NON ANDREMO AD ITACA.
Questi viaggi hanno sempre una sola meta: le poltrone, e in questo caso ricompattare gli scarti di An per riposizionarsi nella stanza dei bottoni!
Stavolta non ci stiamo. Non partiamo. Ormai, a furia di navigare, ci è venuto il mal di mare.
Potremmo - facendo i vaghi e facendo finta di nulla - parlare - e lo potremmo fare con ottima cognizione di causa - di tutti gli altri, delle loro scivolate, dei loro compromessi, delle loro furberie, della ventata di megalomania che li ha presi, ma non lo faremo, sarebbe troppo superficiale e poco onesto! Parleremo di NOI STESSI, SENZA SCONTI!
Tenendo bene a mente che nessuno, quindi neanche noi, può riconquistare la verginità perduta. E con umiltà ed in totale assenza di tracotanza vi diciamo subito che non siamo più vergini! (E purtroppo non c’è ironia!)
Sognavamo di essere guerrieri metropolitani, spesso abbiamo preferito la lotta al compromesso, ci eravamo tenuti ben lontani dal politichese e dal politicume: ci sentivamo belli come il sole…
Poi? Poi ci siamo smarriti.
Abbiamo perso la battaglia più importante, quella con noi stessi, quella contro l’anello del potere: ci siamo trovati davanti a due strade, una che sembra semplice e in discesa, l’altra tortuosa ed in salita. Abbiamo scelto la prima! E ci siamo schiantati, ci siamo ritrovati tra i nani, tra i piccoli, mentre una volta sognavamo di scalare le vette più alte e di volare là dove solo le Aquile osano!
Questo non si può cancellare con un colpo di spugna.
Alcuni nostri amici e camerati, più saggi e prudenti di noi, più rigorosi sul piano intellettuale, ci avevano invitato a diffidare e a non farci troppe illusioni.
Purtroppo non li abbiamo ascoltati. Avevano ragione loro.
Ma combattere è un destino e in sè la vita è guerra e noi non vogliamo certo rinunciare né al nostro destino né alla nostra guerra. Abbiamo perso delle battaglie, ma la guerra è lunga!
A Roma diciamo “ciò che non strozza ingrassa”, in un italiano più corretto e comprensibile “ciò che non ci uccide rende più forti!”
Ma con altrettanta franchezza dobbiamo avere il coraggio e l’umiltà di affermare:
AVEVAMO TORTO! Le sirene ci avevano incantato.
Così come non dobbiamo fingere miserabili amnesie, altrimenti il “mea culpa” sarebbe falso!
Ci sono tanti modi di perdere la verginità, cari camerati.
Per amore, per passione, per paura, per tornaconto, per leggerezza, per avidità, per ebbrezza o per qualche stato di coscienza alterata, per vanità, per desiderio carnale, per gioco, per curiosità, per illusione, per violenza propria, per violenza altrui.
Ma l’essenza non cambia: non possiamo più far finta di essere innocenti e casti.
Ecco perché stavolta non partiremo: faremo tabula rasa degli ultimi quattro anni e cercheremo con ogni mezzo di RIALLACCIARCI ALLA LUNGA CATENA da cui c’eravamo staccati per MARCIARE SUL FUTURO!
Avendo una visione classica e romana della vita, della morte, del mondo e del destino, crediamo che la perdita di verginità possa portare anche maturità e trasformare un adolescente in un uomo ed una ragazza in una madre!
Crediamo che non tutto ciò che dorme sia morto, la storia ce lo insegna.
Sappiamo benissimo che ora sono le tenebre a vincere, che tutto sembra buio, ma altrettanto bene sappiamo che “con l’arrivo della sera lentamente il sole muore, ma rinasce ogni mattina liberando il suo calore! E noi vogliamo ancora inseguire un’emozione, lasciarci portare via, abbracciare titanismi di altri tempi che si tingono di poesia. E quella rabbia troppo a lungo soffocata, col sorriso scaglierà fin sopra il cielo il nostro animo impazzito!”
ECCO PERCHE’ NON ANDREMO AD ITACA!
(Poi più che un’Odissea questa nuova avventura ci sembra una crociera mediterranea con a bordo nani e ballerine…)
Vogliamo tornare ad essere ciò che siamo!
Una Comunità umana e militante in primis, un esercito senza galloni né divise, una banda di scalcagnati, un manipolo di disperati, viandanti dei marciapiedi, bravi ragazzi dai sani principi, un movimento di ribelli.
Magari con l’aiuto di un mondo: con l’esempio umano, comunitario, organizzativo e attivistico degli avanguardisti; con il dolore ed il sacrificio di chi ha lottato e caro ha pagato tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80.
Con la passione di chi, dopo gli anni duri della repressione, senza paura, si rimise in gioco, penso al Movimento Politico, a Maurizio, ai fantastici ragazzi di via Domodossola. Magari rispolverando anche le nostre buone esperienze: la libreria Laboratorio d’Idee, Base Autonoma, la Fiamma, Casa Italia…
Ripartire da quegli esempi e soprattutto da quello spirito, perché solo con quello spirito si vince la sfida decisa con noi stessi!
Il mondo continua e continuerà a bruciare!
Il dominio liberista continua a strangolare senza pietà popoli e nazioni, la giustizia sociale è diventata un miraggio, la terra dei padri è preda di clandestini e speculatori provenienti da ogni angolo del mondo: i primi ci invadono, i secondi ci saccheggiano.
PER QUESTO NON VOGLIAMO, NON DOBBIAMO E NON POSSIAMO SOCCOMBERE SOTTO LE NOSTRE SCONFITTE ED I NOSTRI ERRORI, MA COME UNA FENICE DOBBIAMO RIGENERARCI E RINASCERE!
Nei viaggi non ci crediamo più. Ne abbiamo fatti fin troppi!
E come vogliamo essere severissimi con noi stessi, allo stesso tempo, con la stessa rigidità, non vogliamo più essere complici di chi sta bruciando la nostra terra e la sta svendendo ad una “banda di usurai” insaziabili.
RICOMINCEREMO DA ZERO! Una volta per tutte. UNENDO CIO’ CHE E’ DIVISO!
Riunendo TUTTI quelli che vogliono ancora mettersi in gioco, che vogliono donarsi, che vogliono sostenerci, che vogliono dimostrare davvero che un’altra vita è possibile!
Non andremo a cercare gruppi o movimenti, con i nostri “colleghi” basterebbe tornare al rispetto reciproco e rigettare ogni polemica e ogni logica tribale, ma a ri-attivare quei tantissimi camerati isolati, sparsi, disorientati, senza più una casa, che attendono solo lo squillo del corno per tornare a lottare! Senza sterili ed inutili concorrenze. Lontani da veleni e vizi di superbia.
Non servono idee nuove, quelle ce le hanno tramandate e sono sempre attualissime, servono uomini nuovi.
PER NOI E’ GIUNTO IL MOMENTO DI FERMARCI.
Piantare bene le radici, avere tanta pazienza ed tornare a costruire, passo dopo passo. Passi pesanti e lenti, ma inesorabili. Magari proprio dall’Augustus occupato, dall’Augustus Attivo. Occupanti e barricati, come i vecchi tempi.
Giustamente qualcuno potrebbe accusarci e dirci: “e vi svegliate ora?”
Si, ci svegliamo ora ed oggi (o meglio da quando Monti è salito a Palazzo Chigi!).
E non cerchiamo giustificazioni.
Per noi sarà sempre un monito quella stupenda canzone della Compagnia che dice: “(…) Cambian le facce signori, gira la ruota del tempo, ma la mia vecchia canzone si alza ancora nel vento. Stiamo buttando alle ortiche per inseguire il potere la nostra Fede più antica e le ragioni più vere (…) C’hanno detto "Ragazzi qualcuno si era sbagliato adesso tutto cambia, viva il libero mercato". Ma c'è qualcosa che stona in questo ragionamento, qualcosa che non perdona, qualcosa che resta nel vento. Saranno le voci di molti, che c’hanno già lasciato e non mi pare che siano morti gridando Viva il libero mercato! (...)”
Canzone che ci farà sempre ricordare le nostre cadute!
Ma anche che “grande non è chi non cade, ma chi cade e si rialza!”
Così come sappiamo benissimo di essere sembrati o di essere stati schizzofrenici, incostanti, incoerenti, ma nonostante tutto NOI SIAMO ANCORA QUA!
Affissione dopo affissione, volantinaggio dopo volantinaggio…
Blitz dopo blitz. Con decine di denunce alle spalle. Con sgomberi ed arresti subiti (anche quando ce “la facevamo” con chi stava nelle stanze dei bottoni…).
Molti se ne sono andati. Chi sbattendo la porta, moltissimi altri alla chetichella e a testa bassa. Altri, al rischio di sbagliare, hanno preferito non giocare la partita!
A noi sembra troppo facile dire “non me la sento più”, “troppi tradimenti!”, “è tutto finito”, “quello ha sbagliato con me”, “Tizio non è bravo”, “Caio mi ha deluso”, “Abbiamo sbagliato tutto!”, “Un’altra cantonata!”… Un lamentio continuo.
Come se chi è rimasto non abbia mai preso o dato cantonate.
E spesso fa più male sbagliare che subire lo sbaglio!
Insomma come cantano gli Junker: “Cala il sipario, si spengono le luci, quando si fa notte si abbassano le voci! Qualcuno si è smarrito, qualcuno ha rinunciato il senso della vita forse dimenticato!” “Poi all'improvviso tutto si confonde, la gente si disperde nel manto delle ombre. Sul nuovo palcoscenico sfilano in tanti, filosofi inventati che sorridono ai mercanti. E nell'agitazione, la paura dell’ignoto come un grido disperato che precipita nel vuoto. Tra gli sguardi e l’ironia che nascondono sgomento, ricercare uno spiraglio per salvare un sentimento!”
Per tutto questo non saliamo su quella nave diretta ad Itaca, perché troppe volte cavalcare le onde è significato esserne travolti. Ora è il momento di tutt’altro.
Non servono né navigazioni né ricerche, ognuno di noi sa benissimo dove risiede la verità. Oggi è solo il momento della SCELTA.
Ed ecco la nostra: Noi scegliamo di azzerarci, di annullarci per ripartire immediatamente. Ma stavolta partendo dalle fondamenta, non dal tetto!
Con la runa Kano, runa della fiaccola, del fuoco, della luce, della trasformazione; torcia che risplende nel buio della notte, che vince l’oscurità e rischiara le tenebre, che individua e risolve ogni lato oscuro. E con un martello per difenderci, da tutto e tutti e soprattutto per costruire!Un martello da portare in battaglia e scagliarlo verso le stelle… FACCIA AL SOLE E IN CULO AL MONDO!
Scegliendo un marchio di fabbrica che non perderà mai significato!
Perché è quello che eravamo e quello che vogliamo tornare ad essere: ATTIVISTI!
Ma non solo nel termine di militanti, ma di coloro che vogliono riattivare una macchina spenta per troppo tempo. Riattivare forze, speranze, energie, solarità, goliardia, gioia e lotte!
Con la consapevolezza che solo nelle strade, nelle piazze, nelle occupazione, nei turni, nelle mobilitazioni e nella militanza quotidiana si misurano le forze. Che una dottrina si legittima nell’attivismo e l’attivismo degli attivisti forgia la dottrina elevandola a virtù!
Chiudiamo rifacendoci (e modificando) ad un vecchio volantino di Avanguardia:
“NON VOGLIAMO CHE I NOSTRI GIORNI SI SOMIGLINO TUTTI,
SCANDITI SOLTANTO DA UNA NOIA CHE NEMMENO GIUNGE A FERIRCI!
CHE GLI ANNI SI SOMIGLINO AGLI ANNI!
CHE INVECCHIANDO TRASMETTIAMO IL NOSTRO UMORE ACIDO ALLE NOSTRE DONNE ED AI FIGLI.
NON VOGLIAMO SCOMPARIRE DAL MONDO SENZA CHE NESSUNO SE NE ACCORGA.
ANZI, VOGLIO RIDERE SULLE TOMBE DEGLI IMBECILLI.
E GIURARE SULLE LORO TOMBE DI NON FINIRE COME LORO,
DI NON ABBANDONARE MAI I SOGNI CHE CI FANNO GIOVANI,
NE’ GLI IDEALI CHE CI FANNO LIBERI,
IN RICCHEZZA E IN POVERTA’ FINCHE’ MORTE NON SOPRAGGIUNGA. AMEN”.
gli ATTIVISTI
Per l'occasione gli organizzatori della serata hanno offerto un lungo contributo, che traccia un percorso di ritorno alle origini, radicali e militanti. Con una durissima autocritica sulla perdita della verginità. Altro che Itaca.
LA SCELTA: MARCIARE SUL FUTURO!
Documento Politico, Roma, Augustus Attivo, Luglio 2012.
Distribuito alla Festa “Apriamo le porte ai ribelli”:
Iniziativa a sostegno dell’occupazione.
In molti, in questi giorni, avranno letto l’appello “Tornare ad Itaca” lanciato da Marcello Veneziani sulle pagine de “Il Secolo d’Italia”; appello per un nuovo, direi ennesimo, viaggio, per un’altra traversata. In molti hanno risposto positivamente, anche con grande entusiasmo.
Noi, prima di rispondere all’appello, ci siamo posti delle domande: “Quale sarebbe l’Itaca di cui parla Veneziani? Il MSI di Michelini ed Almirante? L’Alleanza Nazionale di Fini e dei colonnelli? La destra “neo-con” made in Usa? O quella delle missioni in Iraq e delle bombe intelligenti in Afghanistan? O delle esportazioni di democrazia? O quella che strizzava e strizza l’occhio alla destra liberal-liberista di stampo anglo-sassone?”
Ci siamo dati anche le risposte e per questo diciamo subito che noi NON ANDREMO AD ITACA.
Questi viaggi hanno sempre una sola meta: le poltrone, e in questo caso ricompattare gli scarti di An per riposizionarsi nella stanza dei bottoni!
Stavolta non ci stiamo. Non partiamo. Ormai, a furia di navigare, ci è venuto il mal di mare.
Potremmo - facendo i vaghi e facendo finta di nulla - parlare - e lo potremmo fare con ottima cognizione di causa - di tutti gli altri, delle loro scivolate, dei loro compromessi, delle loro furberie, della ventata di megalomania che li ha presi, ma non lo faremo, sarebbe troppo superficiale e poco onesto! Parleremo di NOI STESSI, SENZA SCONTI!
Tenendo bene a mente che nessuno, quindi neanche noi, può riconquistare la verginità perduta. E con umiltà ed in totale assenza di tracotanza vi diciamo subito che non siamo più vergini! (E purtroppo non c’è ironia!)
Sognavamo di essere guerrieri metropolitani, spesso abbiamo preferito la lotta al compromesso, ci eravamo tenuti ben lontani dal politichese e dal politicume: ci sentivamo belli come il sole…
Poi? Poi ci siamo smarriti.
Abbiamo perso la battaglia più importante, quella con noi stessi, quella contro l’anello del potere: ci siamo trovati davanti a due strade, una che sembra semplice e in discesa, l’altra tortuosa ed in salita. Abbiamo scelto la prima! E ci siamo schiantati, ci siamo ritrovati tra i nani, tra i piccoli, mentre una volta sognavamo di scalare le vette più alte e di volare là dove solo le Aquile osano!
Questo non si può cancellare con un colpo di spugna.
Alcuni nostri amici e camerati, più saggi e prudenti di noi, più rigorosi sul piano intellettuale, ci avevano invitato a diffidare e a non farci troppe illusioni.
Purtroppo non li abbiamo ascoltati. Avevano ragione loro.
Ma combattere è un destino e in sè la vita è guerra e noi non vogliamo certo rinunciare né al nostro destino né alla nostra guerra. Abbiamo perso delle battaglie, ma la guerra è lunga!
A Roma diciamo “ciò che non strozza ingrassa”, in un italiano più corretto e comprensibile “ciò che non ci uccide rende più forti!”
Ma con altrettanta franchezza dobbiamo avere il coraggio e l’umiltà di affermare:
AVEVAMO TORTO! Le sirene ci avevano incantato.
Così come non dobbiamo fingere miserabili amnesie, altrimenti il “mea culpa” sarebbe falso!
Ci sono tanti modi di perdere la verginità, cari camerati.
Per amore, per passione, per paura, per tornaconto, per leggerezza, per avidità, per ebbrezza o per qualche stato di coscienza alterata, per vanità, per desiderio carnale, per gioco, per curiosità, per illusione, per violenza propria, per violenza altrui.
Ma l’essenza non cambia: non possiamo più far finta di essere innocenti e casti.
Ecco perché stavolta non partiremo: faremo tabula rasa degli ultimi quattro anni e cercheremo con ogni mezzo di RIALLACCIARCI ALLA LUNGA CATENA da cui c’eravamo staccati per MARCIARE SUL FUTURO!
Avendo una visione classica e romana della vita, della morte, del mondo e del destino, crediamo che la perdita di verginità possa portare anche maturità e trasformare un adolescente in un uomo ed una ragazza in una madre!
Crediamo che non tutto ciò che dorme sia morto, la storia ce lo insegna.
Sappiamo benissimo che ora sono le tenebre a vincere, che tutto sembra buio, ma altrettanto bene sappiamo che “con l’arrivo della sera lentamente il sole muore, ma rinasce ogni mattina liberando il suo calore! E noi vogliamo ancora inseguire un’emozione, lasciarci portare via, abbracciare titanismi di altri tempi che si tingono di poesia. E quella rabbia troppo a lungo soffocata, col sorriso scaglierà fin sopra il cielo il nostro animo impazzito!”
ECCO PERCHE’ NON ANDREMO AD ITACA!
(Poi più che un’Odissea questa nuova avventura ci sembra una crociera mediterranea con a bordo nani e ballerine…)
Vogliamo tornare ad essere ciò che siamo!
Una Comunità umana e militante in primis, un esercito senza galloni né divise, una banda di scalcagnati, un manipolo di disperati, viandanti dei marciapiedi, bravi ragazzi dai sani principi, un movimento di ribelli.
Magari con l’aiuto di un mondo: con l’esempio umano, comunitario, organizzativo e attivistico degli avanguardisti; con il dolore ed il sacrificio di chi ha lottato e caro ha pagato tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80.
Con la passione di chi, dopo gli anni duri della repressione, senza paura, si rimise in gioco, penso al Movimento Politico, a Maurizio, ai fantastici ragazzi di via Domodossola. Magari rispolverando anche le nostre buone esperienze: la libreria Laboratorio d’Idee, Base Autonoma, la Fiamma, Casa Italia…
Ripartire da quegli esempi e soprattutto da quello spirito, perché solo con quello spirito si vince la sfida decisa con noi stessi!
Il mondo continua e continuerà a bruciare!
Il dominio liberista continua a strangolare senza pietà popoli e nazioni, la giustizia sociale è diventata un miraggio, la terra dei padri è preda di clandestini e speculatori provenienti da ogni angolo del mondo: i primi ci invadono, i secondi ci saccheggiano.
PER QUESTO NON VOGLIAMO, NON DOBBIAMO E NON POSSIAMO SOCCOMBERE SOTTO LE NOSTRE SCONFITTE ED I NOSTRI ERRORI, MA COME UNA FENICE DOBBIAMO RIGENERARCI E RINASCERE!
Nei viaggi non ci crediamo più. Ne abbiamo fatti fin troppi!
E come vogliamo essere severissimi con noi stessi, allo stesso tempo, con la stessa rigidità, non vogliamo più essere complici di chi sta bruciando la nostra terra e la sta svendendo ad una “banda di usurai” insaziabili.
RICOMINCEREMO DA ZERO! Una volta per tutte. UNENDO CIO’ CHE E’ DIVISO!
Riunendo TUTTI quelli che vogliono ancora mettersi in gioco, che vogliono donarsi, che vogliono sostenerci, che vogliono dimostrare davvero che un’altra vita è possibile!
Non andremo a cercare gruppi o movimenti, con i nostri “colleghi” basterebbe tornare al rispetto reciproco e rigettare ogni polemica e ogni logica tribale, ma a ri-attivare quei tantissimi camerati isolati, sparsi, disorientati, senza più una casa, che attendono solo lo squillo del corno per tornare a lottare! Senza sterili ed inutili concorrenze. Lontani da veleni e vizi di superbia.
Non servono idee nuove, quelle ce le hanno tramandate e sono sempre attualissime, servono uomini nuovi.
PER NOI E’ GIUNTO IL MOMENTO DI FERMARCI.
Piantare bene le radici, avere tanta pazienza ed tornare a costruire, passo dopo passo. Passi pesanti e lenti, ma inesorabili. Magari proprio dall’Augustus occupato, dall’Augustus Attivo. Occupanti e barricati, come i vecchi tempi.
Giustamente qualcuno potrebbe accusarci e dirci: “e vi svegliate ora?”
Si, ci svegliamo ora ed oggi (o meglio da quando Monti è salito a Palazzo Chigi!).
E non cerchiamo giustificazioni.
Per noi sarà sempre un monito quella stupenda canzone della Compagnia che dice: “(…) Cambian le facce signori, gira la ruota del tempo, ma la mia vecchia canzone si alza ancora nel vento. Stiamo buttando alle ortiche per inseguire il potere la nostra Fede più antica e le ragioni più vere (…) C’hanno detto "Ragazzi qualcuno si era sbagliato adesso tutto cambia, viva il libero mercato". Ma c'è qualcosa che stona in questo ragionamento, qualcosa che non perdona, qualcosa che resta nel vento. Saranno le voci di molti, che c’hanno già lasciato e non mi pare che siano morti gridando Viva il libero mercato! (...)”
Canzone che ci farà sempre ricordare le nostre cadute!
Ma anche che “grande non è chi non cade, ma chi cade e si rialza!”
Così come sappiamo benissimo di essere sembrati o di essere stati schizzofrenici, incostanti, incoerenti, ma nonostante tutto NOI SIAMO ANCORA QUA!
Affissione dopo affissione, volantinaggio dopo volantinaggio…
Blitz dopo blitz. Con decine di denunce alle spalle. Con sgomberi ed arresti subiti (anche quando ce “la facevamo” con chi stava nelle stanze dei bottoni…).
Molti se ne sono andati. Chi sbattendo la porta, moltissimi altri alla chetichella e a testa bassa. Altri, al rischio di sbagliare, hanno preferito non giocare la partita!
A noi sembra troppo facile dire “non me la sento più”, “troppi tradimenti!”, “è tutto finito”, “quello ha sbagliato con me”, “Tizio non è bravo”, “Caio mi ha deluso”, “Abbiamo sbagliato tutto!”, “Un’altra cantonata!”… Un lamentio continuo.
Come se chi è rimasto non abbia mai preso o dato cantonate.
E spesso fa più male sbagliare che subire lo sbaglio!
Insomma come cantano gli Junker: “Cala il sipario, si spengono le luci, quando si fa notte si abbassano le voci! Qualcuno si è smarrito, qualcuno ha rinunciato il senso della vita forse dimenticato!” “Poi all'improvviso tutto si confonde, la gente si disperde nel manto delle ombre. Sul nuovo palcoscenico sfilano in tanti, filosofi inventati che sorridono ai mercanti. E nell'agitazione, la paura dell’ignoto come un grido disperato che precipita nel vuoto. Tra gli sguardi e l’ironia che nascondono sgomento, ricercare uno spiraglio per salvare un sentimento!”
Per tutto questo non saliamo su quella nave diretta ad Itaca, perché troppe volte cavalcare le onde è significato esserne travolti. Ora è il momento di tutt’altro.
Non servono né navigazioni né ricerche, ognuno di noi sa benissimo dove risiede la verità. Oggi è solo il momento della SCELTA.
Ed ecco la nostra: Noi scegliamo di azzerarci, di annullarci per ripartire immediatamente. Ma stavolta partendo dalle fondamenta, non dal tetto!
Con la runa Kano, runa della fiaccola, del fuoco, della luce, della trasformazione; torcia che risplende nel buio della notte, che vince l’oscurità e rischiara le tenebre, che individua e risolve ogni lato oscuro. E con un martello per difenderci, da tutto e tutti e soprattutto per costruire!Un martello da portare in battaglia e scagliarlo verso le stelle… FACCIA AL SOLE E IN CULO AL MONDO!
Scegliendo un marchio di fabbrica che non perderà mai significato!
Perché è quello che eravamo e quello che vogliamo tornare ad essere: ATTIVISTI!
Ma non solo nel termine di militanti, ma di coloro che vogliono riattivare una macchina spenta per troppo tempo. Riattivare forze, speranze, energie, solarità, goliardia, gioia e lotte!
Con la consapevolezza che solo nelle strade, nelle piazze, nelle occupazione, nei turni, nelle mobilitazioni e nella militanza quotidiana si misurano le forze. Che una dottrina si legittima nell’attivismo e l’attivismo degli attivisti forgia la dottrina elevandola a virtù!
Chiudiamo rifacendoci (e modificando) ad un vecchio volantino di Avanguardia:
“NON VOGLIAMO CHE I NOSTRI GIORNI SI SOMIGLINO TUTTI,
SCANDITI SOLTANTO DA UNA NOIA CHE NEMMENO GIUNGE A FERIRCI!
CHE GLI ANNI SI SOMIGLINO AGLI ANNI!
CHE INVECCHIANDO TRASMETTIAMO IL NOSTRO UMORE ACIDO ALLE NOSTRE DONNE ED AI FIGLI.
NON VOGLIAMO SCOMPARIRE DAL MONDO SENZA CHE NESSUNO SE NE ACCORGA.
ANZI, VOGLIO RIDERE SULLE TOMBE DEGLI IMBECILLI.
E GIURARE SULLE LORO TOMBE DI NON FINIRE COME LORO,
DI NON ABBANDONARE MAI I SOGNI CHE CI FANNO GIOVANI,
NE’ GLI IDEALI CHE CI FANNO LIBERI,
IN RICCHEZZA E IN POVERTA’ FINCHE’ MORTE NON SOPRAGGIUNGA. AMEN”.
gli ATTIVISTI
ma Castellino non è quello che si lamentava per i suv bruciati e le vetrine delle banche spaccate il 15 ottobre...
RispondiEliminae adesso ciancia di rivoluzione...
Castellino ora fa il rivoluzionario perchè nella stanza dei bottoni non è arrivato, troppo cafone, troppo coatto, troppo submano...
RispondiEliminatutto qua.
Espedito Minetti
Un mare di cazzate dette da Castellino rimasto a secco o,dal ex rivoluzionario tilgher ora accasato nella Destra di Storace .
RispondiEliminaMa che vogliono questi individui.
Mah che pena.
Penosi ....
RispondiEliminaCastellino il Trombato
L ex naIonalrivoluzionario tilgher ora accasato alla casa di Storace.
Ma che pena
ma questo castellino non è lo stesso che sfilava con pacifici a roma?
RispondiEliminaUltimamente i comunicati introspezionali fioccano, dal declino del nano è tutto un fiorerire di ora qua ora la, mea culpa la mea culpa qua, il tutto accompagnato alla solita retorica storica usata al momento a miglior convenienza, mi è sempre più chiaro il motto di Baldur Von Schirach : "quando sento la parola cultura metto la mano sulla pistola".
RispondiEliminaZOMBIEEEE....
Castellino è un cazzone, però ha capito che tessendo le giuste alleanze potrà dopo la caduta di Alemanno riempire lo spazio lasciato vuoto dal declino di Casapound.
RispondiEliminaChi è senza peccato scagli la prima pietra, dimmi dove vai non da dove vieni. Non lasciamo la nostra terra a chi è peggio di noi. Con umiltà e tenacia uniamo le forze, foss'anche per un breve tragitto, per il bene d'Italia. Unire le forze nazionali, tutte, per l'Italia, per l'onore!
RispondiEliminaBeh mi sembra coerente la cosa Castellino con Delle Chiaie...
RispondiEliminaIl tacchino di Alemanno con il tacchino di Franco e Pinochet.
"Con la runa Kano, runa della fiaccola, del fuoco, della luce, della trasformazione; torcia che risplende nel buio della notte, che vince l’oscurità e rischiara le tenebre, che individua e risolve ogni lato oscuro..."... e il potere del "cristallo di luna che viene a voi" no?
RispondiEliminaPer "il bene d'Italia", forze "nazionali" tutte (di questo stampo) ritiratevi dalla discussione politica...
Castellino è più confuso di sara tommasi, chissà se avrà il coraggio di riproporsi con la sua pseudo band (p.s. poteva scegliere il candelabro come simbolo invece delle rune)
RispondiEliminama è un omonimo del Giuliano Castellino che ha fatto questa dichiarazione o è sempre lui???
RispondiEliminahttp://www.fascinazione.info/2010/10/giuliano-folgorato-sulla-via-del.html
si può condividere o meno la proposta di Castellino...ma vomitare insulti verso tutto e tutti è infantilismo politico...ergersi a custodi autentici della fedeltà rivoluzionaria lascia il tempo che trova...
RispondiEliminaGiuliano prova a lavorare...lo so lo so che non comprendi questo termine...e trovatelo pure a milioni di chilometri dall'Italia perchè ormai ti conosciamo tutti
RispondiEliminaIl commento più bello è: " Castellino è più confuso di Sara Tommasi" ma non è esatto perchè non è confuso è solo il solito paraculo sfaticato che tutto farebbe piuttosto che lavorare anche un solo giorno della sua tristissima "esistenza"
RispondiEliminaMi dispiace vedere accanto a Giuliano Castellino, coatto autentico,nazional rivoluzionario finto, in quanto sempre al soldo del potente di turno, prima Alemanno e Pacifici, ora Storace, ed ad Adriano Tilgher nazionalrivoluzionario fallito, ora politico trombato della Destra di Storace, che da barbone della politica, elemosina un posto nell'assessorato di Buontempo nella giunta della contor sionista Polverini, fascisti autentici del calibro di Maurizio Boccacci e di Stefano Delle Chiaie.
RispondiEliminaIn particolar modo, Stefano, che nel corso della sua vita politica, ha parlato, da pari, con Franco Fidel Castro ed altri leader sudamericani, cosa ci fai con questi barboni della politica che cercano un posto al sole, al soldo del nano di arcore.
Espedito Minetti
Confermo la mia stima politica e la mia simpatia umana per il camerata Giuliano Castellino, uno che ha sempre saputo rimettersi in discussione, rimanendo fedele alla idea ma cercando sempre nuove strade e nuove strategia, senza avere paura di frequentare brutte compagnie o di sporcarsi le mani. Io come lui, detesto gli pseudo moralisti, presunti duri e puri, che pontificano dalle loro sfigatissime torri d'avorio. Prima di criticare gli altri, dovremmo riflettere e giudicare noi stessi e, comunque, vedere ciò che c'è di positivo nella nostra splendida e folle comunità umana e militante che, se fosse unita, invece di perdere tempo in stupidi personalismi, riuscirebbe ad ottenere un grande consenso popolare e politico come quello del Fronte Nazionale francese, sopratutto in questo momento di crisi che vede le nostre idee attuali e vincenti.
RispondiEliminaRoberto Jonghi Lavarini
http://destrapermilano.blogspot.it/
Beh già ero un po scettico per Castellino adesso che c'è pure il Barone Lavandini siamo a posto anzi a cavallo.
RispondiEliminaChi ha scritto il comunicato è meglio che cambi spacciatore... siamo nel 2012 non nel 1972 e voi siete rimasti quelli di allora: inconcludenti e pronti a sparlare di tutto e tutti. Intanto i compagni si fanno i cazzi loro e se li fanno così bene che stanno ovunque. In tv, nei giornali, in magistratura, nelle case editrici, nelle fondazioni.... Bravi, fate i "puri" (ma de ché...?) e intanto gli altri fanno la Storia e ce lo mettono in quel posto un altra volta...
RispondiEliminaFabio
Ora che intervenuto anche il Bidone Joghi Lavandini siamo tutti certi da che parte stare: contro l'unità dell'aria.
RispondiEliminaAggiungo che mi è molto piaciuta l'autoanalisi politica di Giuliano Castellino ma che non concordo sulle conclusioni perchè, ad oggi, leggendo tutti gli interventi di Marcello Venaziani, Renato Besana, Pietrangelo Buttafuoco e degli altri intellettuali d'area, ad oggi, non vedo alcuna incompatibilità culturale, politica e strategica fra "Aprire le porte ai Ribelli" e "Ritornare ad Itaca", anzi, semmai vedo una convergenza in senso identitario. Invito, a questo proposito a leggere attantamente il documento conclusivo del convegno di Pesaro.
RispondiEliminahttp://www.progetto-itaca.it/
Roberto Jonghi Lavarini
Castellino trasformista: nè di destra, nè di sinistra!!!!Troverà prima o poi un partito che paghi i debita che ha da Nord a Sud dell'Italia?Vai a lavorare,piccolo patetico gigolò della politica...!
RispondiEliminaIl fatto stesso che Jonghi esprima stima e simpatia per Castellino la dice lunga su entrambi! Basta e avanza.
RispondiEliminaCaro Jonghi Lavarini a noi NON interessa esprimere la nostra cultura, le nostre proposte e le nostre idee in un partito azienda in cui contano solo due cose: bloccare la magistratura che giustamente indaga sui poltici che rubano soldi pubblici (...lasciamo stare i nomi, parlo IN GENERALE!)o impedire un qualsiasi iabbozzo di Giustizia sociale. Se la sinistra e' e restera senza idee, nel Vostro PDl et similia con contorno di Castellino, Storace , Tilgher, Puschiavo e mettiamoci dentro pure Iannone (per quanto in maniera defilata e meno colpevole degli altri che ci sono complici diretti)NON ci potra' mai essere nessun spazio per un autentico progetto Nazionalpopolare e di sovranita' Nazionale. Punto.
RispondiEliminaIl contributo anche positivo, in buona fede, ammirevole, serio, spontaneo di pochi giovani dato a TUTTI gli italiani senza distinzioni. in alcune associazioni, enti morali o no profit che dir si voglia, NON potra' mai essere valorizzato DENTRO il pdl, ma anzi uscendosene.
Forse poi Jonghi e Castellino ancora non capiscono che a noi del richiamo identitario costruito sugli slogane le solite frasette di richiamo acciavoti o megli acchiappagonzi non ci interessa.
E' tutto chiaro adesso??
Ago
"Non ti curar di loro ma guarda e passa": le penose batutte da asilo (come storpiare i cognomi ed io, modestamente, ne ho due antichi e gloriosi dei quali vado fiero) ed i miserabili commenti anonimi non meritano alcuna replica ma un sorriso di cameratesca compassione.
RispondiElimina;-)
La Politica sono idee in azione, un perenne movimento rivoluzionario (nel senso etimologico e tradizionale del termine), io non mi illudo affatto di avere la verità in tasca ma sono sempre alla ricerca di essa, del miglioramente e della crescita, innanzitutto di me stesso, e poi della mia comunità umana e politica. Solo chi agisce, rischia di sbagliare e l'importante è rialzarsi sempre dopo essere caduti.
Roberto Jonghi Lavarini
robertojonghi@gmial.com
Ma Boccacci non era quello che faceva da buttafuori del MFT per conto del geografo ???
RispondiEliminaTutti bravi a sentenziare i nostri "camerati" da tastiera, tutti bravi a lasciare commenti anonimi, tutti bravi a dire "questo andava fatto così, io avrei saputo fare meglio";
RispondiEliminama poi? siete nulli, quindi tacete.
Complimenti Giuliano, forse sta emergendo una nuova prospettiva per quel che rimane di una destra sana.
Complimenti a Castellino e a tutto il gruppo Attivisti, questi almeno fanno politica, si danno fare, ci mettono la faccia e nonostante gli errori commessi (a mio avviso normali quando si è dinamici ed in cerca di cambiamento) non hanno paura di rimettersi in discussione.
RispondiEliminaLa presenza di personaggi di un certo calibro credo lo dimostri ampiamente.
Castellino trombato, Tilgher ex nazionalrivoluzionario accasato?
RispondiEliminaMa voi chi cazzo siete per scrivere certe cose? che avete mai fatto?
ma sciacquatevi la bocca per favore...
Boccacci negli ultimi anni ha fatto parecchie altre cose. . .
RispondiEliminaOttima iniziativa, l'altra sera sono stato all'Augustus, mancavo dall"ambiente" ormai da anni, ho trovato un gruppo straordinario: ragazzi determinati, goliardici, in grado di fare discorsi a 360 gradi, preparati. Probabilmente il fatto di aver dovuto mangiare tanta merda per scelte che hanno fatto li rende più preparati rispetto a molti.
RispondiEliminaPremetto che non sono legato a nessuna sigla, ma i discorsi che sentito e l'atmosfera che ho respirato mi hanno veramente entusiasmato. Complimenti agli ATTIVISTI e a Giuliano, che ha dato forma ad un esperimento che potrebbe essere vincente.
PERSONALMENTE QUOTO IL DISCORSO DI CASTELLINO, A ITACA ANDASSERO LORO,BASTA CON LE MINESTRE RISCALDATE.
RispondiEliminaCaro anonimo ti confermo che castelluno rimane per me un politicante trombato al soldo del potente di turno mentre Tilgher si accontenta di un posticino che costa alla collettivita diverse migliaia di euro al mese..di questi loachi figuri maestri del nulla la nostraarea politica social popolate non ha alcun bisogno..
RispondiEliminaEja per Maurizio, Giulianone ed anche per il Barone Nero: chi li critica è solo un fankazzista rompicojoni che politica di strada non ne ha mai fatta! Attivisti avanti tutta!
RispondiEliminaIL BELLO POI È CHE TRA QUELLI CHE ACCUSANO DI TRASFORMISMO GIULIANO C'È GENTE CHE UN GIORNO ERA LINGUA IN BOCCA CON LA SANTANCHÈ E IL GIORNO DOPO LE DAVA DELLA SERVA DELA PLUTOCRAZIA....
RispondiEliminaE A CHI GLI CHIEDEVA SPIEGAZIONI AVEVA IL CORAGGIO DI RISPONDERE MI PIACE ESSERE CONTRADDITTORIO.....
AVERCENE DI AUTOCRITICHE COME QUELLA DI GIULIANO....
AVANTI ATTIVISTI...
Dopo aver letto tutte le pappardelle,sempre più convinto che FN sia l'unica Avanguardia Nazionale a cui
RispondiEliminadare credito. Intorno solo fuffa.
Pacifici poi se la prende con Castellino che «fino a pochi mesi fa ci chiedeva con il suo movimento vicino al Pdl di organizzare viaggi ad Auschwitz»
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/politica/12_luglio_26/destra-forze-rivoluzionarie_4496819a-d735-11e1-a7bb-b1b271585285.shtml
Sto giro va detto, ha ragione Pacifici.
RispondiEliminaComunque se Castellino e gli attivisti gli hanno lasciato dei posti vuoti sul treno della memoria può chiedere a Iannone e cpini reduci da scortichino, che quelli sono precisi: parte uno, partono tutti.
Ottima svolta, bravo Castellino....e bellissimo l'Augustus!
RispondiEliminaCastellino è il Gianfranco Fini dei poveracci. ogni tanto lecca il sedere a destra, ogni tanto a sinistra; ogni tanto dice una cosa, il giorno dopo cambia idea; ogni tanto si inventa una sigla e ogni tanto dice di ripartire. Ma tanto sempre quello resta e grazie al cielo non va da nessuna parte. l'importante è continuare ad ignorarlo.
RispondiEliminaSCOMMETTIAMO CHE SE GLI ATTIVISTI FANNO UNA LISTA PER LE COMUNALI DI ROMA PRENDONO PIÙ VOTI DEL SINDACO NEGRO DI CASAPOUND.....
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